Venezia. Si sono concluse le operazioni di voto per i creditori dei concordati di Interporto di Venezia e di Centro Intermodale Adriatico e di altre 5 società coinvolte dal salvataggio delle aziende del Gruppo De Vecchi, attive nel settore portuale di Marghera, e gravate da circa 130 milioni di Euro di debiti.
Interporto di Venezia ha chiuso le operazioni di voto con il 99,25% di voti favorevoli. Centro Intermodale Adriatico e le altre 5 società coinvolte dal salvataggio delle aziende del Gruppo De Vecchi, attive nel settore portuale di Marghera, hanno approvato i concordati con percentuali variabili tra il 95 ed il 99%.
Non resta quindi che attendere l’omologa dei concordati da parte del Tribunale di Venezia, prevista dai piani per fine settembre.
Dopo circa 2 anni di lavoro da parte dei nuovi amministratori Umberto Lago, Roberto Reboni e Armando Bonetto, assistiti per la parte legale dallo Studio La Scala, i creditori si sono espressi su un piano senza precedenti in termini di complessità tecnica, che coinvolge circa 70 dipendenti diretti ed un indotto di centinaia di famiglie. L’operazione di restructuring evita quindi quelle gravi ricadute sul piano occupazionale e sulla inevitabile desertificazione di una infrastruttura tanto rilevante nel contesto dell’economia, non solo locale, che sarebbero certamente causate dal fallimento.
Il piano si basa su una articolata serie di operazioni societarie straordinarie tra loro connesse, che con l’omologa consentirebbe la quasi totale soddisfazione dei creditori privilegiati e chirografari.
Lo studio La Scala ha fornito assistenza con un team guidato dagli avvocati Giuseppe La Scala, Riccardo Bovino e Simone Bertolotti.