Veneto, specificati i criteri d’azione del “Piano casa”

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marino zorzatoZorzato: «adottata una circolare per uniformare l’applicazione». Sbalchiero: «chiariti gli ultimi dubbi, ora si applichi un provvedimento fondamentale per 7.700 imprese»

Circa 70.000 le domande presentate, attivando investimenti pari a circa 3 miliardi di euro: sono queste le cifre, fino ad ora, relative all’applicazione in Veneto del “Piano casa”. La Giunta veneta, nel corso dell’ultima seduta, ha adottato in via definitiva una circolare esplicativa, che fornisce indicazioni al fine di superare eventuali dubbi interpretativi e rendere uniforme l’applicazione delle recenti norme regionali che reiterano il “Piano casa”.

 

Nel darne notizia, il vicepresidente e assessore al territorio Marino Zorzato sottolinea che il provvedimento risponde agli impegni di chiarificazione presi con le autonomie locali, ma che lo stesso “Piano casa” è comunque sempre rimasto pienamente operativo.

La circolare, che spiega dettagliatamente come si applica la legge, ha ottenuto il parere della competente commissione consiliare e sarà trasmessa ai comuni e alle province sostituendo le precedenti. «L’ultima legge in materia – spiega Zorzato – ha apportato alcune rilevanti modifiche alla normativa del 2009 (n. 14), ma non ha introdotto nell’ordinamento giuridico un “nuovo Piano casa”, prevedendo invece alcuni correttivi nel pieno rispetto delle vigenti disposizioni di tutela dell’ambiente e del paesaggio». Il “Piano casa” punta a migliorare la qualità abitativa per preservare, mantenere, ricostituire e rivitalizzare il patrimonio edilizio esistente, nonché favorire l’utilizzo dell’edilizia sostenibile e delle fonti di energia rinnovabili; incentivare l’adeguamento sismico e l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici esistenti; incentivare la demolizione e ricostruzione in area idonea di edifici esistenti che ricadono in aree dichiarate ad alta pericolosità idraulica; favorire la rimozione e lo smaltimento della copertura in cemento amianto di edifici esistenti.

«La circolare serve a sciogliere i dubbi e le osservazioni rispetto ad un testo di legge complesso – conclude Zorzato – che sono stati formulati

 

all’indomani dell’approvazione della terza edizione del “Piano casa” che finora ha prodotto nel Veneto solo benefici, sul piano economico e occupazionale, dando risposte concrete ai bisogni delle famiglie e delle aziende e migliorando in linea di massima la qualità del patrimonio edilizio esistente». Nella premessa viene evidenziato, tra l’altro, che gli edifici oggetto di intervento devono ovviamente essere stati realizzati in base a regolare titolo abilitativo, in quanto gli interventi edilizi consentiti dalla legge regionale non implicano alcuna forma di condono o sanatoria.

L’emanazione della circolare è salutata con soddisfazione dal mondo dell’artigianato, il settore maggiormente interessato dall’applicazione della norma. Per il presidente regionale di Confartigianato Giuseppe Sbalchiero «cChiariti gli ultimi dubbi, i sindaci e assessori all’urbanistica legulei non hanno più alibi per fermare uno strumento che vale la vita di 7.700 imprese e 11.700 posti di lavoro». «E’ significativo – fa notare Paolo Bassani, leader degli Edili di Confartigianato Veneto – che questi chiarimenti arrivino in concomitanza con il dato sull’occupazione nel settore edile che, in Veneto per la prima volta dal 2008, a giugno di quest’anno ha registrato 500 occupati in più rispetto al I semestre 2013. Grazie soprattutto ai lavori di ristrutturazione, progetti di riqualificazione urbana e di efficienza energetica che sono i punti qualificanti anche del “Piano casa” ter. Tutto questo mentre, in Consiglio Regionale, hanno mosso i primi passi le proposte di legge per contenere il consumo di suolo. La commissione Urbanistica del Consiglio veneto – presieduta da Andrea Bassi (Lega) – ha infatti iniziato a discutere il provvedimento che, secondo i proponenti, potrà invertire l’attuale modello di sviluppo del Veneto».