Regione Veneto, a comuni e province 64 milioni di euro in più grazie alla revisione del patto di stabilità

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zaia e ciambetti incontro sindaci trevigiani
zaia e ciambetti incontro sindaci trevigianiCiambetti: «la regione “gira” agli enti locali parte delle proprie disponibilità»

Su proposta dell’assessore al bilancio e agli Enti locali Roberto Ciambetti, la Giunta regionale del Veneto ha deliberato di trasferire a comuni, province e città metropolitana, che ne avevano fratto richiesta, una quota regionale del patto di stabilità, pari a circa 64 milioni di euro.

«Si tratta del Patto regionale verticale incentivato – spiega Ciambetti – grazie al quale viene data la possibilità agli enti locali di spendere superando i vincoli del patto di stabilità. Ciò è possibile in quanto il saldo regionale non muta, dato che la Regione contestualmente diminuisce la propria capacità di spesa. L’operazione rappresenta una autentica boccata di ossigeno per le amministrazioni che possono così liberare risorse e affrontare spese che altrimenti non avrebbero potuto sostenere».

Dei 64 milioni di euro disponibili, 48 vanno a favore dei comuni e 16 delle province e della città metropolitana.

Sono 221 le domande pervenute in regione: 5 da province e città metropolitana, 216 dai comuni. Di queste ultime, 110 sono di comuni tra i mille e i 5.000 abitanti (per uno ‘spazio’ di spesa di 10.765.648 euro), 81 di comuni tra i 5.000 e i 15.000 abitanti (27.509.454 euro), 21 di comuni tra 15.000 e 50.000 abitanti (6.566.059 euro) e 4 di comuni oltre 50.000 abitanti (8.009.423 euro).

Tra le curiosità, la quota di spesa più bassa spetta al comune di Sanguinetto, in provincia di Verona, che aveva chiesto “spazio di spesa” per 1.487 euro e se ne è visto attribuito per 2.000. «Gli arrotondamenti come nel caso di Sanguinetto – continua Ciambetti – sono stati possibili perché la somma delle domande non raggiungeva, per altro di poco, il tetto a diposizione e così abbiamo potuto soddisfare le richieste arrotondandole al rialzo anziché al ribasso come di norma avviene».

Tra i comuni più piccoli, la quota più significativa di spesa è stata riconosciuta a quello di Zimella, nel veronese, con 1.132.000 euro, seguito da Domegge di Cadore con 755.000 euro. Tra i comuni compresi tra i 5 e i 15.000 abitanti è Cortina d’Ampezzo a vedersi assegnata la maggiore capacità di spesa per 4.827.000 euro.

«Potendo finalmente aprire i cordoni della borsa – ha concluso Ciambetti – molte amministrazioni locali potranno affrontare con più tranquillità i prossimi mesi. E’ anche vero che davanti a queste cifre si comprende l’assurdità del meccanismo astruso del patto di stabilità, che impedisce la spesa ai comuni che hanno risorse in cassa, creando così situazioni di autentico disagio e difficoltà alla lunga insostenibili. Questo provvedimento contribuisce a sollevare gli enti locali che, assieme alla regione, non dimentichiamolo, in questi anni hanno sopportato a livello nazionale quasi il 50% delle varie manovre e “spending review” imposte dal governo centrale, mentre lo Stato di queste manovre e revisioni della spesa si è accollato solo il 15%».

Comunicato n. 686 – 2015   (BILANCIO/ENTI LOCALI)