Società Filarmonica di Trento: pagine da sestetto di Brahms, Korngold e Strauss

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10.AurynQuartett Foto ManfredEsser
10.AurynQuartett Foto ManfredEsserSul palco della sala di via Verdi il Quartetto Auryn

Martedì 14 aprile (ore 20.45) nella Stagione della Società Filarmonica di Trento s’esibisce il Quartetto Auryn, che oltre vent’anni Auryn, l’amuleto della “Storia Infinita” di Michael Ende, è il simbolo di uno fra i più celebri quartetti d’archi oggi in attività. Nel corso della sua carriera, il Quartetto Auryn si è esibito nei centri nodali della vita musicale internazionale, ai Festivals di Lockenaus, Bregenz, Lucerna, Kuhmo, Berlino.

I quattro musicisti che ancor’oggi lo compongono, posero le basi della loro evoluzione artistica studiando con il Quartetto Amadeus a Colonia e con il Quartetto Guarneri negli Stati Uniti. Nel 1982, un anno dopo la fondazione, l’Auryn si vede assegnare il primo premio ai concorsi dell’A.R.D. di Monaco e a Portsmouth in Inghilterra e nel 1987 quello delle Radio Europee. Questo illustre complesso viene chiamato a Trento per l’esecuzione di due tra le pagine cameristiche più raffinate e difficili da leggere segnate dall’emozionante cultura della Vienna a cavallo fra Otto e Novecento. Accanto a loro una prima esecuzione del compositore trentino Antonio Casagrande. Per questo progetto all’Auryn si uniscono due altri insigni cameristi.

Matthias Buchholz è considerato uno dei più versatili musicisti del panorama musicale internazionale. Nato ad Amburgo ha continuato gli studi a Cincinnati e Filadelfia e dal 1990 è professore di viola alla Hochschule für Musik di Colonia. Ama unirsi ai grandi quartetti (Auryn, Petersen, Fine Arts, Vermeer) per le esecuzioni di quintetti e sestetti, ospite fisso in tournée in Europa, Stati Uniti ed Estremo Oriente in festival quali Avignone, Berliner Festwochen, Salzburg Festspiele, Marlboro Festival. Christian Poltéra è nato a Zurigo nel 1977 e dal 1995 ha studiato con Heinrich Schiff a Salisburgo e Vienna. Ha quindi suonato nella Gewandhausorchester Leipzig, nella Los Angeles Philharmonic, Tonhalle-Orchester Zürich e nell’Orchestra di Santa Cecilia a Roma. Nel campo della musica da camera suona con artisti come Mitsuko Uchida, Thomas Zehetmair, Frank Peter Zimmermann, Gidon Kremer e Janine Jansen con la quale è già stato ospite della Filarmonica di Trento nell’ottobre del 2004.

“E’ un ricordo in musica del mio amore di Göttigen”: così si espresse Brahms in merito al suo Sestetto op. 36 (18645), come testimoniato da numerosi amici della sua cerchia. Un congedo musicale da un’avventura amorosa terminata cinque anni prima a un passo dall’altare con la giovane Agathe von Siebold, il cui nome aleggia tra i temi del primo movimento: “Ag a(t)he” (nella notazione alfabetica tedesca “lasollasisol”), in un’opera che tocca svariate atmosfere espressive, dall’ora amabile ora risoluto Allegro iniziale all’inquietudine dello Scherzo, dalla poesia dellʹAdagio alla malinconia velata del finale. Un successo fin dalla prima esecuzione privata a Vienna nel 1866: “un’opera meravigliosa” a detta di Clara Schumann, “un dipinto di Feuerbach, che lascia una profonda eco interiore”, in particolare “il finale dell’Adagio, di una bellezza senza pari, con sonorità quasi magiche (…) sembra il cielo di Roma” secondo lʹamico Billroth.

Su questo modello – impostosi ben presto come apice delle possibilità della musica strumentale dell’epoca – si muove il Sestetto op. 10 di Erich W. Korngold (1914 5), con sonorità che richiamano la Verklärte Nacht schönberghiana e un trattamento del discorso musi cale che preannuncia la musica da film che renderà il compositore celebre negli anni a venire.

Capriccio (1941) di Richard Strauss si apre con un sestetto d’archi sulla scena, in linea con il gusto cameristico che caratterizza questo Konversationsstück mit Musik in un atto. In un castello parigino alla fine del Settecento la contessa ascolta assorta il sestetto che il compositore Flamand le ha dedicato. Su queste note si sviluppa non solo la rivalità con il poeta Olivier per conquistare il cuore della donna, ma anche una querelle artistica centrale nella poetica straussiana (“Prima la musica, poi le parole” o viceversa?), qui conclusa, a detta del compositore stesso, “con un punto interrogativo”.

Programma

J. Brahms

Sestetto in Sol magg. op. 36 (Allegro non troppo; Scherzo. Allegro non troppo. Trio: Presto giocoso Poco Adagio. Più animato; Adagio; Poco Allegro)

E.W. Korngold

Sestetto in Re magg. op. 10 (Moderato. Allegro; Adagio Intermezzo. Moderato con grazia; Finale. Presto)

R. Strauss

Sestetto dall’opera “Capriccio” op.85