Prosegue la querelle per i concerti de “I suoni delle Dolomiti”. Chiesta anche la riapertura del giudizio penale per la presidente dell’Apt di Primiero Toffol. Interrogazione in Consiglio provinciale
Prosegue la disfida imbracciata dal musicista e compositore Agostino Carollo nei confronti di Trentino Marketing e la stessa provincia di Trento verso le modalità di gestione dei contributi che l’ente pubblico (Provincia) eroga al suo braccio operativo (Trentino Marketing) per la promozioned egli eventi turistici organizzati sul territorio a beneficio degli ospiti.
Con la proposta di mediazione inviata dalla Camera di commercio di Trento sono ufficialmente partite le richieste di risarcimento per la querela presentata da Paolo Manfrini (ex direttore Turismo della Trentino Sviluppo Spa e attuale amministratore Unico di Trentino Marketing Srl), Paola Toffol (presidente Apt San Martino di Castrozza) e Diego Laner (ex presidente di Trentino Sviluppo Spa, holding da cui dipende Trentino Marketing) contro il Agostino Carollo e ritenuta totalmente infondata dal Tribunale: il valore è di complessivi 225.000 Euro e comprende danni morali ed esistenziali.
Il 10 luglio 2013 Manfrini, Laner e la Toffol avevano querelato Carollo accusandolo di avere “disturbato” e “molestato” un concerto de “I suoni delle Dolomiti” che loro stessi avevano organizzato a Prati Col di San Martino di Castrozza il 7 luglio 2013, poiché aveva suonato la chitarra per 12 minuti prima dell’inizio di questo concerto per protestare contro il contorto sistema dei finanziamenti pubblici provinciali allo spettacolo.
Nella loro querela, depositata con l’assistenza dell’avvocato Mauro Bondi di Rovereto e con la collaborazione dell’ufficio legale di Trentino Sviluppo Spa, i tre avevano però nascosto al Giudice un particolare molto importante: il concerto de I suoni delle Dolomiti” da loro stessi organizzato e di cui lamentavano il “disturbo” e le “molestie” non era “autorizzato” come volevano far credere, ma abusivo. Tant’è che il Tribunale di Trento, dopo avere scoperto la verità, ha ritenuto la loro querela totalmente infondata: nessuno infatti si può lamentare di “disturbo” e “molestie” ad una manifestazione abusiva. Contro gli organizzatori del concerto de “I suoni delle Dolomiti” è intervenuta alcune settimane fa anche la Polizia amministrativa di Trento, sanzionandoli perché non avevano i necessari permessi. La Procura di Trento ha anche iscritto un procedimento penale a carico di Paola Toffol per false dichiarazioni alla Provincia (art. 483 C.P.).
I tre querelanti, Paolo Manfrini, Diego Laner e Paola Toffol hanno ricevuto nei giorni scorsi le raccomandate dalla Camera di commercio ed hanno ora tempo fino a lunedì 24 agosto per decidere se accettare la mediazione oppure affrontare le conseguenze previste dalla legge sia sul piano civile che sul piano penale quando le querele sono ritenute totalmente infondate dal Tribunale: la legge italiana prevede infatti severi provvedimenti per chi presenta querele temerarie sapendo con certezza che l’accusato è innocente.
Carollo si è opposto alla richeista di archiviazione della denuncia penale nei confronti della Toffol proposta il 6 maggio 2015 dalla PM Rosalia Affinito per la “particolare tenuità del fatto”, richeista poi accolta il 18 luglio 2015 dal Giudice per le indagini preliminari Carlo Ancona. Visto che non è stata rispettata la procedura (Carollo aveva chiesto espressamente di essere tenuto informato del procedimento in essere, cosa che non è avvenuta), il 20 agosto Carollo ha depositato, tramite l’avvocato Paolo Costantini di Verona, formale ricorso alla Suprema Corte di Cassazione a Roma che ha il potere di ordinare al Tribunale di Trento di riaprire il procedimento penale nei confronti di Paola Toffol per le false dichiarazioni.
Intanto, della querelle si occupa anche la politica. Il consigliere della Lista Civica Trentina Claudio Civettini ha presentato un’interrogazione con cui si chiede «chi dovrà pagare i 225.000 euro per querela infondata nell’ambito del caso del musicista e produttore Agostino Carollo, accusato di avere disturbato un concerto dei Suoni delle Dolomiti? Senza addentrarsi nel merito giuridico della vicenda – scrive Civettini – appare tuttavia evidente la necessità, a questo punto, di capire meglio dall’amministrazione provinciale alcuni aspetti a partire, nel caso di accettazione della proposta di mediazione, da chi sarà esattamente tenuto – se l’ente pubblico o altri – a pagare in solido i 225.000 euro per querela infondata. Non solo: sarebbe urgentemente da appurare se per caso vi è la volontà di effettuare opposizione contro il citato provvedimento, col conseguente rischio di ulteriori aggravi in caso di esito negativo, oppure se la contestazione è destinata ad arrestarsi negli attuali, e certamente non edificanti, equilibri giudiziari».