Degasperi (5 Stelle): «le colpe del presidente Rossi sono evidenti». Alotti (Uil): «mazata finale al già debole sistema locale creditizio»
L’agenzia di rating Fitch assesta una gran brutta botta al rating di Mediocredito Trentino Alto Adige, la banca di investimento a medio lungo termine partecipata a maggioranza dagli enti locali del Trentino Alto Adige e dal credito cooperativo trentino: in un colpo solo, il rating è passato da BBB+ a BB-, un abbassamento di ben 5 livelli.
Il pesante declassamento della banca fa dire al consigliere provinciale Filippo Degasperi (M5S) che la mossa «di fatto portano la valutazione da un ambito adeguato per gli investimenti al margine della speculazione vera e propria, con conseguenze potenzialmente assai gravi: il problema è che Mediocredito è una banca d’investimento, non effettua quindi raccolta tramite correntisti ma solo tramite l’emissione di obbligazioni. Se il rating cala, Mediocredito per finanziarsi dovrà remunerare di più i titoli emessi, perché maggiore sarà il rischio per chi li acquista. Di conseguenza Mediocredito sarà costretto ad erogare finanziamenti a tassi più alti per adeguarsi ai maggiori costi di finanziamento. In buona sostanza il concetto è che col declassamento Mediocredito dovrà chiedere tassi più alti alle imprese che vorranno finanziarsi per suo tramite».
Ma non è finita qui: Degasperi sottolinea come «il declassamento è arrivato perché Fitch ha ritenuto che, anche in caso di bisogno, con le nuove norme europee l’ente pubblico non potrà più intervenire a tutela della banca. Il rating di Mediocredito era mantenuto artificialmente alto dallo scudo delle Provincie di Trento e Bolzano, mancando quello si vede qual’ è il valore reale della banca, e si può valutare il risultato della gestione di Mediocredito da parte della Cooperazione, che a quanto apre vale un BB-».
Una situazione negativa esacerbata, secondo Degasperi, dalle scelte del presidente della giunta regionale Rossi: «già in passato come M5S avevamo criticato la gestione di Mediocredito da parte della Giunta Rossi. In special modo, ci avevano colpito in senso negativo l’assenza dal programma di legislatura di un qualsiasi cenno al problema del credito quando questa è oggi la principale questione che attanaglia le imprese trentine, e successivamente l’idea più volte manifestata da Rossi di svendere completamente Mediocredito alla Cooperazione, una scelta che, dati alla mano, aggraverebbe solamente la situazione. Negli ultimi 20 anni Mediocredito si è trasformato in una banca come tutte le altre, che non privilegia più il territorio trentino e che non ha più un ruolo di guida economica, perché non risponde più alla Regione o alla Provincia e perché la gestione è stata data alla cooperazione con risultati assolutamente criticabili, cosa che Fitch oggi certifica ma che il M5S diceva da tempo».
Critiche giungono anche dal sindacato: per Walter Alotti, segretario generale della Uil del Trentino, afferma come «la Uil denunciava da tempo il ritardo della giunta Rossi rispetto alle necessità del mondo creditizio locale. Mediocredito, che ha operato per la maggior parte fuori Regione e soprattutto fuori Provincia di Trento, nonostante la guida operativa della Cooperazione trentina (per non fare concorrenza alle Casse Rurali Trentine?), ha prodotto tanti, troppi crediti deteriorati». Per la Uil, gli enti locali «dovrebbero vendere (non svendere o regalare) le partecipazioni detenute nel sistema bancario locale, oppure smarcarsi definitivamente dalla Cooperazione, tornando a fare veramente credito all’economa locale».