4 su 10 hanno investito in media il 3,6% del fatturato. Zilio: «ci stiamo lasciando la crisi alle spalle e aziende puntano sull’ammodernamento»
Nel 2014, sulla base dell’indagine VenetoCongiuntura, oltre il 44% delle imprese manifatturiere del Veneto con almeno 10 addetti ha effettuato investimenti materiali e immateriali impegnando il 27% di risorse in più rispetto al 2013. Le prospettive per il 2015 mostrano un trend positivo sia per numero d’imprese intenzionate ad investire che per valore dell’investimento. L’analisi è realizzata dal Centro Studi Unioncamere Veneto su un campione di quasi 1.900 imprese manifatturiere con almeno 2 addetti.
A distanza di 10 anni dall’ultima rilevazione (2005), Unioncamere Veneto ha voluto riproporre agli imprenditori veneti alcune domande: i risultati mostrano un ritorno agli investimenti degli imprenditori dopo sette lunghi anni di recessione (prima) e stagnazione (poi), che hanno causato in Veneto un crollo degli investimenti fissi in termini reali pari a oltre 8 miliardi di euro (-24%).
«In questi interminabili anni di crisi – commenta il presidente di Unioncamere Veneto, Fernando Zilio – non so quante volte ci siamo illusi che quella che credevamo di vedere in lontananza fosse la “luce in fondo al tunnel”. Oggi, facendo i debiti scongiuri, direi che quella luce si vede davvero ed è anche una luce bella vivida. L’indagine VenetoCongiuntura – continua Zilio – ci consegna infatti un manifatturiero che, nel corso dell’anno da poco archiviato, ha aumentato in misura sostanziale gli investimenti e si proietta sull’anno in corso con ancora maggiore determinazione».
Per Zilio «più ancora che i dati relativi alla produzione sono proprio i numeri relativi agli investimenti quelli che possono aiutare a comprendere che ci stiamo lasciando la crisi alle spalle. Investimenti significano fiducia nel futuro, interesse a presidiare il mercato da protagonisti, voglia di chiudere un capitolo nero per aprirne uno fatto di nuove prospettive. Da non sottovalutare, infine, la suddivisione degli investimenti nei diversi capitoli. Sapere che automazione, formazione e risparmio energetico sono tra le priorità delle aziende conferma la propensione ad un ammodernamento della struttura produttiva che di per sé è sinonimo di una prospettiva di ripresa non effimera ma di lungo termine».
Se nel 2004 quasi due imprese manifatturiere su tre avevano fatto investimenti (circa il 64%), nel 2014 la voglia d’investire ha riguardato il 44,1% del settore, quota che scende al 36% se consideriamo anche le microimprese (meno di 10 addetti). La voglia di investire si è osservata principalmente nelle imprese di maggiori dimensioni (il 94,1% ha fatto investimenti), seguite da medie (67%) e piccole (40%). A livello settoriale gli investimenti hanno riguardato soprattutto le imprese del settore alimentare (il 59,9% ha investito), mezzi di trasporto (54,8%) e gomma e plastica (50,5%). Il 2014 sembra rappresentare un anno di vero e proprio sblocco degli investimenti: il valore degli investimenti effettuati è aumentato mediamente del +27% rispetto al 2013, in particolare per mezzi di trasporto (+54,1%), alimentare (+46%) e legno-mobile (+43,2%). A contribuire maggiormente a questa inversione di rotta sono state le piccole imprese (10-49 addetti) che hanno registrato una variazione del +31%, seguite dalle medie (+29%) e dalle grandi (+17,8%).
Gli investimenti delle imprese manifatturiere si sono concentrate sul miglioramento della fase produttiva: l’85% delle imprese ha investito nell’acquisto di macchinari e impianti mentre il 42% ha scelto di ottimizzare l’automazione d’ufficio. Il 26,4% delle imprese ha scelto di investire in ricerca e sviluppo e in formazione e risorse umane. Il 23,4% delle imprese ha realizzato investimenti in fabbricati, da destinare alla produzione o ad uffici, ma solo il 17% hanno puntato gli investimenti sulle energie rinnovabili e sul risparmio energetico.
Nel 2014 le imprese manifatturiere del Veneto hanno investito mediamente il 3,6% del fatturato aziendale maturato nell’anno, quota che nelle imprese di maggiori dimensioni (250 addetti e oltre) ha raggiunto il 5% mentre nelle medie si è fermato al 3,2%. Sotto il profilo settoriale è il comparto alimentare a registrare l’incidenza più elevata (5,6%), seguito da quello delle macchine e apparecchi meccanici (4,4%), carta e stampa (4,2%), mezzi di trasporto e metallurgia (3,8%).
Se nel 2014 gli imprenditori hanno finalmente riavviato il ciclo degli investimenti, le previsioni per il 2015 sembrano piuttosto confortanti: il 40,3% prevede di investire anche nell’anno in corso, quota che non si discosta sensibilmente da quella registrata nel 2014, sebbene il valore dell’investimento sarà più contenuto. Secondo le previsioni, nel 2015 gli investimenti cresceranno del 12,5% rispetto al 2014, circa la metà rispetto alla variazione registrata tra il 2013 e il 2014. Le grandi imprese prevedono di contenere gli investimenti dell’1,6% rispetto al 2014, riscontrando minori esigenze e optando per un rinvio degli investimenti agli anni successivi, mentre le piccole e medie imprese intendono proseguire con i piani di investimento, valutando un aumento del 16% rispetto al 2014.
Nel 2015 la propensione agli investimenti continuerà ad essere maggiore tra le grandi imprese (l’84,7% intende investire), seguite dalle medie (62,4%) e dalle piccole (36,4%). Spronato probabilmente dalle opportunità offerte dall’Expo di Milano, sarà il settore alimentare a concentrare la maggior quota di imprese intenzionate ad investire (56%), seguite dal comparto della gomma-plastica (47%), delle macchine e apparecchi meccanici (44,5%) e mezzi di trasporto (44%).