De Menech: «un milione per ciascun comune della provincia confinante con il Trentino e 55 milioni per i progetti di area vasta»
Dodici milioni per i comuni vicentini di confine, uno per ognuno di loro. E altri 55milioni di euro per progetti di area vasta. Non è venuto a mani vuote Roger De Menech, presidente del Comitato per la gestione dei fondi di confine, che ha incontrato nella sede della provincia di Vicenza il presidente Achille Variati, accompagnato dal consigliere Giovanni Gasparini, e i sindaci dei dodici comuni vicentini di confine con la provincia di Trento: Asiago, Cismon del Grappa, Crespadoro, Enego, Laghi, Lastebasse, Pedemonte, Posina, Recoaro Terme, Rotzo, Valdastico, Valli del Pasubio. Entro giugno usciranno i primi bandi per l’assegnazione dei fondi e i sindaci, supportati dalla Provincia, sono già al lavoro.
«Sono fondi essenziali ai territori montani – ha esordito De Menech – anche per riequilibrare il divario tra i comuni di confine e i loro vicini più fortunati delle Regioni a statuto speciale. La procedura per la loro assegnazione è più agile che in passato e prevede la partecipazione diretta dei comuni: un cambio di filosofia fondamentale rispetto al passato, che permette ai sindaci di accedere con più facilità e di investire cifre importanti su opere e progetti concreti per il territorio».
Ogni comune ha a disposizione un milione di euro per il proprio territorio, mentre ulteriori 55 milioni di euro devono essere investiti in progetti intercomunali. Al di là e oltre le singole e specifiche esigenze, è quindi necessario che i comuni si presentino con un obiettivo strategico ampio ma preciso: favorire le dinamiche economiche e sociali delle zone montane.
Nel dettaglio, si parla di scuole, manutenzione stradale e difesa del suolo, in particolare per la prevenzione di frane e dissesti. Ma anche infrastrutture turistiche e progetti di ammodernamento strutturale che puntino ad uno sviluppo delle aree montane tale da renderle appetibili non solo per i turisti ma anche per giovani residenti. Senza dimenticare l’innovazione digitale, per puntare a quella che De Menech non ha esitato a definire la “Montagna Veneta Digitale”.
Chiaro il ruolo della Provincia: fare sintesi tra le esigenze dei comuni e assisterli nelle progettazioni più complesse mettendo a disposizione personale specializzato e tecnici competenti. «E’ il nuovo ruolo della Provincia – ha sottolineato Variati – lontana dalla burocrazia e a servizio dei comuni, funzionale a interventi di area vasta che avranno ricadute positive non solo sui comuni di confine ma anche sulle aree limitrofe. Nei prossimi tre mesi metteremo le basi per definire accordi di programma che individuino gli ambiti concreti in cui operare».
Tre, nel dettaglio, le aree potenzialmente interessate: l’Altopiano di Asiago, dove peraltro è già stato stretto un accordo specifico che riguarda gli impianti delle Melette e di Kaberlaba, il NordOvest della Provincia, nella valle dell’Astico, e la Valsugana a NordEst.
«A Vicenza e anche a Verona – sottolinea De Menech – c’è stato un grande apprezzamento per la nuova gestione. Essere riusciti a sbloccare le risorse economiche destinate ai singoli comuni ci consente di avviare con serenità l’approfondimento sui fondi residui. Con i presidenti di Provincia e con i sindaci stiamo condividendo l’esigenza di utilizzare la parte rimanente per progetti con valenza strategica sulle aree vaste e con l’idea di moltiplicare le risorse intercettando anche fondi europei e regionali».
Nelle prossime settimane, il presidente De Menech incontrerà i presidenti delle province e i sindaci dei comuni di confine delle province di Brescia e Sondrio.