Valdastico Nord, cambia il ministro alle Infrastrutture e cambiano le priorità: protesta del Veneto

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valdastico cartello fine autostrada pioveneZaia: «ancora funambolismo del Governo». Toniolo: «Ncd apra subito la crisi di Governo». Marangoni: «serve coerenza»

Valdastico Nord, cambia il ministro alle infrastrutture (dal Ncd Lupi al Pd Delrio) che cambiano le priorità del Governo Renzi in fatto di infrastrutture, con il risultato che il tratto Nord della A31 finisce nel dimenticatoio, per la felicità degli amministratori trentini del centro sinistra. Un comportamento che ha fatto infuriare il Veneto, dalla politica al mondo imprenditoriale.

Il presidente del Veneto Luca Zaia esprime il disappunto dell’amministrazione regionale per il cambiamento messo in atto dal Governo e reso pubblico dal ministro Delrio il quale, in occasione di una risposta ad un’interrogazioni in Senato sugli intendimenti del governo in merito al completamento della procedura per la realizzazione del tratto autostradale Valdastico Nord, ha detto che la questione è oggetto di un contenzioso sul quale occorrerà ancora attendere gli esiti, nel senso che è ancora in corso la trattativa con la provincia autonoma di Trento, che non ha ancora espresso intesa sulla realizzazione dell’opera. Poi si potrà discutere il tracciato. «E’ bastato cambiare ministro – dice Zaia – e la prosecuzione dell’autostrada Valdastico a Nord è sparita dai programmi governativi. Siamo passati dalla esplicita volontà dell’ex ministro Lupi di veder completata l’opera anche senza l’intesa con la Provincia di Trento, perché considerata strategica, alle timidezze del ministro Delrio che dichiara di non poter muovere passo se prima Trento non dà il suo assenso. Bella dimostrazione di idee chiare sulle priorità e come portarle avanti».

Regione veneto riassetto deleghe giunta Isi Coppola Luca Zaia ditaSecondo Zaia «l’opera prima strategica e assolutamente da fare è diventata un intervento ordinario che può attendere. Il Veneto ribadisce invece che la decisione di procedere deve essere presa il più rapidamente possibile, anche in maniera unilaterale considerando oltre tutto che si tratta di un’infrastruttura che non ha costi per lo Stato e che non pesa sul bilancio pubblico». «Quando, al termine di uno specifico incontro a Palazzo Chigi con Renzi, mi mostrai dubbioso sull’ottimismo del premier e dei ministri, non mi sbagliavo – prosegue Zaia – e ora, con un Governo che teme come la peste di andare a disturbare la provincia autonoma di Trento, il rischio è che la Valdastico, che per il tratto Sud è interamente finanziata e con alcuni tratti già in via di completamento, finisca per diventare la Gioia Tauro del Nord, l’ennesima incompiuta. Un intero distretto industriale sappia fin d’ora a chi attribuire la responsabilità. Noi procediamo a tutta velocità, il governo frena».

Per il Veneto «la realizzazione della Valdastico Nord – conclude Zaia – significa per noi poter disporre di un altro valico, di sgravare la A4 da milioni di passaggi di mezzi, limitandone sensibilmente così l’inquinamento e la pericolosità. Significa anche inserire il Polesine in una più ampia rete viaria».

Secca anche la protesta proveniente dal consigliere regionale Costantino Toniolo (Area Popolare – NCD Veneto Autonomo), che chiede a gran voce al suo partito di «far cadere il Governo ora, o a settembre, non mi pare vi sia tanta differenza. A maggior ragione se il Ministro delle infrastrutture Delrio non mantiene le promesse fatte ai Vicentini e ai Veneti dal suo predecessore sulle grandi opere e in particolare sulla Valdastico Nord, ritengo sia il caso che Area Popolare Veneto inviti gli esponenti del partito ad uscire al più presto dal Governo e dalla maggioranza in Parlamento». Per Toniolo la Valdastico Nord «deve essere chiaro che ci vuole la volontà politica per far procedere l’iter, altrimenti la burocrazia ha mille spunti per insabbiare i progetti! O il Governo ci dice in modo esplicito che queste opere si faranno, o è il caso di mobilitare tutta Area Popolare e soprattutto gli esponenti Ndc al Governo e in Parlamento per mandare a casa l’inquilino di Palazzo Chigi al più presto!»

