A Trieste decolla il progetto di cooperazione territoriale “Adriacold”
L’Unione Europea, con la sua strategia Europa 2020, richiede sempre maggiore impegno nella riduzione dei consumi energetici, prediligendo l’utilizzo di un’energia sicura, affidabile, concorrenziale, prodotta a livello locale e sostenibile. Inoltre, secondo le stime CESEF, il raggiungimento gli obiettivi di risparmio energetico fissati dalla UE creerebbe un giro di affari di oltre 43 miliardi di euro nel periodo 2014-2020.
Il sole indubbiamente rappresenta la principale fonte di energia rinnovabile e ad esso si collegano le più promettenti tecnologie oggi disponibili. Tra queste il “solar cooling” o raffreddamento solare, che abbina il raffrescamento degli ambienti alla produzione di acqua calda sanitaria. Tali tecnologie sono state incluse tra quelle annoverabili nel “Conto termico” e sono altresì in linea con gli orientamenti normativi sull’impiego delle fonti energetiche rinnovabili d’obbligo per gli edifici di nuova costruzione e per le ristrutturazioni rilevanti.
In questo contesto, è decollato “Adriacold”, un progetto di cooperazione territoriale sviluppato da AREA Science Park con diversi partner europei, grazie al quale è stato realizzato un impianto dimostrativo nel parco scientifico di Trieste per testare la tecnologia del “solar cooling”. Questa tecnologia consente di produrre il freddo a partire dall’energia termica raccolta dal Sole, riducendo sensibilmente il consumo estivo di energia elettrica, quando per raffrescare gli edifici si fa un crescente ricorso a impianti di condizionamento, per lo più alimentati da “chiller” a compressione molto energivori. Può sembrare un controsenso, ma il risultato è quello di ridurre i picchi di consumo da climatizzazione proprio quando maggiore è la radiazione solare, cioè il caldo.
Il progetto ha realizzato, in collaborazione con Cortea scrl e Università di Trieste, un impianto pilota complementare posizionato nei pressi dell’edificio in cui ha sede la mensa del campus di Basovizza di AREA Science Park, andando a integrare l’esistente sistema di condizionamento basato su macchine frigorifere tradizionali. Gli esiti del progetto sono stati presentati a Trieste nel seminario “Innovazione sostenibile per il condizionamento ambientali di edifici pubblici e privati”.
«I risultati che abbiamo presentato oggi hanno confermato la piena validità dell’idea progettuale di Adriacold, fondata sull’accoppiamento vincente di fasi di studio e di attività di dimostrazione con valutazioni sperimentali sulle prestazioni di soluzioni tecnologiche innovative – sottolinea Marcello Guaiana, responsabile di Adriacold -. Sotto il profilo tecnico sussiste la convenienza economica all’installazione di impianti di “solar cooling” di media/grande scala di potenza (>= 100 kWf) in Italia, anche grazie al con conto termico, con un ritorno dell’investimento di 9 – 3 anni. Inoltre è stato dimostrato che questa tecnologia ha una validità tecnica ed economica se utilizza appieno l’energia termica prodotta dall’ mpianto, per scopi di riscaldamento nel periodo invernale e/o per la produzione dell’acqua calda sanitaria, riconfermando l’aspetto premiale dell’efficienza energetica».
Adriacold ha realizzato complessivamente sei impianti dimostrativi in alcuni dei Paesi convolti nel progetto presso scuole, hotel, serre agricole, enti pubblici. L’impianto del parco scientifico di Trieste è anche un laboratorio aperto e disponibile alla comunità scientifica, alle imprese e agli enti locali che potranno visitarli, conoscerne le caratteristiche e le prestazioni.
«L’Unione Europea chiede a tutti uno sforzo nella direzione delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica – spiega il direttore generale di AREA Science Park, Stefano Casaleggi -. Il progetto Adriacold rappresenta bene come intendiamo il ruolo di AREA nei processi di innovazione tecnologica, ovvero quello di una pubblica amministrazione attiva nel test e in alcuni casi perfino nello sviluppo di nuove tecnologie da proporre successivamente al mercato. Casi come questo rafforzano la nostra volontà di andare avanti nella sperimentazione e diffusione di tecnologie energetiche innovative e, più in generale, di favorire l’ideazione, lo sviluppo e la verifica di prototipi nei più diversi ambiti tecnologici».
Per la realizzazione di Adriacold sono stati investiti poco più di 2,5 milioni di euro.