Regionali del Veneto, Zaia sbanca le urne (oltre il 50%). Travolti Moretti e Tosi

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luca zaia saluto
luca zaia salutoSuccesso oltre le aspettative per il governatore uscente e rientrante. Ai minimi termini il PD. Insignificante il ruolo di Tosi

Le urne elettorali del Veneto hanno riconsegnato la regione al governatore uscente Luca Zaia, che ha avuto un successo elettorale e personale decisamente oltre le più rosee aspettative della vigilia, chiudendo ad oltre il 50%, incrementando la maggioranza uscente.

In Consiglio regionale Zaia potrà contare su 29 consiglieri regionali eletti dalla sua coalizione che lo ha rieletto a presidente del Veneto. Oltre allo stesso Zaia, sono stati eletti – secondo una prima ripartizione ufficiosa – 13 consiglieri per la Lista Zaia, 10 per la Lega Nord, 3 per Forza Italia, 2 per Noi Veneto e 1 per Fratelli d’Italia. Decisamente minore il bottino conseguito dalla sinistra guidata da Alessandra Moretti che entra in consiglio come prima tra i non eletti tra i candidati a presidente, garantendosi così un lauto stipendio dopo le dimissioni da europarlamentare. Oltre a lei, per la sua coalizione, sono 8 i consiglieri del Pd, 2 quelli della Lista Moretti e 1 di Veneto Civico. Quattro i consiglieri eletti da M5s, tra cui Jacopo Berti, candidato presidente in lista a Padova. Gli altri cinque consiglieri sono legati alla coalizione che ha sostenuto Flavio Tosi, che ha ottenuto un risultato insignificante, che lo condanna alla marginalità: tre della Lista Tosi, e uno ciascuno per Veneto del Fare e Area Popolare. Complessivamente, il prossimo consiglio regionale veneto sarà composto da 49 consiglieri più il presidente eletto e il primo dei candidati presidente non eletti.

I consensi raccolti da Zaia rappresentano un’affermazione superiore alle aspettative. Lo fa notare il politologo Paolo Feltrin, coordinatore dell’Osservatorio elettorale del Consiglio regionale del Veneto che ha monitorato il flusso dei dati che provengono dalle 4.742 sezioni venete. «Il risultato conseguito, superiore al 50% – sottolinea Feltrin – è più ampio di quanto previsto. Zaia sembra avviato a conseguire il 60% dei seggi, ottenendo quindi una maggioranza di 30 consiglieri sui 51 della decima legislatura». Tra le prime evidenze del voto, Feltrin sottolinea anche la flessione subita da Forza Italia, ridimensionata al 5,7%, rispetto al 24,7% di cinque anni fa a seguito degli scandali che hanno travolto l’entourage dell’ex “doge” Giancarlo Galan. Per Feltrin «il risultato elettorale conseguito dalla coalizione che ha sostenuto la candidatura di Alessandra Moretti è il peggiore della storia elettorale del Veneto». Sui motivi della sconfitta della coalizione di centrosinistra, che ha raggiunto poco più del 23% dei voti validi, pesano molti fattori, «compreso – fa notare Feltrin – un astensionismo aggiuntivo, che ha penalizzato proprio la coalizione della Moretti».

«Un risultato unico: è andata bene perché nonostante le premesse chiudiamo, unici in Italia oltre la soglia del 50%». E’ il primo commento, visibilmente soddisfatto del rieletto presidente del Veneto Luca Zaia secondo cui «la vicenda Tosi è una pagina dolorosa ma chiusa. Restano i rapporti umani ma non quelli politici. Il nostro grande risultato ci impone di dare risposte ai veneti che non amano le pastette o gli accordini». Sul futuro nazionale della Lega Zaia ha confermato che «la proposta della Lega può tradursi in una guida. Certo sarà Salvini a decidere e a dettare la linea. La Lega ha come oggetto sociale il benessere del Nord ma credo che dovremmo occuparci anche dei diecimila forestali della Sicilia contro i 400 che lavorano in Veneto».

«Non è stata una campagna elettorale facile, ma è stata premiata la mia imparzialità; siamo partiti con molte difficoltà ma abbiamo portato i veneti al voto alla partecipazione – ha ribadito Zaia -. Tra pochi giorni corre l’anniversario dello scandalo Mose che non ha toccato né il sottoscritto, né il mio partito. E’ stato un elemento con il quale hanno cercato di delegittimarmi. Ma non ci sono riusciti. E’ un risultato che ci regala una grande legittimazione, è un segnale incontrovertibile. Un grande segnale da parte dei Veneti».

