Fioccano le polemiche sulla rappresentazione pubblica alla presenza di famiglie e bambini. Interrogazione in Consiglio regionale della Lega Nord
Una performance alquanto discutibile è avvenuta a Santarcangelo di Romagna nell’ambito del festival “Untitled 2000” nella cornice di “Santarcangelo dei Teatri” con l’artista (ma si può veramente definire tale?) che, dopo aver ballato completamente nudo in mezzo alla piazza davanti al Teatro del Lavatoio, ha terminato la sua performance orinando davanti al pubblico improvvisando una “fontana umana”.
Immediata la polemica accesa sui social media, con reazione scandalizzate e promesse di esposti alla magistratura per un esempio di “danza moderna” che è sfociata gratuitamente nella provocazione gratuita al limite del porno fetish. Anche se la prestazione “artistica” fa parte di un momento coreografico di Tino Sehgal premiato con il “Leone d’Oro” alla Biennale di Venezia 2013. Lo spettacolo è una coreografia del 2000 ora reinterpretata da Frank Willens (all’aperto) e da Boris Charmatz che si esibisce al Lavatoio. Charmatz è il direttore del Musée de la dance di Rennes in Francia.
La “rappresentazione artistica” è composta da diversi quadri, frutto di riferimenti ad altri artisti, come sottolinea la direttrice artistica del Festival, Silvia Bottiroli: ripercorrono cent’anni di storia della danza, e cioè cent’anni di trasformazioni del corpo e delle sue relazioni all’antropologia, alla filosofia, alla politica e alla storia dell’arte. Nello specifico, lo spettacolo è costituito da un inanellarsi di citazioni che – da Nijinski a Pina Bausch, da Merce Cunningham a Trisha Brown, da Yvonne Rainer a Xavier Le Roy – presentano estratti degli spettacoli che hanno fatto la storia della danza: un archivio, ora incorporato da un danzatore solo, messo in relazione a un corpo specifico che è nudo perché spogliato di ogni riferimento temporale ed estetico.
Se il nudo è in sé una forma di espressione artistica e anche accettabile, viceversa l’ultima scena è una citazione dallo spettacolo del coreografo francese Jerome Bel, fondatore del movimento della cosiddetta “non danza” che negli anni Novanta ha riavvicinato l’arte coreografica al movimento quotidiano, e che a sua volta si ispira in questo spettacolo a un’altra scultura, precisamente la celebrerrima “Fontaine” di Marcel Duchamp che ha fatto discutere a Santarcangelo, dopo essere stata vista da spettatori in diverse città europee e in alcuni dei maggiori festival di danza: un corpo, un danzatore, che si fa fontana, facendo sgorgare uno spruzzo di pipì, nella posa del “Manneken Pis” di Bruxelles. Si tratta quindi non già di una facile provocazione, che sarebbe peraltro puerile e poco efficace, ma di una dichiarazione rispetto al rapporto tra danza e storia, tra dimensione dell’arte e dimensione della vita individuale e politica.
Sarà pure, fare pipì, un gesto ordinario fatto arte, ma la cosa si è trasformata anche una denuncia politica: il consigliere regionale della lega Nord Massimiliano Pompignoli ha vergato un’interrogazione al presidente della Regione per sapere i costi dell’esibizione artistica che ha «suscitato scalpore e sconcerto tra il pubblico – cittadini, famiglie con bambini, passanti e turisti – di un ballerino completamente nudo che ha concluso la sua performance urinando davanti a tutti», scelta «della direzione artistica del festival, avvallata dal Comune di Santarcangelo di Romagna, di dare spazio ad un’esibizione discutibile e suscettibile di polemiche in contrasto con il buon senso e la pubblica decenza» con il patrocinio oneroso di «Regione Emilia Romagna e Apt Servizi», chiedendo, infine, «di condannare pubblicamente questo genere di manifestazioni, in virtù del dispendio di risorse pubbliche – circa 750.000 euro – e della natura oltraggiosa di alcuni spettacoli in rassegna».