Tilatti: «secondo l’indagine semestrale sulla congiuntura la crisi è lungi dall’essere battuta»
Soltanto il 3% degli imprenditori artigiani della provincia di Udine considera finita la crisi economica, nonostante i dati macroeconomici indichino una certa ripresa. In forte crescita, invece, la fiducia degli artigiani rispetto alla capacità di competere della propria impresa: la percentuale con fiducia media o alta tocca il valore più alto (88,5%) da gennaio 2012, il 4% in più rispetto a gennaio 2015 (84,7%).
Questi dati sono contenuti nella XIX indagine congiunturale sull’artigianato presentata dal presidente di Confartigianato Imprese Udine Graziano Tilatti, indagine semestrale curata da Irtef, Istituto ricerca tecniche educative e formative di Udine, su 14.200 imprese artigiane della provincia udinese.
Il 49,1% delle aziende ha visto calare il proprio giro d’affari nel primo semestre 2015, il 34,9% ha tenuto, il 16% ha fatto segnare una crescita. Sui ricavi dal 2007 al 2015 si ha però un’indicazione positiva riguardo all’ultimo biennio, con fatturati in miglioramento, seppur molto lento. Stabili le previsioni sul fatturato del secondo semestre 2015. Le imprese artigiane stanno dimostrando di tenere: il 51% ha dichiarato che nel primo semestre ha tenuto con un fatturato stabile o in crescita.
In netto calo le imprese artigiane che si affacciano sui mercati esteri, a causa del calo delle esportazioni indirette determinata da una flessione dell’export dei committenti e dalla decisione di far rientrare in azienda alcuni processi produttivi. La stragrande maggioranza degli artigiani intervistati (57%) è insoddisfatta o molto insoddisfatta del funzionamento degli uffici e del personale della P.A; solo il 15% se ne dichiara soddisfatto. Oltre 8 artigiani su 10 dichiarano di pagare di più dopo il passaggio alle nuove tasse e tributi Imu, Tasi e Tari, rispetto alle vecchie Ici, Tares e Tarsu. Per il 17% la tassazione è rimasta invariata per il 7% è leggermente diminuita.