I candidati Zaia, Moretti e Berti rispondono alle domande del presidente Valerio
Sei domande, fondamentali per il futuro del Veneto. In vista delle elezioni regionali del 31 maggio, Confapi Padova ha messo a confronto i principali candidati al ruolo di presidente della Regione Veneto. L’Associazione delle piccole e medie industrie li ha invitati ad affrontare i nodi che più interessano il mondo dell’impresa e l’attualità, contattando le rispettive segreterie. Luca Zaia (Lega, governatore uscente), Alessandra Moretti (Partito Democratico) e Jacopo Berti (Movimento 5 Stelle) hanno raccolto l’invito. Ecco una sintesi delle loro risposte.
Al primo punto una questione dibattuta da molto come l’accorpamento delle province. Ed è subito polemica: «Spiace constatare che la Giunta Zaia abbia tergiversato con un ricorso, peraltro bocciato, invece di cogliere la sfida. Una volta eletta aprirò un tavolo con Upi e Anci. E’ necessaria un’adeguata ripartizione delle competenze per rendere più efficiente il nostro sistema istituzionale e amministrativo, anche a beneficio delle aziende» afferma Moretti.
«Il riordino delle funzioni provinciali non si risolve con un semplice spostamento di tessere di un mosaico» la riposta di Zaia. «In quest’ambito, la Giunta regionale del Veneto ha approvato lo scorso 29 dicembre un disegno di legge, provvedimento che dovrà essere approvato e attuato nel corso della prossima legislatura».
Così Berti: «Siamo favorevoli a patto che si rispettino l’identità sociale, culturale ed economica del territorio. Siamo contrari alle città metropolitane».
Poi una questione spinosa: le infrastrutture e come è possibile tutelarsi dagli eventuali scandali legati alle tangenti che emergono puntualmente ogni volta che si parla di grandi opere? Zaia e Moretti le ritengono strategiche, mentre opposta è la posizione di Berti.Zaia ricorda quanto fatto in questi anni e indica «le linee ulteriori di sviluppo, quali il sistema interportuale ed intermodale Alto Adriatico, l’alta velocità ed i collegamenti ferroviari con Venezia e Verona, il sistema metropolitano Regionale e l’elettrificazione di linee locali». Per difendere trasparenza e legalità propone «il ricorso a “bandi tipo” per ottenere una sorta di “bollino blu” anticorruzione per le maxi opere, grazie alla collaborazione già avviata con l’ANAC».Per Moretti «la sfida del Veneto è riuscire a sfruttare le opportunità offerte dal progetto di sviluppo dei corridoi europei. Due i punti cardine: una pianificazione che parta dal basso e un’analisi adeguata dei flussi di persone e di merci. Istituiremo un garante anticorruzione che sarà indipendente dalla Giunta e nominato con una maggioranza dei due terzi del Consiglio regionale». Ben diversa la posizione di Berti: «le opere citate sono utili solo alla politica corrotta. Per tutelarsi dagli scandali l’unica soluzione è mettere cittadini onesti nelle istituzioni per introdurre il nostro pacchetto anticorruzione».
La reindustrializzazione del territorio e il ruolo di Veneto Sviluppo nella terza domanda. Zaia cita gli «1.5 miliardi fra garanzie e riassicurazione del credito a favore di 14.000 aziende» messi a disposizione proprio grazie a Veneto Sviluppo e spiega che «destineremo voucher per 23 milioni di euro per l’internazionalizzazione delle imprese e la penetrazione o consolidamento dei mercati esteri».
«Accesso al credito, internazionalizzazione, competenze e burocrazia zero» sono invece i pilastri della proposta Moretti. «Veneto Sviluppo deve diventare il vero e unico hub di investimenti della Regione. Aumenteremo i fondi per le garanzie, il capitale di rischio e il fondo perduto».La riposta di Berti sta nel «microcredito veneto. Lo finanzieremo, oltre che con i soldi che restituiremo in base all’impegno che – unica forza politica ad averlo fatto – abbiamo già firmato, soprattutto col taglio dei costi della politica. Grazie all’abolizione dei vitalizi recupereremo 65 milioni di euro che potranno far aprire 2.600 nuove imprese, 1 e mezza al giorno».
