Imu agricola: il comune di Monselice delibera un aumento della aliquota mettendo in difficoltà gli agricoltori del territorio

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Agrinsieme emilia romagna protesta contro decreto Imu agricola
Cia Paodva chiede alle amministrazioni di applicare l’aliquota minima

 

Agrinsieme emilia romagna protesta contro decreto Imu agricolaAi già numerosi oneri ai quali dover far fronte si aggiunge anche l’Imu, una tassa sicuramente importante per i bilanci comunali, ma che la Confederazione Italiana Agricoltori (Cia) ritiene ingiusta e insostenibile. Risale ad appena un mese fa la richiesta di Cia Padova nei confronti dei comuni della provincia di applicare ai terreni agricoli l’aliquota base, proprio per andare incontro alle necessità degli imprenditori agricoli, anche considerando le recenti posizioni prese dal Governo Renzi che ha annunciato la possibilità dell’eliminazione dell’Imu agricola nel 2016.  

Un’istanza nemmeno lontanamente presa in considerazione dal comune di Monselice che ha deliberato un aumento dell’Imu agricola, passata dal 7,6 all’8,6 per mille, contrariamente a quanto annunciato in precedenza. 

«Il Comune di Monselice non ha mantenuto fede all’impegno preso con la Confederazione – dichiara Fabrizio Tognin, vicepresidente di CIA Padova –. In seguito ad un colloquio telefonico intercorso con un consigliere del comune, mi era stato garantito che l’Imu agricola non avrebbe subito alcun aumento. Invece non è stato così: seppur per esigenze di bilancio, Monselice ha scelto di deliberare un’aliquota maggiore, di fatto aggravando la già difficile situazione degli agricoltori, provati dagli effetti della siccità e dei costi di produzione insostenibili». 

Cia Padova intende ribadire con forza la necessità di maggiore disponibilità da parte delle amministrazioni locali nei riguardi del mondo agricolo, nella fattispecie relativamente all’Imu: «il carico fiscale delle aziende agricole è triplicato, i redditi degli agricoltori continuano ad essere in sofferenza e l’imposizione dell’Imu complica ulteriormente la loro posizione – dice il presidente di Cia Padova, Roberto Betto –. In certi casi il valore aggiunto ottenuto dall’attività agricola non copre l’ammontare dell’Imu dovuta. Chiediamo ai comuni in procinto di deliberare, di applicare le aliquote minime previste per legge, se non addirittura di prevedere una sostanziosa riduzione».