Attentato degli estremisti islamici al settimanale satirico francese Charlie Hebdo

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charlie hebdo parigi attentatoA Parigi 12 morti e quattro feriti gravi tra i giornalisti. Reazioni anche nel NordEst

Dodici morti e quattro feriti gravi, circa 40 persone della redazione sotto protezione, il risultato dell’attentato a Parigi contro la sede del settimanale satirico “Charlie Hebdo”. Un commando di due persone con il volto coperto ha fatto irruzione nella sede del giornale che più volte era stato minacciato in passato per la pubblicazione di vignette ritenute “blasfeme”, e ha aperto il fuoco sui presenti con armi automatiche. Dalle immagini di telecamere esterne alla sede che stanno andando in onda sui media internazionali due i killer, armati di fucili kalashnikov, che hanno compiuto l’attacco e che sarebbero stati visti poi fuggire a bordo di una automobile. I due uomini nel corso dell’attacco avrebbero gridato “Allah u Akbar”.

Cabu, 76 anni, antimilitarista e di spirito anarchico, ha collaborato con tutte le principali testate francesi come caricaturista e disegnatore di fumetti. Attualmente disegnava sia per “Charlie Hebdo” che per il suo principale concorrente, “Le Canard Enchain Per Pilote”, una delle principali riviste francesi di fumetti, aveva creato il personaggio del “Grand Duduche”, liceale maldestro. Era il padre del cantante Mano Solo, morto di malattia nel 2010. Charb, 47 anni, disegnatore satirico, collaborava anche con il quotidiano del partito comunista “l’Humanite” e due delle principali riviste francesi di fumetti, “Fluide Glacial” e “l’Echo des Savanes”. Sue le strisce, irriverenti e al limite del pornografico, del cane Maurice, bisessuale e anarchico, e Patapon, gatto asessuato e fascista.

charlie hebdo parigi attentatoIl settimanale ha più volte preso di mira l’integralismo islamico e nel novembre 2002 pubblicò un articolo di elogio del libro “La rabbia e l’orgoglio” di Oriana Fallaci. Nel 2007, il settimanale provocò molte polemiche con la decisione di pubblicare tutte e 12 le vignette su Maometto che avevano scatenato proteste nel mondo islamico dopo la loro apparizione sul giornale danese “Jyllands Posten”. L’allora direttore, Philippe Val, fu denunciato per razzismo ma venne assolto in tribunale. Il 19 settembre 2012, il governo francese ordinò un rafforzamento della sicurezza nelle ambasciate in occasione dell’uscita di un numero di “Charlie Hebdo” con in copertina un ebreo ortodosso che spingeva una sedia a rotelle sulla quale era seduto un uomo con un turbante con la scritta “Gli intoccabili 2”. Il riferimento al titolo francese del film “Quasi amici”. In controcopertina si vedeva un Maometto nudo che mostrava il posteriore ad un regista, in un disegno ispirato ad un film del 1963 con Brigitte Bardot. Il 10 luglio 2013, il settimanale fece nuovamente scandalo con una copertina anti islamica in occasione di vittime durante manifestazioni islamiste in Egitto. Una vignetta dal fondo rosso sangue, intitolata “Uccisioni in Egitto”, mostrava un uomo con abiti tradizionali musulmani, colpito da proiettili che trapassano il Corano con il quale cerca di farsi scudo. La didascalia recitava: “Il Corano una m.. non ferma le pallottole”.

Numerose le reazioni del mondo sociale e politico del NordEst. «Davanti all’orrore suscitato dal barbaro attentato alla libertà di stampa e di opinione perpetrato oggi a Parigi, in nome di un estremismo cieco e brutale che nulla ha a che vedere con i valori religiosi e le differenze culturali, il Consiglio provinciale di Trento esprime uno sdegno profondo ed una vicinanza sincera alle vittime e ai feriti di quest’orrenda azione criminale» afferma il presidente del Consiglio provinciale di Trento, Bruno Dorigatti, secondo il quale “stiamo assistendo ad uno sviluppo repentino e drammatico di contrapposizioni che si cercano di contrabbandare come scontro fra civiltà ed altro non sono invece che l’espressione di una furia cieca ed omicida, che ferisce comunque l’umanità intera e colpisce al cuore il necessario dovere del dialogo e della reciproca comprensione».

«Partecipando al dolore dei nostri concittadini francesi e dell’Europa tutta di fronte ad un gesto così crudele e feroce – prosegue Dorigatti – auspichiamo che ciò non inneschi processi a catena dove azioni e reazioni si susseguono in un crescendo pericoloso, mentre confidiamo che la ragione trovi ancora motivi per dire di sé e per aprire nuovi spazi al confronto sereno ed all’incontro, nella consapevolezza che non può esserci altra via per ritrovare noi stessi e per progredire, nel rispetto delle opinioni di tutti e soprattutto della vita umana, che viene prima dell’affermazione di qualunque idea o ideologia».

Per il segretario del Veneto della Lega Nord e sindaco di Verona Flavio Tosi, «dopo la strage di innocenti cittadini francesi, giornalisti e poliziotti, compiuta con barbara crudeltà, da una cellula terroristica di integralisti islamici a Parigi, l’Italia non si può limitare alla più ferma condanna dell’attentato, ma deve trarre alcuni insegnamenti e adottare precise misure per rafforzare la sicurezza del nostro Paese». Per Tosi “non si può rinunciare, come sostanzialmente si è fatto finora al controllo reale del nostro territorio: occorre controllare severamente chi arriva in Italia, sapere cosa ci viene a fare e per quanto tempo, abbandonando la politica delle frontiere colabrodo o del soccorso navale indiscriminato contrabbandate come politica di accoglienza. Quel che è accaduto a Parigi potrebbe accadere anche da noi». «Per questo, di fronte ad un integralismo islamico che alza così drammaticamente il livello dei suoi attacchi nelle libere e pacifiche città europee – conclude Tosi – occorre rafforzare, in collaborazione con i Paesi nostri alleati, la politica di intelligence per prevenire le possibili infiltrazioni terroristiche. Evitando di ripetere errori come quelli del caso Abu Omar, nel quale abbiamo messo sotto processo e condannato chi voleva aiutarci a scoprire le organizzazioni fondamentaliste islamiche presenti nel nostro Paese».

Un telegramma di cordoglio per l’efferato attentato compiuto al giornale parigino “Charlie Hebdo” è stato inviato dal presidente del Veneto, Luca Zaia, all’ambasciatrice di Francia in Italia, Catherine Colonna. «A nome del popolo veneto e mio personale – scrive Zaia -,le esprimo il vivo cordoglio e la vicinanza per il vile atto di terrorismo che ha colpito una storica voce di libertà e ferito l’intero popolo francese». «Nella consapevolezza che niente e nessuno potrà mai prevaricare i valori della democrazia e del confronto, alla base dei nostri sistemi politici e sociali – scrive ancora Zaia – voglio esprimere per suo tramite al Presidente della Repubblica e al Capo del Governo i sensi della mia più assoluta condanna dell’attentato, perpetrato da chi vuole spegnere non soltanto la voce del giornalismo, ma travolgere al contempo gli stessi fondamenti della nostra civiltà, che hanno avuto proprio nella Francia e nei suoi intellettuali gli alfieri più illustri».