Arrestato in flagrante, condannato a 16 mesi di arresti domiciliari. Divina: «troppo buonismo»
Condanna mite, solo un anno e 4 mesi, per di più da scontare agli arresti domiciliari nel suo alloggio di Cles per il marocchino Briji Salah, 68 anni, colpevole di avere devastato gli arredi della chiesa di Santa Maria Assunta a Cles.
Nella giornata di Capodanno, il marocchino aveva effettuato un raid vandalico all’intero della chiesa, fermato praticamente in flagranza di reato dal pronto intervento dei carabinieri della borgata. La sentenza del Tribunale di Trento ha fato sorgere dubbi tra gli abitanti e tra gli stessi amministratori pubblici, ad iniziare dal sindaco Maria Pia Flaim. Salah, commerciante ambulante residente in Italia con regolare permesso, abita a Cles da alcuni mesi ed abita in un alloggio in locazione. Nella borgata si è fatto notare per il suo particolare abbigliamento, un saio marrone con cappuccio, accompagnato da un lungo bastone, con cui era solito girare per il paese. All’interno della chiesa, il marocchino ha strappato le croci dai confessionali, abbattendo la statua della Madonna, distruggendo tre pesanti candelabri dell’altare maggiore, usati anche per danneggiare i marmi di un altare laterale.
Il sindaco Flaim parla di un soggetto con problemi di equilibrio mentale, già segnalato nello scorso novembre ai servizi sanitari e all’assistenza sociale. In Tribunale, Salah non si è comportato bene: dopo aver rifiutato il difensore d’ufficio, ha fatto dichiarazioni farneticanti («E’ giusto così, la religione cattolica è falsa», «Solo Allah mi può giudicare»), finendo per recitare versetti del Corano quando il giudice ha letto la sentenza.
Una situazione che ha destato il commento del senatore trentino Sergio Divina, vice presidente del gruppo parlamentare al Senato: «questa è una vicenda che non può ritenersi conclusa con la sentenza di condanna da scontarsi fra il resto ai domiciliari. E nemmeno il buonismo di Don Renzo Zeni può essere condiviso. Se questa è la riconoscenza che ci viene riconosciuta in cambio di tutti i servizi che il signor Salah ha avuto dalla comunità trentina è meglio correre subito ai ripari». Divina ricorda anche che la Comunità di Valle della Val di Non «eroga a questo signore la cifra di 650 euro mensili (probabilmente perché rientrante in fasce di reddito da assistere) e per non passare per “fessi” almeno si faccia in modo che i danni provocati ai beni sacri, ossia il costo dei restauri, sia almeno addebitato allo sgradito ospite devastatore».
Se così non fosse, per Divina «un pericoloso messaggio verrebbe dato: “Venite in Italia, approfittate della generosità di queste genti, comportatevi come volete senza ritegno alcuno che tanto non vi succederà nulla e continuerete ad essere assistiti indistintamente”. Non vorrei inoltre, visto che il soggetto in questione ha passato i 67 anni, che gli venisse anche data una pensioncina a carico del nostro sistema previdenziale che gli consentisse di rimanere ancora in Trentino e continuare a perpetrare le sue azioni di “evangelizzazione” islamica nelle nostre parrocchie».