In programma pagine da Mozart e da Rossini
Lunedì 12 gennaio (ore 20.45) nella sala dei concerti della Società Filarmonica di Trento in via Verdi s’inaugura la stagione dei concerti del 2015. Protagonista della serata è l’Ensemble Zefiro, uno dei più interessanti gruppi da camera del panorama concertistico italiano fondato nel 1989, un punto di riferimento assoluto nell’interpretazione della musica per fiati del ’700 e ’800 con strumenti d’epoca.
Gli storici fondatori del gruppo – gli oboisti Alfredo Bernardini e Paolo Grazzi e il fagottista Alberto Grazzi – hanno saputo trasmettere ai compagni di oggi la passione per la ricerca, una trascinante bravura, un fresco entusiasmo che ritroviamo in ogni nuova loro esecuzione. Il soffio del “dio dolce e benigno dei venti d’occidente” (ovvero Zefiro) si avverte in ogni esibizione condotta con brio, con un forte senso del ritmo, una sorprendente qualità timbrica e attenzione per i dettagli. Complesso con organico variabile a Trento Zefiro si presenta con tredici strumentisti per presentare il punto culminante della creatività settecentesca per fiati, la Gran Partita di Mozart seguita da un Rossini che da Mozart partiva per creare il suo inedito mondo sonoro ricco, per l’appunto, di fiati.
Formato da docenti presso i Conservatori di Musica di Amsterdam, Barcellona, Mantova, Verona, Milano e dai migliori strumentisti in campo europeo, Zefiro è presente nei principali festival europei di musica (Amsterdam, Barcellona, Londra, Parigi, Vienna, ecc.) e con tournée in tutto il mondo (Cile, Argentina, Giappone, Canada, Corea, Uruguay, Stati Uniti, Brasile ecc.). Ha al suo attivo la registrazione di diversi programmi televisivi e 18 compact disc meritevoli del “Grand Prix du Disque”, il “Premio Nazionale Classic Voice”, l’Editor’s Choice di Gramophone, le “Choc du Monde de la Musique”, il “Diapason d’Or”.
Quanto al programma della serata, per originalità d’organico, forma e invenzione, la Gran Partita KV 361 rappresenta per la critica di ogni tempo una delle pagine più sorprendenti e prodigiose della produzione mozartiana. Concepita per dodici strumenti a fiato e contrabbasso, la Serenata presenta una monumentale architettura che vede accanto ai tre movimenti di base (Allegro, Adagio, Rondò) due Minuetti, una Romanza e un Andante con variazioni. Nell’alternarsi di momenti solistici a quelli d’insieme, il tutto è teso alla ricerca di nuovi impasti sonori, anche grazie al timbro peculiare dei corni di bassetto, utilizzati qui per la prima volta da Mozart. Tra le scarsissime notizie sulla genesi (comunemente viene datata Monaco-Vienna, primavera 1781) e sulla sua prima esecuzione, spicca la testimonianza dello scrittore J.F. Schink che di passaggio a Vienna nel 1784 dichiarò di aver ascoltato quattro movimenti di “una pagina del Signor Mozart per tredici strumenti. Com’è grandiosa, nobile, magnifica!”. Si tratta probabilmente di un’esecuzione ridotta ad opera dell’Harmonie (complesso di fiati) della corte imperiale che intratteneva feste e cerimonie con musiche originali e più spesso con trascrizioni di celebri passi operistici. Quest’ultima è una prassi sopravvissuta ancora oggi nelle sale da concerto, grazie al nutrito repertorio di trascrizioni di capolavori operistici dedicato a varie compagini cameristiche. L’arrangiamento del fagottista Giorgio Mandolesi di alcuni numeri del Barbiere di Siviglia (1816) rossiniano si pone quasi come un “bignamino” dell’opera, che mette a fuoco alcuni dei momenti più esilaranti delle frenetiche avventure di Figaro, del Conte d’Almaviva e del suo corteggiamento della bella Rosina. Tolte scenografie e solisti, la voce è data a quest’ensemble strumentale d’eccellenza, che qui ha il compito di illuminare l’eleganza melodica e la freschezza drammaturgica di una delle opere più amate di ogni tempo.