L’opera mozartiana eseguita nell’ambito del seminario etnomusicale della Fondazione Cini a Venezia
di Giovanni Greto
Per celebrare il ventesimo anniversario del seminario internazionale di etnomusicologia, curato come sempre da Francesco Giannattasio – titolo di quest’anno “Le tradizioni musicali tra patrimoni, archivi e nuove creatività’ – l’Istituto Internazionale di studi musicali comparati (IISMC), che ha sede alla Fondazione Cini nell’isola di San Giorgio, ha portato al teatro Goldoni lo spettacolo originale “Il flauto magico secondo l’orchestra di piazza Vittorio”, ispirato all’opera di W. A. Mozart.
L’orchestra è formata da 18 musicisti, che provengono da 10 paesi e parlano 9 lingue diverse. Attraverso la musica, ogni possibile attrito viene meno, non vi è traccia di razzismo, anzi, l’orchestra riesce a trasmettere calore, a rendersi simpatica, talché il pubblico dopo breve tempo se ne innamora. Si spiega così la curiosità che spinge perfino signore di una certa età – ma i giovani non mancano – ad attendere l’uscita dei musicisti dalla porta di servizio, per complimentarsi e per farsi firmare il libro/CD, ben venduto alla fine dello spettacolo.
L’Orchestra di piazza Vittorio (in seguito abbreviata in OPV) è nata in seno all’associazione culturale Apollo 11, senza scopo di lucro. Dal salvataggio dello storico cinema Apollo nel rione Esquilino a Roma, che rischiava di diventare una sala Bingo, trasformato invece in un laboratorio internazionale di cinema, musica e scrittura, si è sviluppata l’idea di creare un’orchestra i cui membri provengono da comunità e culture diverse, per dar vita ad una fusione di tradizioni, culture, memorie, antiche e nuove sonorità, strumenti poco conosciuti, voci dal mondo.
Messa insieme e diretta da Mario Tronco, pianista, compositore e arrangiatore, per 25 anni assieme alla Piccola Orchestra Avion Travel, l’OPV rappresenta una realtà unica in Europa, perché è nata con l’auto-tassazione di alcuni cittadini che ha creato posti di lavoro e permessi di soggiorno per musicisti provenienti da tutto il mondo. Promuovendo altresì la ricerca e l’integrazione di repertori musicali diversi, l’OPV costituisce un mezzo di recupero e di riscatto per musicisti stranieri che vivono a Roma, a volte in condizioni di emarginazione culturale e sociale. Il progetto è nato nel 2007 in occasione della notte bianca di Reggio Emilia. Nel 2009 c’è stato il debutto mondiale dell’opera completa a Lione al festival “Les nuits de Fourvière” e, subito dopo, il debutto italiano al “Romaeuropafestival”.
La data veneziana ha segnato la fine di una tournée di oltre 150 repliche. Rispetto alle rappresentazioni passate, l’Orchestra ha ospitato due nuovi musicisti. La virtuosa del canto lirico Maria Laura Martorana, nei panni de “la Regina della Notte” ha preso il posto di Petra Magoni. Dotata di acuti eccezionali, ha diffuso un po’ di sana energia lungo le poltrone. La cantante e chitarrista inglese Sara Jane Ceccarelli ha preso il posto della folk singer americana Sylvie Lewis. Ha costituito una dolce visione, subito sfociata in amore, per il principe Tamino, impersonato dal cubano Awalys Ernesto Lopez Maturell, batterista e percussionista strepitoso. E’ il musicista più giovane e ha colpito, oltre che per la professionalità alla batteria, per un paio di assolo sul proscenio al tamburo rullante (snare drum) e allo Djembè. L’opera si è sviluppata alla maniera di una fiaba, ambientata in un luogo immaginario (Mozart aveva scelto un Egitto fantastico), per la durata di circa un’ora e mezza, arricchita dagli acquarelli, le animazioni e le scene di Lino Fiorito. I musicisti sul palco si divertono, non sembrano risentire delle molte repliche e, soprattutto, riescono a coinvolgere il pubblico in un paio di brani di facile presa, con i quali si congedano, dando appuntamento ad una prossima volta.