Costruita da Fincantieri a Monfalcone, è la più grande nave costruita dal gruppo
«La “Britannia” è l’ennesimo capolavoro della cantieristica italiana firmato Fincantieri» ha affermato l’assessore alle Finanze della regione Friuli Venezia Giulia Francesco Peroni partecipando nel cantiere navale di Monfalcone alla cerimonia di consegna della nave da crociera “Britannia”, costruita per conto della società armatrice P&O Cruises, la più grande unità passeggeri mai costruita da Fincantieri.
Per Peroni «questa consegna è motivo di orgoglio e, insieme, di stimolo a proseguire sulla via delle riforme avviate dall’esecutivo regionale in campo economico, imperniate sulla trasformazione del nostro tessuto produttivo, all’insegna della valorizzazione del capitale umano, dell’innovazione di processo e di prodotto, nonché dell’internazionalizzazione. I cantieri navali – ha concluso l’assessore Peroni – sono un brano fondamentale della storia del Friuli Venezia Giulia e l’amministrazione regionale guarda con attenzione e soddisfazione a come questo settore industriale si protende nel futuro, fondendo la tecnologia avanzata con il rispetto e la valorizzazione dei mestieri tradizionali».
Con le sue 141.000 tonnellate di stazza lorda, 330 metri di lunghezza e 38 di larghezza, conta 1.780 cabine, di cui 1.438 dotate di balcone (l’81% del totale), potendo ospitare a bordo 3.600 passeggeri, per una capacità totale di oltre 5.600 persone, compreso l’equipaggio.
“Britannia” sarà la prima nave per P&O Cruises a nascere con la nuova livrea caratterizzata da fumaioli blu e una “Union Jack” stilizzata, lunga 97 metri, sulla prua e sarà la prima nave da crociera costruita a Monfalcone con due fumaioli. Unità innovativa, “Britannia” è caratterizzata innanzitutto da un nuovo approccio progettuale “a prova di futuro”, per il l’assetto e le prestazioni d’avanguardia, e perché recepisce tutti i più recenti regolamenti in materia di grandi navi da crociera, tra cui il sistema di sicurezza del “Safe return to port”. Dal 1990 ad oggi Fincantieri ha costruito 68 navi da crociera, altre 16 unità sono in costruzione o di prossima realizzazione negli stabilimenti del gruppo. Alla cerimonia erano presenti Enrico Morando, viceministro dell’Economia e delle Finanze, per l’armatore Micky Arison, presidente di Carnival Corporation, David Dingle presidente esecutivo di Carnival Corporation e David Noyes, amministratore delegato di P&O Cruises, mentre per Fincantieri era presente, tra gli altri, Giuseppe Bono e Vincenzo Petrone, rispettivamente amministratore delegato e presidente di Fincantieri.
«In Italia abbiamo circa venti milioni di occupati di cui quattro milioni solo nella pubblica amministrazione. Per questi ultimi ce ne sono altri quattro milioni che producono carte per loro. Dunque, quelli che producono ricchezza si riducono a dodici milioni» ha detto Bono anche nella sua veste di presidente regionale di Confindustria, a margine della cerimonia di consegna della ammiraglia “Britania” alla P&O Cruises (Gruppo Carnival). Criticando la burocrazia in Italia che ha definito «un freno per lo sviluppo», così come «farraginosa» è «a volte la legislazione», Bono ha precisato: «non chiediamo aiuti al Governo, ma che vengano rimossi gli ostacoli che impediscono lo sviluppo». Per Bono «bisogna far capire innanzitutto ai governanti del mio Paese e dell’Europa che se si vuole uscire dalla crisi e riprendere un ruolo da protagonista dell’economia mondiale, occorre procedere assolutamente al consolidamento dell’industria. In Italia abbiamo eccellenze mondiali, ma sono troppo piccole rispetto ai colossi di Stati Uniti e Cina e, domani, di India e Russia. Il consolidamento dell’industria, anche di quella cantieristica – ha aggiunto Bono – sarà un’occasione di crescita perché rimetterà in moto una serie di energie. Invece di fare la competizione tra di noi, per una buona volta mettiamoci insieme e facciamola noi nei confronti degli altri».
Rispondendo poi a una domanda su come favorire l’esportazione dell’Italia, Bono ha detto che «da anni facciamo una battaglia per dotare il Paese di una struttura che aiuti le esportazioni in modo efficiente, al pari degli altri Paesi industrializzati. Francia e Germania si sono attrezzate dopo l’Italia, che lo aveva fatto prima di loro, nel 2007, con una legge che è rimasta una bella incompiuta. Quello che mettono in moto Francia e Germania in termini di export per le proprie imprese sono cifre imponenti, non per soldi prestati ma per le garanzie date e che fanno muovere l’economia. L’ammontare dei crediti per l’esportazione della Germania è impressionante». Secondo Bono, la soluzione «va trovata in quello che gli altri già fanno in Europa a favore dei propri clienti nella concessione di garanzie. Questa, quindi, deve essere la priorità del Governo per aiutare gli operatori». Infine, in merito alle prospettive dell’attività crocieristica, Bono ha annunciato che nel 2015 «sarà confermata la ripresa di questo comparto».