Speranzon: «un insegnamento importante la sua esperienza al servizio della cultura, per la conservazione di Venezia e delle sue opere»
A Ca’ Corner, sede della provincia di Venezia, l’assessore provinciale alla cultura Raffaele Speranzon ha premiato il maestro Maximilian Leuthenmayr per la sua lunga attività artistica e di conservazione dei beni culturali all’interno d’istituzioni, chiese e musei veneziani per oltre quarant’anni.
Presenti anche Giovanni Diaz dell’Ateneo Veneto, la restauratrice Silla Gardenghi che ha collaborato con il maestro per circa 20 anni, e ha partecipato laboratori diretti da Leuthenmayr sull’isola di San Servolo, di proprietà della Provincia.
Nato a Monaco di Baviera nel 1939, noto a livello internazionale, nel ’58 è allievo di Giacomo Manzù per il modellato in creta, e di Oskar Kokoschka all’Accademia di Salisburgo per la tecnica pittorica. Collabora con Ewald Matarè al portale del Duomo di Salisburgo, e si specializza in seguito nel recupero, restauro e conservazione dei beni culturali, in particolare di sculture lignee policrome e di altari. In Italia ha collaborato, tra gli altri, con la Soprintendenza ai beni architettonici artistici e storici (B.A.A.S) di Milano, Pisa, Lucca, Massa Carrara, Brescia, Cremona, Mantova, Matera e Campobasso. Nel NordEst per la Soprintendenza ai BAAS di Bolzano – Alto Adige, per provincia di Trento, Trieste, Udine e la regione Friuli Venezia Giulia; per il Museo Diocesano di Trento e la Soprintendenza ai Baas del Veneto. A Venezia e in provincia, Leuthenmayr ha operato per la Soprintendenza ai Baas di Venezia, per il Patriarcato al Museo Diocesano di Venezia, Museo del Settecento Veneziano, Ca’ Rezzonico, Galleria G. Franchetti alla Ca’ D’Oro, dove ha restaurato l’altare ligneo di Domenico da Tolmezzo sotto la direzione di Michelangelo Muraro; Gallerie dell’Accademia, Museo Civico Correr, Scuola Grande di San Rocco, e sulle isole della Giudecca, Murano e San Servolo.
Molti gli interventi complessi realizzati: tra gli altri, il restauro del monumento equestre a Paolo Savelli nella Basilica dei Frari, il soffitto della Scuola Grande di San Rocco durato oltre tre anni, la pala del Moranzone di Gemona a Ca’ D’oro, danneggiata a seguito del terremoto del Friuli, le sculture lignee policrome nella Chiesa di San Nicolò dei Mendicoli.
Nel 1989 ha ricevuto il Premio Torta dall’Ateneo Veneto per i numerosi restauri eseguiti a Venezia e nel 1997 è stato nominato presidente del Centro europeo di Venezia per i mestieri della conservazione del patrimonio architettonico veneziano, dove tiene ancora un piccolo atelier con alcuni giovani allievi. Il maestro ha dedicato ampio spazio all’esperienza formativa e didattica, insegnando a Venezia in Ca’ Foscari, a Londra, a Bolzano, a Udine e a Vicenza, e ha collaborato con l’UNESCO, Bureau de Liaison pour la Sauvegarde de Venise.
Al maestro Leuthenmayr l’assessore Speranzon ha donato una pergamena e una scultura in vetro del maestro muranese Pino Signoretto.