Il 5 maggio inizieranno le valutazioni sui fattori di rischio cardiovascolare rivolto alle donne e uomini nati nel 1964 e residenti in provincia di Trento
L’Azienda provinciale per i servizi sanitaria (Apss) del Trentino ha presentato il programma provinciale di screening “Cardio 50”, un nuovo intervento di prevenzione destinato inizialmente ai nati nel 1964 ma che sarà via via esteso a tutti coloro che compiranno i cinquant’anni.
Per Luciano Flor, direttore generale dell’Apss, «quest’iniziativa integra l’offerta di servizi nel campo della prevenzione fornendo un sostegno per individuare precocemente i fattori di rischio cardiovascolare. Come tutte le iniziative di questo tipo anche questo programma si rivolge a persone che non manifestano segni di malattia. Trattandosi di un intervento di medicina d’iniziativa è caratterizzato da un invito attivo a tutti i soggetti rientranti in uno specifico target – in questo caso i nati nel 1964 – e si propone di individuare coloro che, senza saperlo, hanno fattori di rischio per malattie cardiovascolari e, conseguentemente, consente di suggerire azioni per ridurli o eliminarli».
Marino Migazzi, direttore del Dipartimento di prevenzione dell’Apss che, per la provincia di Trento coordina lo screening, ha evidenziato che «nonostante i dati epidemiologici dimostrino l’elevata mortalità a causa di malattie cardiovascolari, vi è nella popolazione una bassa percezione del rischio di ammalarsi e una scarsa informazione sui fattori predisponenti. Per questo, la provincia di Trento ha deciso di organizzare, assieme ad altre undici regioni italiane, per un totale di 22 Asl, un programma per individuare e prevenire possibili malattie cardiovascolari. Nel mese di aprile sono iniziate le spedizioni delle lettere d’invito, che saranno circa 600 al mese per un totale di 7.700. Saranno chiamate ad aderire allo screening tutte le persone nate nel 1964 e residenti nella provincia di Trento, eccetto quelle alle quali sono già state diagnosticate patologie quali ipertensione, diabete, neoplasie o affezioni del sistema cardiocircolatorio. Le valutazioni, effettuate da operatori sanitari (assistenti sanitari e infermieri) appositamente formati, inizieranno il 5 maggio in 14 ambulatori dei diversi ambiti territoriali».
«Il programma – ha proseguito Migazzi – prevede, accanto all’analisi del rischio cardiovascolare e alla valutazione dello stile di vita della persona attraverso un questionario, la misurazione della glicemia, della pressione arteriosa, della circonferenza addominale e il calcolo dell’indice di massa corporea (BMI) e una consulenza sull’adozione di sani stili di vita nei confronti dell’alimentazione, fumo e attività fisica. Al termine della valutazione verrà consegnato un referto riportante i valori rilevati e contenente una classificazione che sarà utilizzata per indirizzare le persone verso percorsi specifici di prevenzione in relazione a tre gruppi di rischio: classe A, rinforzo dello stile di vita; classe B, consulenza individuale specifica, consegna di materiale informativo e un controllo dopo sei/dodici mesi per valutare l’impatto della consulenza ed effettuare un ulteriore rinforzo dei messaggi educativi; classe C, invio al medico di medicina generale per gli approfondimenti diagnostici. Mi preme inoltre evidenziare che in questo screening saranno coinvolti con una modalità di assistenza integrata oltre al Dipartimento di prevenzione i distretti sanitari, i medici di medicina generale e le cardiologie ospedaliere».
«Parlare di prevenzione per le malattie cardiovascolari è sicuramente vincente – ha detto Roberto Bonmassari, direttore dell’Unità operativa di cardiologia dell’ospedale Santa Chiara di Trento – perché con questi interventi si è determinato un allungamento nella vita delle presone. Le malattie cardiovascolari costituiscono un rilevante problema di sanità pubblica: in Italia rappresentano una delle principali cause di morte e le evidenze scientifiche hanno dimostrato l’importanza di interventi di tipo preventivo per impedirne o ritardarne l’insorgenza».
Alla conferenza stampa era presente Marco Zeni presidente dell’Associazione per la lotta alle malattie cardiovascolari (Almac) che ha espresso soddisfazione per la partenza di questo intervento di prevenzione e ha evidenziato l’importanza della collaborazione tra servizi sanitari e associazioni di volontariato nel sostenere l’adesione all’iniziativa e nel veicolare messaggi sui corretti stili di vita volti a prevenire l’insorgere di possibili malattie.