Per Zaia, che sul cellulare «ho trovato mille sms nel telefono. Risponderò a tutti», con «questo risultato non ci sono alibi. E’ unidirezionale. Ho depositato, assieme alle liste, anche il mio programma in tribunale. Non accetterò – ha spiegato Zaia – alcuna divagazione sul tema o nessun libero pensatore. I provvedimenti ce li abbiamo in testa e vogliamo fare in fretta».

Per il rieletto presidente del Veneto «oggi tutti sono pronti a saltare sul carro dei vincitore. E gli altri diranno che i concorrenti erano deboli. Non è vero – ha spiegato Zaia – che erano candidati deboli. Erano di tutto rispetto e come tali li abbiamo trattati».

Quanto alle prime cose da fare per la nuova giunta regionale, l’emergenza lavoro sarà tra i primi interventi da combattere. «Non mi formalizzo sui primi cento giorni, ma abbiamo chiaro cosa dobbiamo fare – ha detto Zaia – abbiamo davanti anche un governo che deve recuperare la sua credibilità con i Veneti. Non faremo sconti a un governo che ha schierato in Veneto per la campagna elettorale ministri in andata e ritorno. Pensavo anche convocassero un consiglio dei ministri in Veneto per discutere dei problemi della regione! L’errore politico l’ha fatto Renzi tentando di dare un valore politico a queste elezioni. Venne persino a parlare della sanità veneta senza conoscere i numeri. Ha avuto cattivi consiglieri».

Se Zaia festeggia il risultato rotondo ed incontrovertibile, a sinistra ci si lecca le ferite. «Il risultato è peggiore di quello che ci aspettavamo. Il Pd ha fatto tutto il possibile, ma qui non è scattata la molla del partito come forza di governo. Va però rilevato che in Veneto più dei partiti ha vinto Zaia, ha vinto la persona e non la Lega, per non parlare di Forza Italia» ha detto il segretario veneto del Pd, Roger De Menech, commentando la sconfitta di Alessandra Moretti alle regionali. «Siamo delusi – aggiunge – ma è una delusione che dura pochi minuti, perché poi ripartiamo da subito per fare una opposizione decisa per i prossimi 5 anni e per costruire una alternativa di governo del Veneto».

«Una grande delusione, da togliere il fiato, per un risultato drammaticamente al di sotto delle aspettative proclamate da dirigenti regionali e nazionali. Ha vinto una rassegnata conservazione dell’esistente perché come Pd non siamo riusciti a formulare e trasmettere una credibile proposta per migliorare la vita del popolo veneto» ha detto Simonetta Rubinato, parlamentare del Pd, che a novembre aveva partecipato alle primarie per la scelta del candidato presidente, secondo cui questo è «il peggior risultato dal 1995 ad oggi. Una riflessione dunque si impone: mai come questa volta c’erano le condizioni politiche favorevoli, con un centrodestra ed una Lega frantumati e nonostante questo abbiamo perso anche rispetto al 2010».

Più morbida l’analisi del voto da parte della sconfitta Alessandra Moretti: «qui ha trainato Zaia, non ha vinto Salvini. Salvini non è riuscito nel suo intento. Qui il primo partito è quello di Zaia quindi siamo di fronte ad un voto personale. Su di me forse ha pesato anche un giudizio sull’operato del governo. Nell’ultimo mese – ha aggiunto – la campagna elettorale degli avversari è stata giocata solo su migranti e rom e ho sentito pochi contenuti sul resto. Purtroppo la battaglia si è consumata su dei messaggi che andavano a colpire la pancia dell’elettorato”.

“In politica – ha aggiunto Moretti – si vince e si perde, noi abbiamo corso per vincere e lo hanno visto tutti. Ma si può anche perdere. Ho vinto tante volte e questa volta perdo ma con un grande senso di responsabilità. Si perde per costruire un’alternativa visto che evidentemente non siamo riusciti a comunicare bene quello che volevamo”. “E’ evidente – ha concluso – che sono stata presa di mira dall’opinione pubblica. Io quando attacco un avversario lo faccio sempre dai punto di vista dei contenuti, gli attacchi che ho subito hanno riguardato più spesso la sfera personale, ma ognuno fa politica secondo il suo stile. Io continuerò a fare politica vigilando affinché chi si trova alla guida di questa Regione sia trasparente e oculato nella gestione del soldi pubblici».