Tra IMU, TASI e TARI censite circa 500 aliquote diverse nei 121 comuni vicentini
Confindustria Vicenza ha realizzato un’indagine per verificare il peso dell’imposizione fiscale sugli immobili industriali nel Vicentino. Sono state prese in esame le aliquote IMU, TASI e TARI (le imposte più significative per la casse comunale e per i contribuenti), di tutti i 121 comuni della provincia ed è stata tracciata una “mappa” completa della tassazione su capannoni e uffici.
Il risultato è un Rapporto sulla fiscalità locale degli immobili industriali (capannoni e uffici) in provincia, dal quale emerge una conferma di fondo: non soltanto le aziende pagano tante tasse, ma diventa sempre più complicato farlo. Basti pensare che gli esperti di Confindustria Vicenza hanno “censito” circa 500 aliquote diverse tra IMU, TASI e TARI in tutti i Comuni vicentini. Come dire che su queste tasse ogni Comune applica un’aliquota diversa.
L’indagine ha consultato le deliberazioni di ogni comune vicentino pubblicate sul sito del Dipartimento delle finanze del Ministero dell’economia e delle finanze. Per confrontare il peso dell’imposizione fiscale nei singoli comuni è stata ipotizzata un’impresa-tipo proprietaria e utilizzatrice diretta di un capannone industriale di 5000 metri quadrati coperti e di un ufficio della dimensione di 500 metri quadrati. Una struttura produttiva fortemente tipica del tessuto produttivo della provincia.
Per quanto riguarda il capannone, il gettito medio generato dalla IUC risulta pari a 19.534 euro: il 54% dei comuni si colloca al di sopra di questa soglia media. Emerge dall’analisi che i comuni vicentini stanno esercitando una pressione fiscale pari circa all’81% di quella massima consentita. Il 90% dei comuni ha scelto di aumentare la tassazione complessiva dell’IMU e della TASI oltre il minimo consentito dalla legge.
Per quanto riguarda l’ufficio, il gettito medio IUC è di 5.472 euro e anche in questo caso i comuni che sono al di sopra della media sono il 54% del totale, mentre quasi tutti (99%) hanno applicato una tassazione complessiva IMU e TASI superiore al minimo consentito.In questo caso i Comuni stanno esercitando una pressione fiscale pari circa all’82% di quella massima consentita.
«L’indagine non vuole essere un giudizio sull’operato dei comuni e sul grado di servizi resi alla collettività, ma piuttosto una fotografia, in base a una simulazione, dello stato dell’arte della pressione fiscale in provincia – osserva Domenico Di Fonso, vicepresidente di Confindustria Vicenza con delega al fisco e alla piccola impresa -. I risultati dell’analisi hanno evidenziato un notevole aggravio della fiscalità locale sugli immobili utilizzati dalle aziende per produrre e anche un complicato intreccio di aliquote. In altri termini, non solo si paga molto, ma è anche molto complicato pagare». Di Fonso sottolinea anche che «a proposito della tassa sui rifiuti, in molti casi sono tassate superfici, come quelle dei magazzini collegati alla produzione, che non dovrebbero essere tassate come ha chiarito recentemente il Dipartimento delle Finanze. Quello che auspichiamo è un maggior coordinamento delle scelte impositive comunali, una semplificazione degli adempimenti, oltre naturalmente a una maggiore attenzione al carico impositivo sulle aziende. Non va dimenticato che questo, a livello locale, è uno degli elementi cardine per valutare l’attrattività e la competitività di un territorio».