Sanità veneta sempre più attrattiva: nel 2014 erogate cure a pazienti da fuori regione per 326 milioni di euro

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Zaia Coletto ospedali aperti
Zaia Coletto ospedali apertiZaia: «curiamo i Veneti e mezz’Italia grazie ad un servizio d’eccellenza». Coletto: «100 milioni di euro di saldo attivo»

Nel 2014 la capacità della sanità veneta di attrarre pazienti da altre regioni italiane è notevolmente aumentata. Il valore delle prestazioni erogate a pazienti provenienti da tutto il resto d’Italia si è attestato a 325.705.223 euro, quasi 10 milioni in più rispetto al 2013. Il grosso degli arrivi proviene soprattutto dal NordEst, con l’Emilia Romagna (+8%), la provincia di Bolzano (+5%), il Friuli Venezia Giulia (+4%) e la provincia di Trento (+2%). A questi s’aggiungono i forti incrementi fatti registrare della Toscana (+7%) e dal Lazio (+8%).

Il dato emerge da uno studio comparativo effettuato sui flussi di pazienti non residenti in Veneto da parte dei tecnici della Direzione Regionale Area Sanità e Sociale.

«Ciò significa – commenta con orgoglio il presidente della Regione Luca Zaia – che la sanità veneta, che qualche marziano si ostina a descrivere allo sfascio, cura pressoché tutta Italia, accogliendo pazienti non solo da regioni dove la qualità delle cure è palesemente inferiore, ma anche da altre dove invece il livello è ottimo, come Lombardia, Emilia Romagna, o Friuli Venezia Giulia. Un successo costruito con i fatti, con il lavoro quotidiano di 95.000 uomini e donne in camice, con il livello internazionale della Scuola di medicina dell’Università di Padova e di un’altra realtà di eccellenza storica come l’Università di Verona, con la qualità diffusa che mette a disposizione picchi d’eccellenza in tutte le strutture sanitarie del territorio e non solo nei grandi centri, con gli investimenti in nuove tecnologie, pari a 70 milioni l’anno. A questa realtà, Renzi vuole tagliare 240 milioni di finanziamenti anche nel 2015. Non commento, lascio giudicare alla gente, che è il nostro unico punto di riferimento».

In termini assoluti i cittadini lombardi sono quelli che hanno richiesto più prestazioni al Veneto, pari ad un valore di oltre 63 milioni, seguiti dagli emiliano-romagnoli con oltre 57 milioni, e dai friulani con oltre 46 milioni. Quindi Sicilia (oltre 23 milioni), Campania (oltre 17 milioni), Puglia (oltre 15 milioni); Lazio (oltre 11 milioni). Tutte le Aziende sanitarie e le Ulss venete hanno fatto registrare vistosi tassi di mobilità attiva. Tra queste spiccano l’Azienda ospedaliera di Padova (44.417. euro nel 2014 con più 1.847.000 euro rispetto al 2013), l’Azienda ospedaliera di Verona (stabile, ma con ben 53 milioni di prestazione erogate nel 2014), l’Ulss 22 di Bussolengo (59.840.000 euro con più 2.175.000 euro sul 2013); l’Ulss 20 di Verona (14.783.000 euro con più 1.566.000 euro sul 2013); l’Ulss 12 Veneziana (13.279.000 euro con più 1.489.000 euro sul 2013); l’Ulss 17 di Este (10.498.000 euro con un più 1.146.000 euro sul 2013).

«L’aumento della mobilità attiva verso il Veneto da parte di cittadini del resto d’Italia è la miglior dimostrazione della qualità espressa dalla nostra sanità, ottenuta senza tagli ma con una revisione migliorativa dell’organizzazione complessiva, accompagnata da importanti investimenti in strutture, tecnologie, eccellenze specifiche e professionalità» dice l’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto. «Ciò vuol dire – sottolinea Coletto – che il saldo tra mobilità attiva e passiva è pari a circa 100 milioni a favore del Veneto. Significa che meno veneti hanno scelto di andarsi a curare altrove e più italiani hanno scelto la sanità veneta per guarire».

Per Coletto «è estremamente significativo il fatto che l’aumento arriva dopo alcuni anni di contrazione della mobilità attiva, il che vuol dire che, pur in un lungo periodo di tagli lineari da Roma, con le scelte e gli investimenti fatti in questa legislatura, siamo riusciti ad accrescere la qualità della nostra sanità e la sua percezione fuori dai confini del Veneto. E’ una specie di miracolo che anche quest’anno la legge di stabilità nazionale tenta di annullare con altri tagli per 240 milioni di euro calati sul Veneto».