Il mondo delle notizie e l’informazione giornalistica della Rai dal territorio locale

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Corecom FVG convegno su futuro Rai locale H55B9414-2 1Convegno a Trieste organizzato dal Corecom Friuli Venezia Giulia

Un convegno per approfondire l’informazione e il territorio nell’ambito dell’attività delle sedi regionali della Rai nel contesto di un probabile riassetto organizzativo e funzionale delle sedi locali dell’emittente statale è stato organizzato dal Corecom del Friuli Venezia Giulia nei locali del Consiglio regionale a Trieste.

L’iniziativa vuol essere una riflessione sul processo di trasformazione dell’offerta informativa della RAI e sulle problematiche relative allo stato di salute dell’informazione sul territorio.

Ad aprire i lavori de “Newsroom: la stanza delle notizie, come cambierà l’informazione sul territorio con il progetto di riorganizzazione delle testate giornalistiche della RAI”, moderati dal presidente del Corecom FVG Giovanni Marzini, è stato il presidente del Consiglio regionale del FVG Franco Iacop, al quale sono seguiti gli interventi di Valerio Fiorespino (direttore risorse umane RAI), Nino Rizzo Nervo (presidente Scuola giornalismo di Perugia e già consigliere d’amministrazione Rai), Renato Parascandolo (ideatore concorso per nuova carta d’identità per la Rai), Beppe Giulietti (portavoce “Art. 21”), del neo eletto coordinatore nazionale dei Corecom Sandro Vannini (Corecom Toscana), del coordinatore precedente Filippo Lucci (Corecom Abruzzo) e il sottosegretario MISE Antonio Giacomelli. Un centinaio di giornalisti ha partecipato ai lavori.

«L’informazione, in particolare quella locale, di prossimità ai cittadini, è fondamentale nella costruzione del senso di appartenenza a una comunità» ha sostenuto il presidente del Consiglio regionale del FVG Franco Iacop aprendo i lavori del convegno. «Ed è proprio questo senso di appartenenza – ha aggiunto – l’anello di congiunzione di una comunità varia ed eterogenea come quella della nostra regione, accumunata però dalla capacità di ritrovarsi nei momenti di difficoltà imposti dalle vicissitudini storiche che l’hanno attraversata, senza per questo perdere la capacità di guardare avanti».

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Appare emblematica la coincidenza di tanti importanti anniversari nel corso di quest’anno: i cent’anni dallo scoppio della “Grande Guerra”, il cinquantesimo anniversario della prima seduta del Consiglio regionale, ma anche i cinquant’anni dall’apertura della sede regionale della Rai. «Ospitare nell’Aula consiliare questo convegno – così Iacop – vuol essere anche un omaggio a quest’ultima ricorrenza, ma soprattutto occasione per parlare di Servizio pubblico e di come le sue dinamiche evolutive, imposte peraltro a tutti gli operatori del settore dal processo di digitalizzazione e dalla stringente necessità di contenere i costi, potranno incidere sulla capacità della RAI regionale di garantire al territorio gli adeguati spazi informativi».

Perché, se da un lato la revisione della spesa pubblica impone un processo di razionalizzazioni, dall’altro la digitalizzazione apre nuovi spazi fino a poco tempo fa impensabili. Il riferimento del presidente Iacop è andato al canale 103 della Terza rete RAI bis, «che libera la sede regionale dagli spazi contingentati di un tempo e apre nuovi scenari potenzialmente in grado di ampliare l’offerta regionale, in termini di una maggior tutela delle lingue minoritarie e per la realizzazione di programmi di qualità che possano raccontare il nostro territorio anche al resto del Paese, e non più solo a noi stessi».

La presenza del sottosegretario Giacomelli ha infine fornito al presidente Iacop l’occasione per spendere qualche parola a favore di tutte quelle emittenti locali che in questi anni, accanto al Servizio pubblico regionale, hanno dato voce al territorio. «Se da un lato la rivoluzione digitale richiede a tutti gli operatori di ripensare profondamente il modo di fare impresa televisiva – ha puntualizzato – è altrettanto innegabile che tale rivoluzione sarebbe dovuta avvenire in un quadro stabile, di certezza normativa e regolamentare, per consentire alle televisioni locali di programmare, con la necessaria sicurezza, i propri investimenti».

