Ballottaggi, a Venezia e Rovigo vittoria di Brugnaro e di Bergamin

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massimo bergamin sindaco rovigo
massimo bergamin sindaco rovigoIl centrodestra batte la sinistra nelle due sfide principali del Veneto

Il centro destra unito riesce a battere il centro sinistra nella sfida del ballottaggio dei due principali appuntamenti elettorali, quello di Venezia e di Rovigo. Nella città lagunare, dopo un ventennio di guida del centro sinistra arriva l’esponente delle liste civiche di centro Luigi Brugnaro, mentre nel capoluogo del Polesine arriva il leghista Massimo Bergamin.

Non perde tempo Luigi Brugnaro. Arriva a Ca’ Farsetti sull’onda del trionfo elettorale che non è ancora l’alba, per un brindisi alla vittoria, ci torna qualche ora dopo da sindaco con le idee già chiare in testa sulle cose da fare.

Felice Casson – l’avversario uscito sconfitto da un duello che ha traumatizzato il Pd – lo nomina solo per ringraziarlo «per la correttezza della campagna elettorale». Poi dall’imprenditore che si è “inventato” candidato di una civica (in coalizione poi con Fi e Ncd) meno di cento giorni fa arrivano indicazioni operative. Niente nomi di giunta, ma segnali forti di apertura «a destra come a sinistra», con qualche “però”. «Quello che ha vinto – scandisce – è il partito del lavoro, al quale può aderire chiunque, anche chi è del centro sinistra», definendosi, il neo sindaco, «uomo senza tessere politiche in tasca», che ha sottolineato di apprezzare il premier Matteo Renzi, e d’intedere una Venezia «come futuro laboratorio della politica amministrativa». Fuori, invece, «quei signori che non hanno fatto nulla in questi anni, intralciando anche chi voleva fare».

luigi brugnaro sindaco veneziaNelle dichiarazioni di Brugnaro “fare” pare avere il valore non solo grammaticale di un imperativo assoluto; ha un significato che è collegato al bisogno di riportare lavoro, di rilanciare la città, o meglio le “città di Venezia” come ha detto più volte, dando il segno che il centro storico e la terraferma sono sotto un’unica regia. Altro termine assoluto nelle sue enunciazioni è “cittadino”. A questi si è rivolto per avere voti, senza chiudere apparentamenti se non appoggi politici di altre forze che si muovono nell’area del centro destra e della Lega; a questi fa riferimento per spiegare il successo al ballottaggio.

In cassa Brugnaro ha il 53,21% dei consensi, ma dice: «non abbiamo vinto nulla, abbiamo solo accolto una sfida perché adesso si parla di ciò che ha bisogno il cittadino per far diventare Venezia normale». A urne ancora calde, Brugnaro si leva qualche sassolino dalla scarpa: «abbiamo sconfitto l’oscurantismo, il partito del “no”, di chi parlava male bloccando tutto e tutti, creando insicurezza e diffidenza nei cittadini». Nella Venezia del “dopo Mose”, si apre, per Brugnaro, la stagione dello sporcarsi le mani, ma per rendere la città competitiva e nuova agli occhi del mondo.

Da Venezia a Rovigo, dove “sbanca” il leghista Massimo Bergamin con quasi il 60% dei consensi. «Fin dal primo momento ho dimostrato di stare dalla parte dei cittadini, di guardare al loro cuore e ai loro bisogni, e questo ha fatto la differenza. Ora che ho la responsabilità di guidare la città continuerò a preoccuparmi del cuore e dei bisogni dei rodigini, di tutti i rodigini. Sarò il Sindaco di tutti» ha esordito Bergamin, il candidato della Lega Nord, sostenuto anche da Fi, Area Popolare e civiche. Bergamin ha ottenuto il 59,72% dei consensi, superando di oltre 3.300 voti l’avversaria Nadia Romeo, candidata del centrosinistra, vincendo in 54 sezioni su 56. Il neo sindaco ha voluto esprimere la gratitudine agli elettori e ai cittadini di Rovigo che gli hanno dato fiducia. «La loro scelta – ha aggiunto – sarà ripagata dal massimo impegno, mio e della mia squadra, per il rilancio della nostra città». Poi una dedica speciale: «ho messo prima di tutto me stesso – confida -, altri hanno fatto calcoli, io ho dialogato è fatto proposte concrete mantenendo i piedi saldi per terra. Dedico questa vittoria a Manuela, una madre di famiglia che ha chiesto aiuto. Una risposta va data prima di tutto a chi è in forte difficoltà». Infine i progetti per l’immediato futuro: «avevo garantito che saremmo stati pronti a lavorare già dal giorno dopo le elezioni, e così è. La giunta è praticamente pronta, i componenti sono carichi e motivati per trovare le soluzioni ai problemi della città. Ora servono umiltà e programmi concreti, dialogo e concertazione. Dobbiamo sfruttare il filo diretto con la Regione e con altri importanti Comuni del Veneto, e con Roma, indipendentemente da chi c’è al Governo».