Evasione fiscale in crescita tra le grandi aziende

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euro-soldi-evasione-fiscale-ilnordestquotidianoSecondo uno studio di Contribuenti.it nel 2014 la sottrazione di imposte è cresciuta del 14,2%

Nel 2014 l’imponibile evaso in Italia è cresciuto del 3,4% con punte record nel Nord dove ha raggiunto il 4,7%. In termini di imposte sottratte all’erario si è nell’ordine di 180,7 miliardi di euro l’anno secondo quanto stima l’Associazione Contribuenti Italiani. Cinque sono le aree di evasione fiscale analizzate: l’economia sommersa, l’economia criminale, l’evasione delle società di capitali, l’evasione delle big company e quella dei lavoratori autonomi e piccole imprese.

La prima riguarda l’economia sommersa. L’esercito di lavoratori in nero si gonfia sempre di più è composto da circa 2,9 milioni di persone, molti dei quali cinesi o extracomunitari. In tale categoria sono stati ricompresi anche 850.000 sono lavoratori dipendenti che fanno il secondo o il terzo lavoro. Si stima un’evasione d’imposta pari a 34,3 miliardi di euro.

La seconda è l’economia criminale realizzata dalle grandi organizzazioni mafiose italiane e straniere (Russia e Cina in testa) che, nel nord Italia è cresciuta nel 2014 del 18,7%. Si stima che il giro di affari non “contabilizzati” produca un’evasione d’imposta pari a 78,2 miliardi di euro l’anno.

La terza area è quella composta dalle società di capitali, escluso le grandi imprese. Dall’incrocio dei dati è emerso che il 78% circa delle società di capitali italiane dichiara redditi negativi o meno di 10.000 euro o non versa le imposte. Molte di queste chiudono nel giro di 5 anni per evitare accertamenti fiscali o utilizzano “teste di legno” tra i soci o amministratori. In pratica su un totale di circa 800.000 società di capitali operative, il 78% non versa le imposte dovute. Si stima un’evasione fiscale attorno ai 22,4 miliardi di euro l’anno.

La quarta area è quella composta delle grandi società di capitali. Una su tre ha chiuso il bilancio in perdita e non pagando le tasse. Inoltre il 94% di queste abusano del “transfer pricing” per spostare costi e ricavi tra le società del gruppo trasferendo fittiziamente la tassazione nei paesi dove di fatto non vi sono controlli fiscali sottraendo al fisco italiano 37,8 miliardi di euro all’anno. Nel 2014, le 100 maggiori compagnie del paese hanno ridotto del 14,2% le imposte dovute all’erario.

Infine c’è l’evasione dei lavoratori autonomi e delle piccole imprese dovuta alla mancata emissione di scontrini, di ricevute e di fatture fiscali che sottrae all’erario circa 8,0 miliardi di euro l’anno.

In testa nel 2014, tra le regioni, dove sono aumentati numericamente gli evasori fiscali, risulta grazie alla massiccia presenza di imprese la Lombardia, con +5,2%. Secondo e terzo posto spettano rispettivamente al Veneto con + 4,9% e la Valle d’Aosta con +4,7%. A seguire la Liguria con +4,6%, il Piemonte con 4,5%, il Trentino con 4,1%, il Lazio con +3,9%, l’Emilia Romagna con +3,8%, la Toscana con +13,6%, le Marche con +3,3%, la Puglia con +2,6%, alla Campania +1,0 %, la Sicilia con +0,6% e l’Umbria con +0,1%.

La Lombardia, anche in valore assoluto, ha fatto registrare il maggior aumento dell’evasione fiscale. In percentuale, il dato lombardo aumenta, nel 2014, di circa il 5,9%.

In Italia i principali evasori sono gli industriali (33,2%) seguiti da bancari e assicurativi (30,7%), commercianti (11,8%), artigiani (9,4%), professionisti (7,5%) e lavoratori dipendenti (7,4%).

A livello territoriale l’evasione è diffusa soprattutto nel NordOvest (31,4% del totale nazionale), seguito dal NordEst (27,1%). dal Centro (22,2%) e Sud (19,3%).

«Per combattere l’evasione fiscale – ha affermato Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani – bisogna riformare il fisco italiano introducendo la tax compliance, seguendo ciò che avviene nei principali paesi europei che hanno ridotto le aliquote fiscali, migliorato la qualità dei servizi pubblici e soprattutto eliminato gli sprechi della pubblica amministrazione. L’evasione fiscale è diventato lo sport più praticato dalle grandi imprese italiane. Fino a quando non migliorerà l’efficienza dell’amministrazione finanziaria e si taglieranno le spese della casta, il governo avrà bisogno di far cassa ad ogni costo, incassando i soldi “pochi, maledetti e subito” arrivando addirittura a depenalizzare il reato di evasione fiscale per banche e grandi imprese. E si premieranno sempre i grandi evasori fiscali, che preferiscono pagare le tasse a forfait e con il massimo sconto utilizzando l’accertamento con adesione, un vero e proprio condono permanente».