Presentato a Padova il marchio veneto “Forno di qualità”

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veneto vetrina panificio marchio forno qualitàIniziativa dela Regione e di Confartigianato per valorizzare l’arte bianca contro il proliferare di prodotti surgelati importati dall’Est Europa di dubbia provenienza e qualità

Qualità e tradizione dei prodotti veneti hanno ora una tutela in più. I cittadini potranno meglio apprezzare passione e professionalità dei nostri panificatori e avere un punto di riferimento sulla qualità e la genuinità del pane che comprano. Lo ha detto l’assessore alle attività produttive e al commercio del Veneto Isi Coppola presentando a Padova il disciplinare e il marchio “Forno di qualità” istituito dalla Regione al termine dell’esito positivo della procedura di notifica alla Commissione Europea, con la conseguente approvazione, del testo definitivo del “Disciplinare per la qualificazione delle imprese di panificazione” e del Regolamento d’uso del marchio.

Il marchio consentirà al consumatore, circondato oggi da innumerevoli prodotti con caratteristiche e cicli di lavorazione non sempre ben definiti e tracciati, di trovare un segno di riconoscimento definito e individuabile a garanzia della freschezza e della qualità del prodotto panificato. Il marchio “Forno di qualità” sarà attribuito ai forni che producono esclusivamente pane fresco, secondo un processo di produzione continuo, privo d’interruzioni finalizzate al congelamento, alla surgelazione o alla conservazione prolungata delle materie prime e venduto, comunque, non oltre le 48 ore dal completamento del processo di produzione.

presentazione marchio forno di qualità padova curto«Nel raggiungere questo risultato – ha sottolineato Coppola – sono stati coinvolti coloro che operano in questo settore e conoscono la realtà della panificazione e la produzione tradizionale artigiana della nostra regione. Da oggi potrà essere concretamente tutelato il prodotto “pane fresco”, garantendo la qualità e la genuinità e valorizzandone tipicità e tradizione. Non è solo mestiere ma vera passione».

Soddisfato ancheil presidente di Confartigianato Veneto, Luigi Curto:«a due settimane all’avvio di EXPO che si preannuncia come il più grande evento mai realizzato sull’alimentazione e la nutrizione, un evento che secondo me racchiude in se la contraddizione di questa nostra era dove si esalta la diversità e ci si fa sponsorizzare da McDonald, nella panificazione arriviamo invece a stabilire un marchio di qualità per i prodotti da forno grazie alla lungimiranza ed al lavoro straordinario della Regione Veneto, con il quale possibile per i consumatori almeno distinguere i veri produttori di pane fresco».

Curto ha fatto la radiografia del settore panificazione in Veneto: «negli ultimi due anni in Veneto (ed in Italia) è letteralmente esploso l’import di prodotti da forno e farinacei dall’Est Europa (Ungheria, Slovenia, Polonia Repubblica Ceca Slovacchia e Romania). Siamo passati da 4 a 8 milioni di euro (+100%). Fenomeno che si lega, e spiega, al boom della produzione di “pane appena sfornato” da parte soprattutto della grande distribuzione. Un inganno vero e proprio, visto che si tratta di prodotto surgelato e solo cotto nel luogo di distribuzione, incentivato dalla assenza di regole e possibilità di distinzione che sta facendo imporre –come troppo spesso accade- la logica del prezzo a discapito della qualità».

«Oggi – ha affermato Nicola Trentin, presidente regionale dei panificatori -, grazie al marchio “Forno di Qualità” promosso dalla Regione veneto al fine di al fine di valorizzare l’attività di panificazione e migliorare l’informazione al consumatore, almeno l’inganno, non sarà più possibile. Un grande risultato per i consumatori, che potranno finalmente comperare pane consapevolmente ma anche per i produttori. In particolare quelli artigiani del Veneto che, anche in questi anni di crisi e calo dei consumi, hanno comunque tenuto, con forza e determinazione, sorretti dalla loro qualità. Sopravvivenza messa in pericolo però, negli ultimi due anni, dalla concorrenza sleale del falso pane fresco».

Negli ultimi 6 anni, le aziende di panificazione sono calate del 4,8%, 84 imprese in meno con una media di 10 all’anno, ma una progressione doppia negli ultimi due anni in cui la contrazione è passata a 20 forni in meno. Oggi lavorano in regione 1.655 imprese la maggior parte delle quali sono forni che producono pane fresco.

Venezia è la provincia con il numero maggiore di imprese di panificazione 348, Belluno quella con il numero minore 89, ma in ragione di una popolazione molto inferiore. Rovigo, Padova e Verona sono le province dove si è concertata maggiormente la riduzione di imprese negli ultimi 6 anni rispettivamente -9,4%, -7,6% e – 6,1%.

La spesa media mensile delle famiglie venete per generi alimentari e bevande è calata negli ultimi anni regredendo ben oltre i livelli del 2007: 436,3 euro. Quella specifica per pane e cracker è invece calata rispetto al 2007 del -7,6%: 29,3 euro

I Veneti spendono ogni anno 10.400.000 euro all’anno -2,4% dal 2007 per alimentari e bevande. 700.000 euro per pane grissini e cracker: -5,6% sempre rispetto al 2007.

«Per salvare tutto questo – ha concluso Curto – abbiamo chiesto ed ottenuto il marchio che veicoli il messaggio di offerta locale, tipica e di qualità. Attraverso un disciplinare sono state fissate regole chiare e precise tutte orientate al principio della qualità che le imprese che vogliono poter fregiarsi del marchio devono rispettare. Il disciplinare quindi definisce il processo di selezione delle materie prime, il ciclo produttivo e le tecniche di lavorazione del “pane” con l’obiettivo di garantire al consumatore un’offerta che risponda il più possibile alle tradizioni e alle specialità locali e sia coerente al fattore “qualità”. Il marchio verrà rilasciato alle imprese che ne faranno richiesta alla Regione Veneto previa la verifica dei requisiti previsti dal disciplinare. Il provvedimento infine, istituisce il registro regionale delle specialità da forno tipiche della tradizione del Veneto elencando tutti quei prodotti di pasticceria, panetteria e biscotteria che fanno parte della storia della nostra Regione al fine di tutelarne le ricette e salvaguardarli da fenomeni di imitazione e contraffazione».