Valerio Fiorespiono, direttore delle risorse umane Rai, ha analizzato il processo di riforma dell’emittente pubblica, evidenziaando come la situazione sia cambiata con il superamento politico, culturale, sociale che aveva portato alla ripartizione delle tre reti RAI. L’evoluzione storica e la legislazione hanno imposto il pluralismo dell’offerta formativa all’interno di ogni testata, non solo quelle del Servizio pubblico. Il processo di riforma della RAI terrà conto quindi che l’informazione è cambiata e che è cambiato il modo di fare informazione.

Un diverso modello produttivo delle news della RAI è indispensabile, tanto più col passaggio al digitale. A sostenerlo, Nino Rizzo Nervo, già giornalista RAI e oggi presidente della scuola di giornalismo di Perugia. «E sta cambiando anche la professione del giornalista – ha aggiunto -. Quanto alla riforma della RAI, è bene chiarire che non si tratta di un problema di numeri o di quantità, ma di come utilizzare quei numeri».

D’indipendenza ha quindi parlato Renato Parascandolo, giornalista e ideatore del concorso “una nuova carta d’identità per la RAI”, presentato nella prima giornata di eventi del Corecom. L’indipendenza è data dalla fonte delle risorse (se i soldi arrivano dal Governo diventa una TV di Stato), dall’indipendenza editoriale (via le ingerenze dei partiti), dall’indipendenza professionale di giornalisti e dirigenti.

Quando il Governo dice che bisogna cambiare verso a questo settore io personalmente sono totalmente d’accordo. Ad affermarlo Beppe Giulietti, portavoce dell’associazione “Articolo 21”: «c’è poco da difendere questo mondo antico, lo si cambi e lo si faccia subito». Giulietti ha voluto poi ricordare come in Friuli Venezia Giulia si sia istituito il “Premio Luchetta, Ota, D’Angelo, Hrovatin” che, nel loro ricordo, intende dare un riconoscimento ai giornalisti che vogliono raccontare ciò che la gente non vede.

Brevi contributi sono giunti anche da Filippo Lucci, coordinatore dei presidenti dei Corecom italiani, che il primo novembre passerà il testimone a Sandro Vannini, eletto proprio mercoledì sera a Trieste. Lucci ha ricordato come la RAI sia sempre stata un punto di riferimento e come lo sia ancor oggi. La nuova RAI dovrà moltiplicare l’impegno ad ascoltare i territori e a fornire un’informazione pluralista e di qualità. Vannini ha invece sintetizzato quello che sarà l’impegno dei Corecom, che dovranno mantenere e sviluppare al meglio le loro funzioni, proporne di nuove e rapportarsi al meglio con gli organi regionali e con i referenti nazionali.

Un collega giornalista, un tecnico che conosce la materia e con il quale è molto più facile rapportarsi. Così è stato presentato il sottosegretario alle Telecomunicazioni con delega alle frequenze televisive e telefoniche, Antonello Giacomelli dal presidente del Corecom FVG, Giovanni Marzini, in chiusura del convegno sulla “Newsroom”. «E la tentazione di intervenire come giornalista in un dibattito così stimolante è molto forte – ha confessato Giacomelli – ma ovviamente rispetterò il mio ruolo istituzionale». Il rappresentante del Governo ha voluto innanzitutto riconoscere il lavoro fatto dalla sede regionale RAI del Friuli Venezia Giulia nel complesso dialogo con i Paesi vicini, e si è subito detto disponibile ad aprire un tavolo di confronto con i Corecom per affrontare i vari problemi. «Non dò giudizi sul processo di ristrutturazione della RAI – ha tenuto a precisare – che porterà innovazione e cambiamento, ma lo seguiremo con grande attenzione. Va però detto che abbiamo un giudizio positivo del lavoro fatto da questo management; ora è necessario imprimere una forte accelerazione». Il sottosegretario si è detto contento di constatare che «la tripartizione delle reti RAI non ci sia più, anche se non va dimenticato che è stato possibile farlo in questi mesi e con questo Governo». Partendo da questa nuova situazione, Giacomelli ha detto che la prossima convenzione «dovrà fornire alla RAI certezza di risorse, che passa anche attraverso una revisione del sistema-canone. Assicurare questa certezza è indispensabile per dare all’Azienda assoluta indipendenza».