Bilancio regione Veneto, discussione in Consiglio regionale

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Regione veneto riassetto deleghe giunta Isi Coppola Luca Zaia
Regione veneto riassetto deleghe giunta Isi Coppola Luca ZaiaZaia: regione e comuni massacrati da tagli e tasse dello Stato. Sono vicino alla protesta dei comuni»

Ultimi atti per l’approvazione definitiva del bilancio della regione del Veneto. In sede di discussione, il presidente della regione Luca Zaia è intervenuto per ribadire le basi su cui si fonda il documento contabile 2015: «non consideriamo questo un bilancio di fine legislatura, ma di transizione, perché abbiamo vissuto e stiamo vivendo una stagione di tagli nazionali con i quali la nuova amministrazione dovrà fare i conti molto duramente, perché regioni e comuni stanno subendo un vero e proprio massacro di tagli e tasse.

Per capirlo basta ricordare che la spesa non vincolata a disposizione della regione è passata da 575 milioni nel 2010 ai soli 70 milioni di oggi e che in questi 5 anni i tagli hanno colpito settori vitali di una regione virtuosa come il Veneto: la sanità, il sostegno alle imprese, il turismo, l’ambiente, l’assistenza sociale, le politiche economiche in generale, quelle per l’occupazione e quelle per fronteggiare la situazione di più di 200.000 disoccupati».

Zaia ha analizzato un ampio panorama di argomenti, soffermandosi anche sui temi dell’autonomia e dell’indipendenza. «Il Consiglio ci ha dato mandato per fare questi due referendum – ha detto Zaia – ed è una prospettiva non indifferente anche sul piano delle risorse e del bilancio, perché oggi come oggi il Veneto, che subisce tagli orizzontali al pari degli spreconi che fanno danni in giro per l’Italia, lascia a Roma 21 miliardi l’anno di residuo attivo fiscale che, con una seria autonomia, resterebbero sul territorio. L’occasione per dare vita all’istituto della regione autonoma per il Veneto c’è stata – ha ricordato Zaia – quando, l’8 gennaio, si è incardinata alla Camera la discussione sulla riforma del Titolo Quinto della Costituzione e chiesi a tutti i parlamentari veneti di presentare un piccolo emendamento. Molti dell’attuale maggioranza di governo non aderirono e la possibilità è sfumata. Ma tutti, pur nel rispetto delle proprie idee, dovranno confrontarsi con questa prospettiva perché, se la musica a Roma non cambia, alla lunga finirà che diventeremo ciò che credo nessuno di noi voglia: un’amministrazione svuotata, solo un sostituto d’imposta dello Stato centrale per applicare tasse ai cittadini».

Secondo Zaia «ciò nonostante in questi 5 anni abbiamo voluto dare risposta a 14.000 imprese con interventi per un miliardo e mezzo di euro; abbiamo sopportato i tagli alla sanità solo riorganizzandoci anno dopo anno, senza tagliare un servizio e senza imporre l’addizionale Irpef, abbiamo speso bene 448 milioni di euro di fondi europei ed abbiamo chiuso un nuovo bel programma che porterà altri 600 milioni di investimenti sul lavoro, sulla ricerca, sull’innovazione». «In Veneto – ha aggiunto Zaia – abbiamo fatto e stiamo facendo una revisione della spesa pubblica poderosa su tutti i fronti possibili, dal numero di consiglieri alla razionalizzazione delle partecipazioni societarie, stiamo applicando rigorosamente i costi standard, e con la buona amministrazione del Veneto lo Stato risparmierebbe 30 miliardi l’anno che invece vanno a pagare sprechi assolutamente inaccettabili».

Zaia ha ribadito che “di fronte a tutte queste difficoltà, nei 5 anni peggiori di sempre abbiamo presentato un bilancio che sta in piedi, nonostante la mannaia fatta di tasse e tagli calata sui Veneti da Monti prima, Letta poi e Renzi adesso».

Zaia ha ricordato anche la protesta dei sindaci del Veneto e contro i tagli imposti ai loro bilanci dalla legge di Stabilità e circa la minaccia della presidente di Anci Veneto, Maria Rosa Pavanello, di «chiudere i municipi e consegnare le chiavi»: «l’Anci Veneto e tutti i sindaci di ogni schieramento sappiano che sono e sarò con tutte le forze al loro fianco per proseguire la battaglia contro uno Stato furbastro e accentratore che ha come filo conduttore l’assassinio degli Enti Locali per riportare tutto il potere a Roma, rapinando le loro casse e rendendoli così impotenti e, alla lunga, invisi ai loro cittadini».

Zaia sottolinea che «Maria Rosa Pavanello ha ragione ed io sono con lei e i suoi sindaci, a prescindere dal colore politico perché questa è un’emergenza che colpisce tutti i Veneti indistintamente dal loro credo. Renzi sta perseguendo un disegno perverso ma ormai chiaro: fatte fuori le province tagliando servizi e mettendo a piedi migliaia di lavoratori, ora ci prova con i comuni e ci proverà anche con le regioni. Se qualcuno non lo ferma torneremo all’impero romano dove i cittadini pagavano i gabellieri e dovevano anche chiedere scusa. Sappia l’aspirante imperatore Matteo che qui troverà pane per i suoi denti e che le barricate sono pronte».

«Solo ai comuni delle province di Treviso, Venezia, Padova e Belluno, come indica un interessante reportage giornalistico, – protesta il Governatore – sono caduti più di 25 milioni di euro di tagli, che rischiano di tradursi in tasse locali o rinuncia a servizi. Ecco svelato l’imbroglio degli 80 euro in busta paga – aggiunge Zaia -. Renzi e i suoi con una mano li hanno dati e con l’altra sapevano che li avrebbero tolti, perché alla gente costerà molto di più di 80 euro pagarsi i servizi che per colpa della legge di stabilità rischiano di non ricevere più».