Bene il Nord, sufficiente il Centro, male il Sud che perde posizioni
Nei dati diffusi dall’Istat sull’andamento dell’esportazione nel IV trimestre 2014 emerghe che, rispetto ai tre mesi precedenti, le vendite di beni sui mercati esteri risultano in aumento per l’Italia NordOvest (+1,4%), NordEst (+3,7%) e Centrale (+1,6%), mentre le regioni meridionali e insulari registrano una flessione (-0,3%).
Nell’intero anno 2014, la crescita dell’export nazionale (+2,0%) è diffusa a tutte le aree territoriali, a eccezione dell’Italia insulare (-13,8%). L’Italia del NordEst registra la crescita più ampia (+3,5%), seguita dalle ripartizioni Centrale (+3,0%), NordOvest (+2,2%) e Meridionale (+1,1%).
Nel 2014, l’aumento delle esportazioni di autoveicoli da Piemonte ed Emilia-Romagna, e di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici da Lazio e Marche fornisce un impulso positivo alle vendite nazionali sui mercati esteri (0,7 punti percentuali). Nello stesso periodo, la contrazione delle vendite di prodotti petroliferi raffinati da Sicilia e Sardegna e di metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti, da Toscana e Piemonte contribuiscono a frenare l’export nazionale.
Nel corso del 2014 le esportazioni del Lazio verso il Belgio e di Lombardia, Piemonte, Toscana ed Emilia-Romagna verso gli Stati Uniti sono in forte espansione. Per contro, le vendite della Lombardia verso la Svizzera e del Lazio verso il Giappone rallentano la crescita delle esportazioni.
Nell’anno 2014, le province che contribuiscono in misura maggiore a sostenere le vendite sui mercati esteri sono Bergamo, Torino, Genova, Modena, Frosinone, Vicenza e Ascoli Piceno. Siracusa, Cagliari, Roma e Arezzo contribuiscono invece alla contrazione dell’export.
Nell’anno 2014, Emilia-Romagna (+4,3%), Lombardia (+1,4%), Veneto (+2,7%), Piemonte (+3,3%) e Marche (+7,5%) sono le regioni che contribuiscono maggiormente a sostenere l’export nazionale. In espansione risultano anche le vendite all’estero di Toscana (+2,2%), Liguria (+10,2%), Lazio (+3,4%) e Friuli-Venezia Giulia (+5,0%). Si segnala anche l’espansione delle esportazioni di Basilicata (+9,9%) e Molise (+9,7%). Sicilia (-13,9%), Sardegna (-13,6%), Umbria (-5,7%), Campania (-1,7%) e Calabria (-8,1%) rallentano la crescita dell’export sui mercati internazionali.
I paesi di sbocco dell’export
Nel corso del 2014, Emilia-Romagna (+6,4%), Lombardia (+2,8%), Lazio (+10,4%), Veneto (+3,9%), Piemonte (+3,7%) e Marche (+12,3%) sono le regioni che contribuiscono maggiormente all’aumento delle vendite verso i paesi Ue (+3,8%). Per Basilicata (+32,0%) e Molise (+15,5%) si rileva un notevole aumento delle vendite verso la stessa area d’interscambio.
Per quanto concerne la dinamica dell’export nazionale verso i mercati extra Ue (-0,1%), le regioni che determinano in misura maggiore questo risultato sono: Sicilia (-18,8%), Lazio (-9,3%) e Sardegna (-8,3%), mentre si rileva un importante aumento dell’export verso quest’area d’interscambio per la Liguria (+20,4%). Toscana (+3,3%), Piemonte (+2,7%) ed Emilia-Romagna (+1,9%). L’analisi regionale per mercati di sbocco mostra che nel corso dell’anno 2014 la crescita registrata per l’export nazionale è influenzata dall’aumento delle esportazioni del Lazio verso il Belgio (+45,4%) e di Lombardia (+9,7%), Piemonte (+21,8%), Toscana (+21,8%) ed Emilia-Romagna (+11,8%) verso gli Stati Uniti. Risultano in forte aumento anche le vendite delle Marche in Belgio (+31,7%) e del Piemonte in Polonia (+23,3%). Le vendite della Lombardia verso la Svizzera (-8,1%) e del Lazio verso il Giappone (-65,1%) rallentano la crescita delle esportazioni.
I settori
L’analisi congiunta per settore e regione di provenienza della merce, svolta considerando anche il loro contributo alla variazione complessiva delle esportazioni nazionali, mostra nel 2014 forti aumenti delle vendite all’estero di autoveicoli da Piemonte ed Emilia-Romagna (rispettivamente +20,7% e +18,3%) e di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici da Lazio e Marche (rispettivamente +9,7% e +39,0%). Le vendite di prodotti petroliferi raffinati da Sicilia (-15,2%) e Sardegna (-16,3%) e di metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti da Toscana (-15,7%) e Piemonte (-11,0%) sono in flessione.