Appello di Graziadei: «consumate latte trentino per sostenere gli allevatori locali»
La cooperativa Latte Trento si è riunita in assemblea per approvare il bilancio migliore di sempre, ma vede ombre sul futuro per via dei prezzi in picchiata e abolizione delle quote latte rischiano di mettere in ginocchio gli allevatori, specie quelli che operano nelle zone svantaggiate e in montagna.
Sono passati quattro mesi dal primo appello di Latte Trento ai consumatori. Alla vigilia di Natale, presentando il “Latte di montagna alta qualità”, i vertici della cooperativa misero in guardia dai rischi dell’abbattimento di qualsiasi barriera alla produzione con l’abolizione, dal primo aprile, delle quote latte. Adesso che le quote non ci sono più, l’allerta resta massima. «Troppa offerta, troppa produzione, cali eccessivi dei valori di mercato stanno creando una tragica corsa al massacro, non possiamo vincere questa sfida da soli», ha affermato il direttore della cooperativa Sergio Paoli. «Noi non possiamo fare concorrenza alle produzioni intensive di pianura – ha detto all’assemblea dei soci il presidente Carlo Graziadei – ci salva solo la genuinità del nostro latte e dei formaggi, i rigorosi protocolli di produzione, la bontà dei prodotti di montagna. Ma i consumatori devono capirlo, a cominciare dalle strutture pubbliche come scuole, ospedali, enti vari che acquistano latte dalla Germania, Austria, Francia e Slovenia».
Per Graziadei «la politica ci può aiutare cominciando da qui, dall’amore per questa terra e dalla consapevolezza che acquistare latte locale significa far vivere le persone che abitano e lavorano in montagna, e con esse contribuire alla bellezza del territorio. Fino a pochi anni fa facevamo salti tripli per pagare fornitori, chiudere contenziosi e garantire reddito ai soci. La grande fusione che ha portato in pochi anni a riunire i principali attori del comparto lattiero caseario – Fiavé, Sav, Pinzolo e Centrale di Trento – ci è costata immani sacrifici, ma adesso sotto il profilo industriale possiamo finalmente respirare».
La costruzione del nuovo caseificio accanto alla sede procede, con tempi un po’ allungati a causa della richiesta di una variante al comune per migliorare la gestione degli spazi. A regime consentirà grandi risparmi e migliori efficienze. Richiamo forte da parte di Graziadei a «comportamenti etici e rigorosi ai soci con tolleranza zero verso comportamenti non corretti da parte di qualche socio, dobbiamo lavorare tutti per la costante ricerca dei miglioramento della qualità». Il presidente di Latte Trento ha annunciato la prossima costituzione di una nuova struttura commerciale estera, anche attraverso accordi con società specializzate, per collocare su nuovi mercati oltreconfine una gamma ristretta di formaggi.
Sul fronte interno, rimane la tensione con il consorzio Concast-Trentinagrana che gestisce la commercializzazione del Trentingrana. Dopo i complimenti al consorzio per la gestione del grana, della panna e siero nel 2014, restano contenziosi pregressi non ancora sanati ed una diversa visione dell’organizzazione del lavoro.
«Negli ultimi quindici anni – ha affermato Graziadei – il prezzo del latte è sempre salito, con le sole eccezioni del 2006 e 2011, primo anno post-fusione, incrementando il suo valore del 32%. Ma le quotazioni sono in picchiata». I soci di Latte Trento che hanno conferito 45,5 milioni di litri di materia prima hanno incassato per il 2014 mediamente 0,51 euro al litro, una cifra più che rispettabile. Premiati in particolare gli allevatori che hanno conferito latte di elevata qualità.
Molto soddisfatto il direttore Sergio Paoli, che archivia il miglior risultato di sempre, con un fatturato complessivo di 43,5 milioni e un utile netto di 108.000 euro. Merito delle fusioni e conseguenti dismissioni di alcuni stabilimenti, unitamente al ridimensionamento o esternalizzazione di alcune produzioni, dallo yogurt alla mozzarella, che hanno consentito di diminuire i costi e aumentare la produttività. A trascinare il risultato anche l’ottima performance di Trevilatte, la società consortile partecipata al 76% da Latte Trento che lavora nello stabilimento di Spini il 63% del latte conferito. Molto buoni anche i rapporti con il socio Latterie Vicentine.
In forte calo l’indebitamento che, senza l’acquisto del nuovo caseificio, si è ridotto a 2,9 milioni, contro gli 11,5 del 2013. Solo nel 2011 il debito (tra conto corrente e mutui) ammontava a 22 milioni. Forti risparmi sono stati ottenuti anche dalla dismissione dello stabilimento di Villalagarina, restituito a febbraio 2014 a Cooperfidi. La produzione di grana, 14.000 forme nel 2014, è stata concentrata a Giustino, dove sono state prodotte anche 6.000 forme di Spressa. Procede tra molte difficoltà per inadeguatezza strutturale la lavorazione nello stabilimento di Fiavé, che sarà trasferita quanto prima a Trento.
L’assemblea ha eletto all’unanimità sei consiglieri e l’intero collegio sindacale. Tra i primi anche l’attuale presidente Carlo Graziadei, insieme a Ottavio Ropelato e Fausto Tomaselli della Bassa Valsugana, Maurizio Hellweger dell’Alta Valsugana, Ezio Valenti della Val del Chiese e Ledro, tutti confermati. Entra per la prima volta in consiglio il rappresentante della Vallagarina Roberto Simonetti, in sostituzione di Antonella Zappini. Confermato anche il collegio sindacale, con il presidente Marco Ghelli, i sindaci effettivi Stefano Micheli e Katia Tenni, e i supplenti Alessandro Mellarini e Alberto Mion.