Nel Bic di Rovereto nasce la startup dedicata al telerilevamento delle aree agricole con droni multispettrali

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Cyberfed Fedrigoni 1Cyberfed propone controlli aerei da remoto per controllare le coltivazioni

Si chiama Cyberfed ed è pronta, è proprio il caso di dirlo, a spiccare il volo perché la nuova startup insediata nel Polo Tecnologico di Rovereto (Trentino), negli spazi dell’incubatore d’impresa a pochi passi dal Polo Meccatronica, sta mettendo a punto un sofisticato sistema di telerilevamento con drone e fotocamera multispettrale a supporto all’agricoltura di precisione, controllando dall’alto, con grande rapidità e precisione, ettari di campi coltivati. Possibili tuttavia anche applicazioni per il monitoraggio ambientale e rilievi georeferenziati per protezione civile, forestali e geologi.

L’idea è di Gian Pietro Fedrigoni, ingegnere aereonautico di Verona, formatosi al Politecnico di Torino, che ha scelto Rovereto e Trentino Sviluppo come sede ideale per far nascere la propria azienda. La sua impresa sembra una vera e propria officina, e a lui piace chiamarla così: «è qui, proprio come nelle officine, che le mie idee diventano oggetti innovativi».

Ingegnere aeronautico con brevetto di volo, ha fatto della propria passione per il cielo una professione. «Entro la prossima estate avremo un prototipo – racconta Fedrigoni – si tratta di qualcosa di più di un semplice drone: sto collaborando con un’altra azienda per sviluppare un sistema di rilevamento». In pratica sotto il drone verrà posizionata una fotocamera multispettrale che nei voli sopra i campi servirà all’agricoltura di precisione: «i sensori misureranno le radiazioni emesse dai cloroplasti delle piante, quelle del campo NIR, molto vicine all’infrarosso – spiega Fedrigoni – poi, rielaborando i fotogrammi, sarà possibile fare una mappatura dell’indice di vigore delle piante». Gli agronomi potranno così avere il quadro completo della maturazione dei prodotti coltivati: sapere se irrigare di più o di meno, quando occorrono dei trattamenti, se è tempo di raccogliere e così via.

«Il vantaggio – prosegue Fedrigoni – è che si impiega pochissimo tempo a verificare lo stato di un appezzamento: un drone di questo tipo percorre un ettaro in tre minuti. Significa che in Trentino chi coltiva uva o mele potrà evitare di faticare controllando tutte le piante e dedicarsi ad altro. Basterà che la sera, collegato in telemetria, vale a dire da un tablet o da un computer, l’agronomo programmi il viaggio del drone per il giorno seguente».

Per il futuro le applicazioni sono molteplici: «con i fotogrammi multispettrali in realtà sarà molto facile usare questo drone anche per il monitoraggio ambientale. Un’altra possibilità è offerta dell’aerofotogrammetria, che consente di effettuare dei rilievi georeferenziati e di indicare con precisione latitudine e longitudine. Questi rilievi sono utili ad esempio quando si verificano grosse frane. Serviranno a geologi, forestali, protezione civile».