Domenica 31 maggio in Veneto al voto anche 34 comuni

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venezia ponte rialto 2Venezia e Rovigo gli appuntamenti più importanti

Domenica 31 maggio non si vota solo per il rinnovo del Consiglio regionale del Veneto: alle urne si recano anche 34 municipi, 29 dei quali di piccola dimensione e 2 capoluoghi di provincia, Rovigo e Venezia. La città lagunare con i suoi 261.362 abitanti che alle scorse elezioni consegnarono la maggioranza del 51,13% al candidato del centrosinistra Giorgio Orsoni alla testa di un’eterogenea coalizione di centro sinistra, battendo il candidato del centro destra Renato Brunetta, fermato al 42,60%.

Alle elezioni di domenica prossima, il panorama è molto differente, con le coalizioni del 2010 che si sono squagliate. Alla carica di primo cittadino di Venezia nel 2015 concorrono dieci aspiranti. Il candidato centrista Luigi Brugnaro è sostenuto da cinque liste, tra cui quelle di Forza Italia e Ncd, mentre quella della sinistra del parlamentare ed ex magistrato Felice Casson è ferma a quota sei, con l’asse portante costituito dal PD. Quattro liste sostengono invece il candidato espressione della Lega Nord, Gian Angelo Bellati, che ricopre il ruolo dell’outsider, con buone possibilità di aggiudicarsi un posto al ballottaggio, visto che difficilmente un candidato potrà centrare al primo turno il superamento della barriera del 50% dei voti.

Bellati, la danno come il terzo incomodo nella corsa a palazzo municipale…

gian angelo bellatiCredo che i Veneziani abbiano voglia di un po’ di aria nuova dopo gli scandali che hanno coinvolto i partiti che supportano le candidature dei miei due principali avversari, PD e Forza Italia su tutti. Credo di avere la possibilità di fare un buon risultato, specie se gli elettori andranno a votare, trasformando nelle urne il malcontento dilagante in città. Il mio obiettivo è di centrare il ballottaggio, forte del contenuto del programma elettorale e del buon momento che sta vivendo la Lega Nord.

Un anno di commissariamento ha lasciato irrisolti molti nodi.

I nodi irrisolti risalgono a ben prima dell’insediamento del commissario, visto che il sindaco del PD Orsoni ha preferito spesso rinviare le decisioni durante i quattro anni del suo mandato. Oggi Venezia ha molti problemi che non possono essere ulteriormente rimandati. Ad iniziare da un bilancio comunale in situazione disastrosa, con un deficit altissimo che costringe al massimo le addizionali locali a danno dei residenti a causa dell’incapacità del PD di gestire correttamente le finanze pubbliche. A Venezia è necessario cambiare in profondità la “macchina” comunale, ad iniziare dai dirigenti che sono troppi e non hanno una mentalità volta allo sviluppo della città e al supporto dell’iniziativa imprenditoriale. E’ necessario semplificare pesantemente la burocrazia comunale, dando alle persone certezza di tempi e di risposta alle loro legittime aspettative.

Il tema della sicurezza è un cavallo di battaglia delle forze politiche che la sostengono.

Solo un cieco non s’accorge cosa è oggi Venezia e, soprattutto, Mestre. Il malaffare e il crimine è dilagante, con quartieri interi dove vivere in sicurezza è problema enorme, con i cittadini che ricorrono all’autodifesa essendo le strutture pubbliche, ad iniziare dal Comune, latitanti. Non si può essere buonisti contro immigrati illegali, zingari, questuanti che importunano continuamente la gente lungo le strade e spesso anche per casa, nei negozi e nei laboratori. Serve un’azione decisa di recupero della vivibilità, dando alla gente e agli imprenditori la giusta sicurezza di cui hanno diritto.

Lustri di centrosinistra al governo della città hanno trasformato il centro di Venezia in una sorta di Disneyland.

Questo perché si è puntato alla cultura dell’effimero, dell’apparenza piuttosto che alla sostanza. Se eletto sindaco, punto a ridefinire le zone a traffico limitato e il costo dei plateatici e delle locazioni commerciali. E’ necessario riportare nel centro di Venezia anche le attività artigianali e commerciali che oggi sono scomparse fondamentali per assicurare la vivibilità del centro e il lavoro ai residenti. Se il Comune non facilita la creazione di posti di lavoro, è ovvio che la gente se ne va altrove, trasformando il centro di Venezia in una “cosa” iperaffollata di giorno e morta nelle ore serali.

Quali sono le sue ricette per il rilancio del comune?

Tra le prime azioni da fare c’è la riattivazione della legge speciale per Venezia, cosa che consente di tamponare la situazione esistente e porre le basi per il risanamento. In più, punto con decisione sulla creazione per Venezia di uno statuto speciale, con cui si stabiliscano precise esenzioni fiscali per chi vive e intraprende sul territorio cittadino ed in particolare del centro lagunare. Mi piacerebbe creare una norma sulla base di quanto previsto dal trattato europeo di Lisbona, articolo 107, comma 3, lettere B e D. Inoltre, tramite la semplificazione amministrativa e l’attivazione dello Sportello unico, ponti d’oro e tappeto rosso a chi vuole creare nuove imprese a Venezia.

Lei punta a fare di Venezia un centro di dialogo internazionale, specie rivolto ad Est.

Abbiamo aperti alcuni canali di dialogo con il mondo russo, e c’è interesse a fare di Venezia il luogo di dialogo dove le tensioni esistenti tra la Russia e i paesi satellite possano trovare una composizione pacifica. La Russia guarda con molto interesse al Veneto e alla sua capacità di fare e di mediare, di ponte tra le culture. Se domenica prossima il governatore uscente Luca Zaia sarà con ogni probabilità riconfermato, c’è già un accordo di massima con cui la maggioranza del Parlamento russo s’impegna a rivedere le sanzioni che oggi penalizzano duramente il Veneto, sia come luogo di destinazione turistica – le presenze russe sono decisamente calate negli ultimi mesi – e come realtà produttrice di alimentari, abbigliamento, arredo e moda. Si potrebbe esentare tutto il “Made in Veneto” certificato come tale dalle sanzioni, dando all’economia regionale un nuovo volano per la crescita.

Ultima questione: cosa fare per l’accesso delle grandi navi passeggeri a Venezia?

Credo che sia indispensabile spostare le grandi navi dal canale della Giudecca, potenziando il canale petroli da Fusina fino a Marghera, attivano lì il nuovo approdo per le grandi navi da crociera, mentre quelle di dimensioni più contenute potrebbero continuare ad arrivare all’attuale stazione marittima.