Per quanto riguarda il sostegno al lavoro, in un Veneto in cui il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 7.7% e quello giovanile il 18%, Zaia dice che «valorizzeremo il “contratto regionale di attività”. Punteremo sullo Statuto regionale del lavoro autonomo per le attività imprenditoriali. Potenzieremo l’Osservatorio sulle professioni per dare una nuova opportunità a chi ha perso il lavoro, agevolando le imprese».
Moretti punta invece a utilizzare «i fondi europei per incentivare l’assunzione degli under 29 e i giovani professionisti che svolgono praticantato. Per quanto riguarda l’agricoltura, in agenda fondi ad hoc del programma di sviluppo rurale destinati a mille imprese agricole condotte da under 40». Berti si affida al reddito di cittadinanza: «780 euro a chi non lavora, mentre svolge 60 ore di lavori di pubblica utilità e riceve delle proposte di lavoro. Se le rifiuta perde il reddito di cittadinanza».
Capitolo immigrazione e integrazione. Zaia ricorda «i 514.000 immigrati regolari» presenti in regione, «la terza in Italia per quantità, che contribuiscono al 10% del PIL regionale. Ma è necessario dunque attuare un progetto di legalità».Per Moretti occorre «offrire gli stessi strumenti di sostegno al credito e di finanziamento di progetti innovativi a tutte le imprese; informare dell’esistenza di tali strumenti in maniera da rendere comprensibili i processi anche agli imprenditori stranieri (cooperando, per questo, con le associazioni di categoria)».
Secondo Berti «la priorità è tutelare il “Made in Veneto”. Se i cinesi investono nel nostro territorio ben venga, ma se vengono ad abbattere gli standard di qualità delle eccellenze venete o a replicare, falsificando, i nostri prodotti allora devono essere puniti».
Infine il nuovo polo ospedaliero di Padova. Zaia conferma l’impegno. E sarà «un Policlinico Universitario di valenza internazionale, per la cura e la ricerca a favore dei cittadini e della sanità del futuro. La commissione in questi mesi ha fatto un bel lavoro e finalmente abbiamo avuto un monitoraggio definitivo di tutte le aree possibili. Oggi si tratta di chiudere la partita».
Moretti è di nuovo in contrasto con l’attuale presidente. «Punto primo: si partirà dai consigli e dalle indicazioni che verranno dal prossimo Rettore dell’Università, dalla Scuola di Medicina e dagli operatori sanitari dell’Azienda ospedaliera. Punto secondo: deve essere un campus in grado di formare i nuovi professionisti sanitari. Punto terzo: prendere una decisione. Durante la mia legislatura passeremo dalle chiacchiere e dalle beghe interne alla Lega a decisioni che troveranno il plauso dei cittadini e degli operatori».
Drastica l’opposizione dei 5 Stelle: «siamo contrari perché non c’è un progetto vero e proprio ma si ragiona ancora sul modello del “project financing”. Togliendo risorse alla vera eccellenza della zona che è l’ospedale dell’Università di Padova».
«Abbiamo voluto realizzare queste interviste per fare chiarezza intorno ai punti che più da vicino riguardano le imprese e l’attualità. Noi rimarremo vigili, monitorando le risposte e valutando quanto sarà poi messo in pratica rispetto alle promesse fatte in campagna elettorale. Diamo al futuro presidente sei mesi per passare dalle parole ai primi fatti: a dicembre ci impegniamo a verificare i risultati raggiunti – spiega Carlo Valerio, presidente di Confapi Padova -. Gli imprenditori dell’Associazione chiedono a chi si candida a guidare Palazzo Balbi di prendere precisi impegni in favore della crescita economica, dello sviluppo dell’occupazione e in materia di infrastrutture. Questo è anche il nostro modo per dire ai candidati presidente e ai candidati consigliere che rimarremo vigili».