La disposizione del governo Renzi per il 24 maggio scatena polemica: nella stessa giornata si vota per il ballottaggio nei comuni
Forse del tutto involontariamente, in Alto Adige Matteo Renzi ha scatenato l’ennesima guerra sul Tricolore. L’obbligo di esporre la bandiera la prossima domenica 24 maggio a ricordo dell’inizio della Grande Guerra ha scatenato la protesta dei partiti politici di lingua tedesca che vedono il provvedimento come un sopruso.
Oltre che storico, in Alto Adige il problema è politico, perché nella stesa giornata si celebra il ballottaggio dei sindaci in molti comuni. Cosa che impone, secondo il cerimoniale, che le bandiere italiane e quella europea vengano esoposte all’esterno dei seggi elettorali durante le consultazioni.
Il partito separatista Südtiroler Freiheit lamenta che il Commissariato del governo avrebbe ordinato ai comuni, alla giunta ed al consiglio provinciale di esporre il tricolore. Il partito che fu della pasionaria Eva Klotz definisce «inaccettabile» la circostanza che «l’Alto Adige sia obbligato a glorificare la guerra che venne condotta contro l’Austria», definita «la madrepatria dei sudtirolesi».
La Svp invita allo sciopero del Tricolore, cosa che dà il pretesto al candidato sindaco di Bolzano del centro destra, Alessandro Urzì, per un attacco al sindaco uscente del PD Luigi Spagnolli: «la disposizione del governo Renzi, grande sponsor del sindaco di Bolzano, che prevede sia issata la bandiera nazionale in occasione della ricorrenza della data che ricorda l’entrata in guerra dell’Italia il 24 maggio 1915 contro l’Austria Ungheria e che avrebbe condotto al completamento dell’Unità italiana, sarà rispettata dal sindaco Spagnolli o egli preferirà ammainare il Tricolore come richiesto dalla Svp a disagio per il significato che quella data ha nella storia?» Urzì “pizzica” anche gli ecosociali; «O Spagnolli farà issare sì la bandiera nazionale ma a mezz’asta, come richiesto dagli ecosociali?» Posizione cerchiobottista da parte dei Verdi, secondo i quali «la tragedia che ha rappresentato la Prima guerra mondiale, indifferentemente se si appartiene alla schiera dei vincitori o dei perdenti, può essere ricordata solo con una bandiera issata a lutto».
Anche la deputata azzurra Micaela Biancofiore attacca la maggioranza locale e nazionale: «il presidente del consiglio, Matteo Renzi, è nazionalista secondo convenienza. L’ordine di celebrare il 24 maggio l’entrata in guerra dell’Italia imponendo l’esposizione del Tricolore a tutte le istituzioni italiane, si sta rivelando un nuovo boomerang», afferma Biancofiore che parla di «porta in faccia presa da Renzi proprio dal suo amico Kompatscher, presidente della Provincia di Bolzano col quale solo qualche giorno fa sorrideva sornione da un palco in Alto Adige». «Da una parte – prosegue la deputata altoatesina – il premier consegue la secessione politica dell’Alto Adige con l’Italicum, dall’altra dimostra di non conoscere affatto la Svp e la realtà sudtirolese imponendo proprio all’Alto Adige a maggioranza tedesca l’esposizione del tricolore in occasione della sconfitta di quella che loro ritengono la loro madrepatria Austria». «Certamente i tedeschi domenica al ballottaggio andranno al mare consegnandoci la vittoria», auspica sorniona Biancofiore.