“Giornata della Frutta”: Coldiretti denuncia la forbice della catena del valore

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bancarella frutta verdura
Giuriolo: «rieduchiamoci al consumo di prodotto locale di stagione, per la nostra salute e per la nostra economia»

 

bancarella frutta verduraColdiretti Polesine ha indetto “La giornata della Frutta” per richiamare l’attenzione sulla necessità di una corretta alimentazione bilanciata, dove sia presente ogni giorno la frutta sulle tavole e per denunciare l’eccessiva forbice esistente tra i prezzi alla produzione e quelli al dettaglio.

«Il vero grande problema è che i consumi di frutta e verdura calano progressivamente, purtroppo a partire dai bambini. Un danno per la salute innanzitutto, per la tradizione giuriolo fruttarurale del nostro Polesine e per l’economia, perché se vengono estirpati i frutteti, il danno economico si estende all’indotto: trasporti, mezzi tecnici, manodopera per la raccolta e per le lavorazioni» è il messaggio che il presidente di Coldiretti Rovigo, Mauro Giuriolo ha consegnato alla “Giornata della frutta” che si è svolta a Rosolina Mare (Ro), dove in piazzale Europa i produttori di Coldiretti hanno distribuito ai bagnanti cestini di pesche noci per promuovere il consumo della frutta nostrana. 

Le pesche sono state staccate dall’albero da poche ore e arrivano direttamente dall’ultimo enclave della frutta polesana, l’area di Badia Polesine, a cura della coop Cofruta di Giacciano con Baruchella. Oltre che al gazebo di piazzale Europa, grazie alla collaborazione col Consorzio operatori balneari Cob di Rosolina, i cestini saranno portati fin sulle spiagge dei 12 bagni del litorale. 

«Dobbiamo ripartire con una campagna seria di educazione alimentare che rilanci i consumi di frutta e verdura di qualità – commenta Giuriolo. – Soprattutto partendo dai bambini, dalle scuole, dalle mense: un prodotto di stagione locale di qualità, non come succede a volte, che vengono proposte a scuola, frutta e verdura immangiabili, che provocano solo rifiuto e disaffezione e che non corrispondono affatto alle nostre eccellenze ortofrutticole».

Giuriolo si è soffermato sulla produzione e sulla commercializzazione della frutta: «il Polesine è la seconda provincia veneta in assoluto per produzione di ortofrutta in termini di ettari, la seconda dopo Verona per pesche e pere, ma questo a discapito della domanda interna che si sta contraendo in modo importante negli ultimi anni. Le imprese agricole stanno progressivamente riducendo le superfici di frutteti perché lavorano ormai sottocosto da tre anni consecutivi: le pesche nettarine all’origine sono vendute a 0.25-0.30 euro/Kg, ma produrle costa 0.40-0.45 euro/Kg. Oltre al calo della domanda, c’è il problema delle distorsioni della filiera, per cui del valore di un chilo di pesche, solo il 16.7% va al produttore, mentre il 27.8% va al grossista ed il 55.5% al venditore dettagliante. Quindi il consumatore finale si trova a pagare quello stesso chilo di pesche 1,80 euro. Questa sproporzione tra prezzo alla produzione e prezzo al consumo, coi frutticoltori che ci rimettono e le famiglie che strapagano in piena crisi, non è più tollerabile». 

Produrre in Italia per fermare l’import dall’estero anche per la sicurezza alimentare: «mentre il nostro comparto ortofrutticolo – conclude Giuriolo – dove i produttori hanno investito in sicurezza e in qualità continua a perdere fette di mercato e si estirpano i frutteti (ricordo che l’Italia ha il primato mondiale per la sicurezza alimentare), la frutta arriverà sempre di più da paesi che non hanno gli stessi standard colturali e sanitari del “Made in Italy”, e paradossalmente, aumenterà ancora il rischio per la salute per i nostri consumatori».coldiretti catena valrore della frutta