Casse rurali del Trentino, crescono i depositi, gli impieghi e il numero dei soci

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casse rurali trentine
cassa rurale insegna 1Dal 2007 al 2014 andamento positivo, ma il 2014 è un anno decisamente critico con sofferenze oltre il 9%

Dal 2007 al 2014 la raccolta complessiva di risparmio presso il credito cooperativo è cresciuta di 2,7 miliardi di euro, (+17,5%) con 2 miliardi di nuovi prestiti erogati nell’ultimo anno. Il sistema delle Casse rurali trentine chiude il settimo bilancio dall’inizio della crisi in utile (+6,5 milioni di euro) con una patrimonializzazione di 2,1 miliardi di euro di poco sotto al 15% rispetto all’attività di rischio complessiva, a fronte di un valore minimo richiesto pari all’8%.

I soci sono 126.000, cioè 19.000 in più rispetto a sette anni fa (1.546 solo nell’ultimo anno) ed è cresciuto anche il patrimonio di sistema, che con 2,1 miliardi di euro è superiore di 385 milioni rispetto al 2007 (+22%).

In alcuni territori che soffrono più di altri – tra questi la Valsugana e la Vallagarina – soprattutto in certi settori (costruzioni e immobiliare, terziario), anche i bilanci delle Casse rurali risentono delle difficoltà delle imprese e famiglie. Così molte rate di mutuo non pagate si trasformano in sofferenze, che le banche svalutano a titolo precauzionale, soprattutto per effetto della perdita di valore degli immobili a garanzia dei prestiti.

Alla fine del 2014, le sofferenze del sistema creditizio cooperativo ammontavano al 9,06% degli impieghi complessivi, pari a 1 miliardo di euro sul totale dei crediti. Nell’ultimo bilancio di esercizio, tra crediti in sofferenza e incagli, sono stati svalutati ben 362 milioni di euro. Questo porterà anche quest’anno alcune Casse a chiudere in rosso, a causa degli accantonamenti prudenziali soprattutto nei territori più colpiti dalla crisi. Si può ipotizzare una cifra aggregata attorno ai 30 milioni di euro.

«Le nostre Casse hanno adottato una linea di particolare rigore e prudenza – afferma il vicepresidente della Federazione delle cooperative trentine e presidente della Casse rurali, Giorgio Fracalossi – che è stata sollecitata anche dalla Bce. In tal senso si potranno creare i presupposti per farsi trovare pronti quando il territorio e la congiuntura economica daranno dei segnali di ripartenza».

Il risultato lordo di gestione delle Rurali di 297 milioni di euro, mostra a fine 2014 una crescita dell’8,3% rispetto all’anno precedente, sempre al netto delle plusvalenze su titoli. Con le svalutazioni di crediti anomali delle Casse per 362 milioni, il risultato netto complessivo del sistema si aggira attorno a 6,5 milioni. «Le Rurali hanno svolto bene il proprio servizio, ma la situazione economica che porta molte famiglie e imprese a non poter onorare i propri impegni, unita alle iniziative del Governo e alle indicazioni di Bce e Bankitalia, ci impongono di pensare con responsabilità ad ulteriori strumenti di consolidamento per continuare a svolgere il nostro ruolo anche in futuro», commenta il presidente della Federazione, Diego Schelfi.