Sulla stessa linea anche gli imprenditori di Confindustria Vicenza: il vicepresidente Gaetano Marangoni con delega alle infrastrutture afferma che «sulla Valdastico Nord dal Governo ci aspettiamo coerenza: non si possono cambiare le carte in tavola perché cambia un ministro». Marangoni ricorda come «con il precedente Ministro alle infrastrutture Lupi il Governo aveva preso posizione chiara sulla Valdastico, affermando che la sua realizzazione non sarebbe dipesa dai voleri degli interlocutori trentini e aprendo dunque una nuova prospettiva concreta per quest’opera attesa da decenni. Ora, a distanza di pochi mesi, il nuovo ministro Delrio esce con affermazioni che contraddicono il suo predecessore e quindi il governo nel suo complesso. Infatti, nonostante il CIPE, presieduto dallo stesso Renzi, abbia il 10 novembre 2014 testualmente riconosciuto “l’esigenza di superare il dissenso manifestato dalla Provincia autonoma di Trento”, secondo il ministro Delrio il parere trentino torna a essere condizione indispensabile per la realizzabilità di questo tratto di autostrada, rendendo l’interesse del Veneto e quello nazionale ostaggi degli egoismi trentini. Tutto questo disorienta e francamente fa cadere le braccia. Dal governo ci aspettiamo coerenza: non si possono cambiare le carte in tavola perché cambia un ministro. Se il presidente del Consiglio vuole offrire di sé e del suo esecutivo un’immagine di autorevolezza e credibilità non è questa la strada giusta: sono le bandiere che cambiano direzione al cambiar del vento, non i governi».

Gli industriali ribadiscono che la prosecuzione a Nord della Valdastico è e rimane una priorità indiscussa non soltanto per il Vicentino, ma per tutto il Veneto e il territorio del NordEst.

«Completare questa infrastruttura, nata per proseguire verso nord e per decenni fermata da puri interessi localistici, è fondamentale per aprire la nostra regione verso i mercati europei più strategici per la nostra economia e dunque per garantire competitività a un territorio che rimane uno dei traini del paese – prosegue Marangoni -. Lo sbocco a Nord della Valdastico è funzionale anche a rendere meno intasato il traffico sull’Autobrennero, che soffre sempre più la congestione di mezzi e appare chiaramente insufficiente per assicurare collegamenti moderni ed efficaci. Con la prosecuzione della Valdastico si potrà realizzare l’interconnessione con la A22 migliorando le relazioni della parte orientale della Pianura Padana e della fascia adriatica con il Brennero, dando così un senso compiuto anche alla Valdastico Sud d’imminente completamento. La stessa Comunità Europea ha inserito questa infrastruttura nelle reti di trasporto TEN-T, per le sue caratteristiche di potenziamento del collegamento tra il Corridoio europeo Mediterraneo e quello Scandinavo-Mediterraneo».

Infine, Marangoni ricorda un aspetto spesso sottovalutato, quello legato alle ricadute economiche sul PIL di tutta l’area interessata: «il costo dell’opera è previsto che sia interamente coperto dalla società concessionaria, senza oneri per lo Stato. A fronte di questo, si calcola che il territorio compreso nel triangolo Trento-Verona-Vicenza potrà registrare un incremento medio annuo di circa il 2% del Pil grazie alla realizzazione della Valdastico Nord. Proiettato nell’arco di un decennio, significa un valore aggiuntivo di oltre 16 miliardi di euro. Senza dimenticare l’occupazione che verrebbe messa in moto. Con questi numeri e queste prospettive, mancare l’appuntamento sarebbe una prova di miopia politica. Viste le premesse di rinnovamento del modo di intendere e di fare politica con cui si è presentato questo governo, vogliamo ancora pensare che il presidente Renzi dia importanza alla coerenza e alla crescita del paese più che ai bilancini degli interessi politici di parte».