Conclusa la maratona finanziaria più lunga della storia del Veneto. Disponibili 12 miliardi di euro: di questi, 8,4 miliardi vanno alla sanità
Nel cuore della notte, alle 3 in punto, il Consiglio regionale del Veneto ha approvato il bilancio di previsione 2015 con 33 voti a favore e 17 contrari. Due ore prima l’aula aveva licenziato (32 sì e 17 contrari) la legge di stabilità (ex legge finanziaria), lievitata da 6 a 66 articoli, ai quali si è aggiunto di notte il maxiemendamento della Giunta: un articolo “monstre” che stanzia 50 milioni di euro distribuiti a pioggia in una miriade di interventi locali e puntuali elencati in 11 pagine di allegato.
Il tutto sotto il titolo “Interventi per il sostegno e la ripresa economica del Veneto”. Una pioggia di micro e macro finanziamenti che ha cercato di ricomporre una maggioranza frammentata e ormai in piena campagna elettorale e che non ha mancato di suscitare polemiche, non solo dai banchi dell’opposizione. Si conclude così, dopo 5 settimane e 13 sedute, la maratona di bilancio più lunga della storia della Regione veneto, iniziata il 13 gennaio con la presentazione al Consiglio della manovra finanziaria proposta dalla Giunta e in discussione in aula dal 10 marzo scorso. Una maratona che ha impegnato 5 settimane, scandite da 13 sedute.
Il quadro finanziario complessivo della manovra di bilancio 2015 della Regione Veneto resta comunque dimensionato in 12 miliardi di euro. Sul fronte delle entrate, la riscossioni tributarie valgono 9 miliardi di euro, tra gettito Irap, addizionale Irpef (quella di base) e sul gas metano, compartecipazione al gettito Iva, bollo auto, ecotassa per i depositi in discarica, tasse universitarie e tasse sulle varie concessioni regionali. Mutui e operazioni creditizie garantiscono altri 2,3 miliardi, ai quali si aggiungono i 477 milioni di fondi comunitari e i 480 milioni previsti a seguito di alienazioni, riscossione di crediti, trasformazione di capitale e trasferimenti. Sul fronte della spesa i due terzi del bilancio sono dedicati alla sanità, che impegna 8,4 miliardi di euro, e al sociale.
Gli stanziamenti previsti dal maxiemendamento vanno dai 30.000 euro per l’acquisto di un nuovo pullmino per l’Aspea, la società sportiva padovana dei portatori di handicap, ai 350.000 euro per la diabetologia pediatrica di Verona, dai contributi a parrocchie per restauri, campanili, scuole materne a interventi strutturali per la messa in sicurezza di strade, realizzazione piste ciclabili, adeguamento di reparti ospedalieri, rifacimento piazze e impianti di illuminazione. Gli investimenti in conto capitale più consistenti riguardano la realizzazione di una struttura per i disabili adulti rimasti senza famiglia a San Martino di Lupari (1 milione di euro), e la sistemazione della statale del “Costo” in località Botteghino, nel comune di Costabissara (2 milioni di euro). Un milione e mezzo di euro per la sistemazione di via Baseleghe a San Michele al Tagliamento.
Dopo la presentazione dell’emendamento non sono mancate valutazioni critiche, non solo dai banchi dell’opposizione. L’assessore al lavoro e alla formazione Elena Donazzan si è chiesta quale fosse il senso dell’articolo “omnibus”. I consiglieri del Pd si sono definiti “sconcertati” e hanno bollato l’intera manovra finanziaria come «il peggior bilancio mai visto». «Chiunque vinca, mi auguro che nel futuro vada meglio», ha commentato Piero Ruzzante, correlatore di minoranza, rivendicando il senso di responsabilità dell’opposizione che nonostante le difficoltà della maggioranza, ha scelto la via della responsabilità assicurando il numero legale.
Alla fine la manovra emendativa complessiva assomma a 66 milioni di euro, in gran parte coperta facendo ulteriore ricorso all’indebitamento (51 milioni). Le correzioni più consistenti sono avvenute nel turismo (più 12 milioni per la qualificazione delle imprese), per la viabilità (6,8 milioni), nel sociale (6 milioni per gli assistenti ai disabili sensoriali), per la formazione professionale (5 milioni di euro per la formazione iniziale), per le imprese agricole e le produzioni di qualità (2,8 milioni). Se il sociale e la sanità sono le voci di spesa più importanti, tra le altre significative sono la mobilità (841 milioni), la salvaguardia della laguna di Venezia (290 milioni), la tutela del territorio (156,5 milioni), la formazione e istruzione (192 milioni), il personale, attrezzature e sedi (223 milioni), gli organi istituzionali (Giunta e Consiglio insieme costano 66,6 milioni), le politiche per il lavoro e quelle per l’energia (circa 66 milioni per ognuno dei due settori), l’agricoltura (77 milioni), le piccole e medie imprese (45 milioni). Un emendamento della Giunta alla legge di stabilità regionale, approvato ieri in aula dal Consiglio, assegna all’Arpav un contributo straordinario di 2 milioni di euro per la sostituzione e l’ammodernamento della strumentazione e dei dispositivi impiegati per i controlli ambientali.