Progetto “AlpAesch”: migliorare gli spazi di vita del Temolo

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Nelle acque dell’Alto Adige risultano esigue le popolazioni: secondo gli esperti di pescicoltura, bisogna assolutamente migliorare lo spazio di vita per questa specie ittica autoctona

Il progetto di ricerca transnazionale “AlpAesch” è stato seguito dal Centro di sperimentazione Laimburg assieme all’Associazione pescatori del Tirolo, alla provincia di Belluno, la Giunta della Carinzia e l’Ufficio caccia e pesca della Provincia di Bolzano. Nel suo saluto, l’assessore altoatesino Arnold Schuler ha ribadito l’importanza della collaborazione transfrontalieria: «i pesci non si fermono al confine. È importante, quindi, di unire le conoscenze di tutte le regioni confinanti»-.

Nell’ambito del progetto sono stati analizzati gli spazi di vita del Temolo ed i ricercatori hanno rilevato dati sullo sviluppo delle popolazioni di questa specie ittica autoctona. Inoltre, sono stati avviati programmi di allevamento e nuovi metodi di marcatura dei pesci. Peter Gasser, dirigente della Pescicoltura provinciale del Centro di sperimentazione Laimburg e responsabile del progetto ne ha enfatizzato l’importanza per la preservazione di questa specie ittica autoctona: «bisogna sviluppare appositi programmi di moltiplicazione del temolo per tutelare ed ingrandire le popolazioni presenti che nell’arco degli ultimi 20 anni secondo i dati statistici rilevati hanno subito una grave diminuzione». Le catture del Temolo, come si evince dalle statistiche redatte dall’Ufficio caccia e pesca della Provincia, tra Merano e Salorno sono scese da oltre 7.000 pesci nel 1998 a soli 100 nel 2012.

L’analisi degli spazi di vita effettuate nel Tirolo ed in Alto Adige dimostrano che sono rimasti pochissimi spazi impregiudicati. Gli interventi dell’uomo tramite regolazioni delle acque e la costruzione di impianti per la produzione di energia hanno danneggiato gli habitat naturali del Temolo. Difatti, in Alto Adige le popolazioni intatte di questa specie sono pochissime, tra queste quelle nell’Adige nei dintorni di Bolzano, nell’Aurino e nel rio Anterselva, come ha riferito l’esperto dell’Università di Bodenkultur di Vienna, Günther Unfer. Mentre nel bacino idrografico dell’Adige e dell’Isarco sono presenti ceppi adriatici del temolo, in Val Pusteria si trova il temolo danubiano. «Il quadro complessivo della situazione mostra che tante popolazioni sono in pessimo stato di salute – ha detto Unfer – e bisogna assolutamente migliorare lo spazio di vita del temolo. Senza un habitat adeguato non ha senso l’ingrandimento delle popolazioni». Visto che il Temolo per la riproduzione torna al suo luogo di nascita, la costruzione di barriere nelle acque ha impedito ai pesci di seguire l’istinto naturale e pertanto, sarebbe opportuno migliorare la situazione, come ha affermato Unfer.

Presso la Pescicoltura provinciale nei pressi di Merano e alla pescicoltura “Fischzucht Thaur” in Tirolo sono stati avviati programmi di allevamento del Temolo volti ad una fecondazione più naturale possibile. I risultati ottenuti finora sono positivi: dal 90% delle uova si sviluppano i pesciolini. Inoltre, è riuscito l’allevamento di pesci grandi che l’anno prossimo saranno pronti alla fregola.