Iafelice: «non possiamo accollarci le imposte dei nostri clienti»
Doveva essere uno dei fiori (tanti!) all’occhiello del nuovo corso renziano, quello della semplificazione fiscale e dell’invio a casa di tutti i contribuenti del 720 precompilato, ma così rischia di non essere, ma di diventare addirittura un’ulteriore ed inattesa complicazione, sia per i contribuenti che per i loro consulenti fiscali.
I giovani commercialisti del Triveneto criticano le dichiarazioni precompilate previste nel “Decreto semplificazioni” perché prevedono l’esclusiva responsabilità del professionista per le imposte del cliente, in caso di visto infedele, esclusa solo in caso di dolo o condotta gravemente colposa del contribuente.
Ancora una volta saranno i commercialisti a contribuire nel rendere più equa e concretamente attuabile la nuova procedura sui 730 precompilati. L’intenzione di creare un sistema fiscale più equo e trasparente, annunciata dalla delega fiscale, sembra non aver ispirato le disposizioni del “Decreto semplificazioni”: è indubitabile che la procedura telematica su cui si reggerà la rivoluzione copernicana del 730 precompilato, unita ad un sistema tributario, estremamente complesso ed instabile come quello italiano, non sarà accessibile a tutti e condurrà al necessario ricorso al dottore commercialista. Nulla di nuovo in un rapporto Stato e Contribuente, dove il professionista è interprete delle esigenze di entrambe le parti. Ma a che prezzo? Gli intermediari che invieranno le dichiarazioni precompilate integrate di quelle voci che l’attuale anagrafe fiscale non è n grado di immettere automaticamente nel sistema (come, ad esempio, le spese per le prestazioni sanitarie) saranno obbligati ad apportare un rinnovato e perverso visto di conformità che comporterà l’automatico trasferimento su di loro della responsabilità tributaria del contribuente. Tutto ciò accadrà, a meno che non ci sia il dolo o la colpa grave del cliente, ma provarlo sarà pressoché “diabolico”. Ovvero impossibile.
Il coordinamento Triveneto dei giovani dottori commercialisti ed esperti contabili (composto dai presidenti delle 13 unioni locali di Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, e rappresenta gli oltre 2.000 iscritti alle unioni locali dei giovani commercialisti delle province di Padova, Venezia, Vicenza, Verona, Pordenone, Belluno, Bolzano, Treviso, Rovigo, Trieste, Gorizia, Udine, Trento, Bolzano) ritiene che questa non sia la strada né per le semplificazioni né per creare un sistema equo e trasparente. «Non si può assolutamente concepire – osserva Davide Iafelice, neo coordinatore dell’UGDCEC di Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia – che le responsabilità di un processo in via di sperimentazione, come quello delle dichiarazioni precompilate, venga fatto gravare sulle spalle degli intermediari. Ancor più inaccettabile è dover ammettere che le disposizioni normative penalizzeranno ancor più i giovani dottori commercialisti sia per l’elevato rischio di doversi accollare le imposte dei propri clienti, sia per l’incremento dei costi dell’assicurazione professionale che, come previsto dalla norma, dovrà prevedere massimali più elevati».