Doc interregionale del Pinot grigio: bisogna consultare i produttori

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Roberto Felluga 2014 presidente confagricoltura FVG 1
Roberto Felluga 2014 presidente confagricoltura FVG 1Un valore di 300 milioni di bottiglie l’anno. Felluga (Confagricoltura Fvg): «non c’è alcuna fretta di chiudere la proposta entro pochi mesi».

Continua il dibattito attorno alla nuova denominazione “Venezia Doc” che va a sovrapporsi alla “Igt delle Venezie”, che ha scombussolato il mercato, specie dei produttori trentini di Pinot grigio, i quali ora si vedono in difficoltà rispetto ai colleghi del Veneto. Sul tema di una denominazione interregionale del NordEst (racchiudente le produzioni di Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia) interviene Confagricoltura del Friuli Venezia Giulia: secondo il suo presidente Roberto Felluga, «personalmente sono contrario, pur consapevole che altri colleghi, invece, sono favorevoli. Ritengo necessario, comunque, attuare una riflessione seria, approfondita, serena e con tempi adeguati sull’eventualità di costituire una nuova Doc per il Pinot grigio del Triveneto».

Il progetto di una Doc interregionale del Pinot grigio, significa un valore pari a 250 – 300 milioni di bottiglie l’anno. Questo vino bianco, dal 1990, è divenuto un vero e proprio caso enologico italiano passando dai 3.413 ettari di allora agli attuali 22.800. In Friuli Venezia Giulia, nel 2011 si coltivavano 4.700 ettari di Pinot grigio, saliti a 5.790 nel 2014, con un balzo del 25,4%, rimanendo la varietà d’uva più coltivata in regione a rappresentare il 25% dell’intera produzione nazionale (il Veneto conta per il 45%; il Trentino per il 13%).

«Evidentemente, questa varietà è di grande rilevanza per la viticoltura regionale e italiana e siamo d’accordo che debba essere tutelata e valorizzata nel mondo – aggiunge Felluga –, ma perché tutta questa fretta di chiudere entro pochi mesi? Su un tema così rilevante sarebbe bene far parlare i produttori con delle audizioni pubbliche e uscire, almeno per un po’, dalle solite riunioni degli addetti ai lavori. Abbiamo proposto alla Regione di farlo ma, in ogni caso, Confagricoltura Fvg ha intenzione di consultare pubblicamente la base dei propri associati prima di esprimere un’opinione definitiva in merito. Sentiamo pareri discordati sui progetti che circolano ormai da alcuni mesi, per cui riteniamo sia assai importante attuare un dibattito aperto e serrato su una questione di così grande peso per l’economia del nostro settore».