Zaia presenta il suo programma in fatto di sanità, che assorbe gran parte delle risorse regionali

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ZAIA FOTO DI GRUPPO CON SANITARI
ZAIA FOTO DI GRUPPO CON SANITARILe posizioni di Moretti, Berti e Tosi sull’argomento

La sanità è uno dei fiori all’occhiello del Veneto, grazie anche all’attenzione che la giunta di Luca Zaia hanno posto nel continuo miglioramento del servizio, quasi unanimemente ritenuto una delle migliori d’Italia. La battaglia per diventare il nuovo governatore di Palazzo Balbi passa anche per la sanità che tiene banco nella sfida tra Luca Zaia (presidente uscente) e i suoi principali sfidanti, Alessandra Moretti (Pd), Flavio Tosi (liste civiche) e Jacopo Berti (M5S). Non fosse altro perché nel bilancio della Regione vale 8,5 miliardi di euro l’anno, più di 3/4 dell’ammontare complessivo.

Nel 2014, il Veneto ha erogato oltre 68 milioni di prestazioni sanitarie, e sono in crescita i pazienti che vengono a curarsi da fuori regione: nel 2014 la “mobilità attiva sanitaria” ha portato al Veneto 325 milioni di euro, pagati da altre regioni. E il saldo tra Veneti che si recano in altri ospedali e pazienti che vengono da fuori è sempre positivo, per circa 100 milioni.

Gli scontri che Zaia ha avuto recentemente con il Governo – dal premier Renzi, al ministro Lorenzin – hanno spesso avuto per oggetto la sanità. Quegli “sprechi” che il governatore leghista imputa allo Stato di non far pagare alle Regioni meno virtuose, che invece – sostiene da anni – si risolverebbero se venissero applicati i costi standard per comprare garze e siringhe. Zaia, che vanta bilanci delle Usl “in attivo da 5 anni”, o la sperimentazione delle “aperture serali” degli ambulatori per abbattere le liste d’attesa, può così tuonare contro il Governo quando il nuovo accordo Stato-Regioni imporrebbe anche al “suo” Veneto un taglio di circa 200 milioni.

Un argomento in cui si sono inseriti gli avversari del governatore nella campagna elettorale, ad iniziare dallo stesso Matteo Renzi quando, parlando di sprechi, ha citato una regione «con 7 province che ha 22 Asl». Zaia ha ribattuto, precisando che le Asl «sono 21 e non 22», e ha ricordato che intende ridurle. Ma Alessandra Moretti non ha fatto cadere la palla, rilanciando: «unità sanitarie da 21 a 8, e con le risorse risparmiate un finanziamento massiccio per 330 gruppi di medicina integrata». La candidata Dem ha inoltre promesso che, in caso di elezione, procederà all’assunzione di «3.000 medici e professionisti sanitari». L’occasione per attaccare l’avversario (ed ex compagno di partito) l’ha colta anche Flavio Tosi (ex assessore regionale alla sanità nelle giunte Galan). Il sindaco di Verona ha proposto l’abolizione dei ticket sanitari – «non è demagogia – ha chiarito – è possibile non applicarli così come è stato possibile non applicare le addizionali Irpef regionali» -. Ed è poi andato all’attacco della delibera sulle aperture serali degli ospedali che – ha sostenuto – avrebbero portato solo ad una riduzione del 7% dei tempi di attesa, «ma costando due volte e mezzo rispetto allo stesso numero di prestazioni effettuate in orario diurno. Un’operazione di sanità mediatica». Il suo progetto per una nuova sanità il candidato del Movimento 5 Stelle, Jacopo Berti, l’ha spiegato così: «in Veneto sono sufficienti sette Usl, una per provincia. Ma il progetto va deciso ascoltando il territorio e i cittadini. Meno poltrone e più posti letto, meno dirigenti e più personale ospedaliero e servizi. Questa è per noi la sanità, il paziente deve essere al centro. Non deve essere un business».

Intanto, Zaia, forte dei successi fin qui ottenuti, presenta il suo programma in fatto di nuova sanità del Veneto che prevede un’unica azienda sanitaria regionale che ingloberà acquisti o ufficio legale, mentre sul territorio rimarranno i servizi, un Cup unico regionale, stop al ticket (ministero dell’Economia permettendo), cure odontoiatriche gratis in base al reddito e per fasce d’età, ampliamento del numero della medicina integrata di gruppo per assicurare anche di notte la reperibilità del medico e l’istituzione, per legge, di un giorno alla settimana in cui i direttori generali dovranno ricevere il pubblico.

Il mondo della sanità è un cavallo di battaglia caro al presidente Zaia e lo rimarca in questa campagna per la sua ricandidatura. In Veneto ci sono 75 ospedali, 95.000 dipendenti, 2 milioni di accessi al pronto soccorso nel 2014, 4.000 medici di base. Nonostante i tagli decisi dal Governo, il Veneto «è l’unica regione – ha detto Zaia – che non applica l’addizionale Irpef, né i ticket regionali mentre c’è un ticket “di base” ma è imposto dal Governo che sarebbe possibile azzerarlo se si adotta un nuovo modello sul quale stiamo lavorando e con conseguente trattativa col ministero dell’Economia perché sulla carta ci sono 200 milioni di euro». «Però – ha osservato Zaia – va mutuato con un progetto che sia serio: perché se si dice “ticket zero”, c’è poi il rovescio della medaglia, per cui tutti farebbero quadruplicare le richieste di attività nella sanità. Dobbiamo trovare un punto di equilibrio in maniera tale che se l’acqua non costa più nulla, tutti non lascino il rubinetto aperto».

Zaia ha proseguito affermando che «abbiamo la spesa procapite più bassa in Italia e il tasso di ospedalizzazione è di 7 giorni contro una media di 30», ricordando che «il Veneto ha 21 Usl, due Aziende ospedaliere e una Ircss». «Accentreremo tutto in un’unica azienda, e siamo gli unici a poterlo fare – ha poi detto – perché abbiamo costruito un percorso di legge, che farà per esempio gli acquisti, mentre nei territori ci saranno i servizi al cittadino, non come sempre ma migliore». Arriverà poi il Cup unico regionale: «c’è il progetto, praticamente pronto, di fare in modo che i cittadini possono rivolgersi alla farmacia per prenotarsi le visite – ha detto Zaia – le risonanze e le analisi e ritirare i referti sempre lì. Il Cup unico regionale darà modo di far sapere i tempi di attesa in tutto il Veneto: se qualcuno vuole, può decidere di affidarsi ad un’altra Usl, anche lontana se ha urgenza».

Zaia ha assicurato cure odontoiatriche gratis per i disoccupati, i titolari di assegni sociali e di pensione e i loro familiari, e agevolazioni per i redditi fino a 29.000 euro. Le cure odontoiatre saranno garantite: le protesi saranno date ai cittadini che non riescono a pagarsele in base al reddito o per fascia d’età. Zaia pensa anche all’introduzione della sanità su smartphone e tablet, al potenziamento della telemedicina medicina integrata di gruppo «che è la grande rivoluzione che avevamo promesso. Ce ne sono già 80, arriveremo a 350. Con un ambulatorio, con un medico e un infermiere dalle 8 alle 22, i prefestivi dalle 8 alle 10, e poi e reperibilità notturna nel proprio comune». Infine pensa all’ipotesi che i direttori generali debbano ricevere i cittadini una volta alla settimana: «il pubblico io lo incontro – ha osservato Zaia – non capisco perché non lo possa fare un direttore generale».