Centrale termoelettrica di Monfalcone: superare il carbone

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Centrale termoelettrica Monfalcone
Vito: «l’obiettivo è la riconversione per abbattere l’inquinamento»

 

Centrale termoelettrica MonfalconeL’assessore all’ambiente del Friuli Venezia Giulia, Sara Vito ha incontrato i rappresentanti dei comitati di quartiere di Monfalcone per fare il punto sullo stato della qualità dell’aria e per valutare nuove azioni e proposte di intervento coordinate dall’Agenzia Regionale per l’Ambiente (Arpa).

Vito ha ricordato l’importanza di organizzare tavoli di confronto con la cittadinanza «che si inseriscano in un percorso di ascolto e approfondimento delle problematiche del territorio e che consentano di dare tutte le informazioni con la massima trasparenza, ma anche di raccogliere osservazioni e proposte per successivi approfondimenti». L’assessore ha illustrato quanto è stato fatto negli ultimi anni dall’amministrazione regionale per la qualità dell’aria tra controllo, studio e prevenzione, anche in riferimento alla centrale termoelettrica di Monfalcone.

«Per capire quale potrà essere il futuro di questa centrale – ha ricordato Vito – è necessario affrontare l’argomento della produzione di energia elettrica. Per questo la Regione ha recentemente approvato il Piano Energetico Regionale (PER), ora sottoposto a consultazione pubblica. Con questo piano s’individuano le strategie di sviluppo energetico della regione; per la centrale termoelettrica di Monfalcone si prospetta finalmente il superamento dell’impiego del carbone, attraverso una fase di transizione, condivisa con il gestore dell’impianto, che prevede l’utilizzo del gas e/o di fonti energetiche rinnovabili. A tale proposito si aprirà uno specifico tavolo di confronto tra Regione, A2A e Comune di Monfalcone».

I tecnici dell’Arpa hanno presentato un aggiornamento sullo stato della qualità dell’aria nel Monfalconese, che non presenta criticità ed è in linea con lo standard regionale. I livelli di inquinanti rilevati nella zona sono risultati sempre inferiori ai valori limite o alle soglie di attenzione e di allerta previsti dalle vigenti normative statali e comunitarie. Arpa ha segnalato che dalle indagini effettuate sulle polveri sottili nella zona, il rapporto PM2.5/PM10 raggiunge valori un po’ più elevati rispetto ai quattro capoluoghi regionali. Presentato anche un progetto innovativo di biomonitoraggio con licheni che continua lo studio già realizzato e concluso da Arpa e Università di Trieste, e che coinvolge la cittadinanza nel monitoraggio.

L’Osservatorio Ambiente e Salute dell’Arpa entro l’anno produrrà il primo studio di epidemiologia ambientale sull’area del Monfalconese con i dati degli eventuali impatti dell’inquinamento sulla salute della popolazione. Lo studio riguarderà le patologie correlabili all’inquinamento atmosferico, come il tumore del polmone e della vescica, l’infarto miocardico acuto e le interruzioni spontanee di gravidanza.