La mostra bolognese “Da Cimabue a Morandi. Felsina Pittrice” prorogata fino alla fine di agosto

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Da Cimabue a Morandi
Da Cimabue a MorandiL’evento culturale curato da Vittorio Sgarbi avrà seguito nei prossimi due anni

La mostra bolognese “Da Cimabue a Morandi. Felsina Pittrice”, curata da Vittorio Sgarbi, prorogata al 30 agosto, ha superato i 70.000 visitatori. E celebra il traguardo annunciando l’arrivo di una nuova opera, una pala d’altare di Filippino Lippi, che sarà in mostra anche l’anno prossimo quando a Bologna ci sarà un seguito: un grande rassegna sul Rinascimento Bolognese. Le due mostre troveranno poi definiva conclusione in una terza mostra, nel 2017, sul Barocco bolognese, che chiuderà il trittico della rassegne curate per Palazzo Fava da Sgarbi.

L’annuncio è stato dato dallo stesso critico e dal presidente dei musei bolognesi del Genus Bononiae, Fabio Roversi Monaco. «La mostra prorogata affronterà l’estate che generalmente nelle grandi città è un periodo a rischio – ha detto Sgarbi – ma io non lo temo, perché quando ero assessore a Milano inventai la “Bella Estate”. E’ una mostra che affronta un rischio ma garantisce un’opportunità di conoscenza di una civiltà come quella bolognese per un tempo più lungo».

Poi la rassegna di quest’anno avrà, appunto, un seguito lungo due anni. Per l’anno prossimo è stata annunciata una grande mostra sul Rinascimento a Bologna che parte «da Raffaello e prevede Niccolò dell’Arca. Sarà impegno nostro trasferire “Il Compianto” in questa sede, ricollocandolo (per il tempo nella mostra) in una diversa composizione perché quella attuale in Santa Maria della Vita è sbagliata!, ha detto Sgarbi. Ma ci sono anche capolavori sconosciuti, come l’affresco – già staccato – di Paolo Uccello della Chiesa di San Martino, dove è stato scoperto nel 1980. «Si può muovere, facendo così vedere un’opera fondamentale del rinascimento italiano, in questo caso fiorentino, a Bologna». Ma l’anno prossimo ci sarà anche il capolavoro del ’500 di Filippino Lippi, una pala d’altare che arriverà a giorni già per la mostra attuale, dove sarà «avanguardia di quella sul Rinascimento». Non mancherà infine Michelangelo, «che ha lavorato con Niccolò dell’Arca nell’Arca e anche lì è possibile che in accordo con il Fec, il Fondo edifici di culto, si possa avere uno degli elementi di Michelangelo che compongono l’arca di Niccolò. Questa è una cosa che può essere fatta, come no, per evitare polemiche, ma resta il fatto che fu già spostata e esposta a Firenze nella mostra di Michelangelo».

Sgarbi ha accennato alle polemiche che hanno accompagnato la mostra bolognese, come quella fatta da storici dell’arte e critici contrari ai prestiti delle opere annunciati per l’esposizione. «Quando nel 2012 la pala di Raffaello andò a Parigi e Madrid, i “mentecatti” che hanno aperto la polemica non dissero nulla, come se andare a Parigi fosse giusto, venire qui a pochi metri sbagliato». Infine il trittico di mostre si chiuderà nel 2017 con una grande rassegna sul barocco, «inteso come rapporto tra Bologna e Roma, perché quando muoiono Caravaggio e Carracci il dominus di Roma è un bolognese, è Guido Reni: la grande pittura del ’600 romano è bolognese».