Imu sui terreni agricoli di collina, tutti sconfessano il Governo Renzi

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Ronzo Val di Gresta 1
Ronzo Val di Gresta 1Pure la Serracchiani (vicesegretario nazionale del PD) chiede la marcia indietro. Divina: «un provvedimento ingiusto che penalizza gran parte dell’agricoltura del Nord che va profondamente rivisto»

Il provvedimento con cui il Governo Renzi voleva colpire con l’applicazione dell’Imu tutti i terreni agricoli situati ad oltre 200 metri di quota per giunta con valenza retroattiva al 2014 ad una manciata di giorni dalla scadenza fissata per il pagamento dell’odiato balzello è stato coperto da strali e contumelie, sia dagli amministratori delle migliaia di comuni che avrebbero dovuto applicare tra capo e collo il nuovo balzello dopo lustri di esenzione, dai commercialisti alle prese con l’ennesima modifica delle regole fiscali a ridosso della scadenza e per di più con valore retroattivo in barba allo Statuto del contribuente, legge dello Stato italiano che non risulta essere stata abrogata, e del buonsenso, visto che per l’esenzione dal balzello si tiene come riferimento la quota del luogo dove è situato il municipio, mentre il territorio comunale comprendente i terreni agricoli può essere anche molto vasto e con quote altimetriche variabili.

Dell’ennesimo pasticcio partorito dalla fretta parolaia del Governo Renzi si è fatta carico anche la presidnet edella regione Friuli Venezia Giulia nonché vicesegretario nazionale del PD, Debora Serracchiani che in una nota invita il proprio segretario nazionale nonché premier pro tempore dello Stato italiano Matteo Renzi a «riprensare profondamente al provvedimento che regola le esenzioni Imu per i terreni agricoli dei comuni montani» al fine di «evitare gli inevitabili contraccolpi sull’andamento della curva di spopolamento della montagna, cui la Regione è impegnata a porre argine, e sulla pratica stessa dell’agricoltura, un settore che pure sta manifestando caratteristiche anticicliche», ma ancheper evitare l’ennesimo boomerang su una fiducia e credibilità in continuo e costante calo di un Governo, quello del Rottamatore Gigliato, che fino ad oggi non ha saputo fare seguire i fatti (pochi) al profluvio di promesse.

Per il vicecapogruppo dei senatori della Lega Nord Sergio Divina «dopo l’appello dell’Anci è opportuno che il governo si fermi e ripensi sostanzialmente la norma nata all’unico scopo di fare cassa. Non è possibile regolare il meccanismo delle esenzioni solo basandosi sulla quota della sede del municipio, quando è notorio che in Italia esistono tantissimi comuni che hanno il centro abitato in pianura o in riva al mare e gli ambiti agricoli in media e alta collina». Divina aggiunge anche un’altra riflessione: «sarebbe opportuno che lo Statuto dei contribuenti non venisse violato in modo continuo, deliberando applicazioni di norme con valore retroattivo. Ne va della credibilità dello Stato e del corretto rapporto con i cittadini contribuenti».