AcegasApsAmga potenzia il servizio con obiettivo far crescere la “differenziata” oltre l’attuale 34%
Da lunedì 20 ottobre in zona Barriera del comune di Trieste inizierà la posa dei contenitori di colore antracite con coperchio marrone per la raccolta del rifiuto “umido”. Si tratta del penultimo passaggio dell’ampio progetto operativo coordinato dall’Amministrazione comunale e AcegasApsAmga, e avviato lo scorso 16 giugno, per fornire all’intero territorio triestino il nuovo servizio di raccolta differenziata della frazione organica del rifiuto solido urbano (FORSU), il cosiddetto “umido”.
La raccolta dell’umido è già una realtà per buona parte dei rioni cittadini. Ad oggi AcegasApsAmga ha posato 1.633 contenitori per la raccolta dell’umido organico nelle zone di Borgo San Sergio, Poggi Paese, Altipiano, Campanelle, Servola, Baiamonti, Valmaura, Melara, San Luigi, Longera, San Vito e San Giacomo, San Giovanni, Università, Commerciale, Roiano, Barcola, Gretta, dove il servizio di raccolta dell’umido organico è già attivo. La posa si completerà nelle prossime settimane. Entro il mese di novembre il servizio di raccolta differenziata dell’umido organico sarà erogato in tutto il territorio comunale.
Grazie all’avvio del progetto di raccolta dell’umido, nel mese di settembre, la percentuale complessiva di raccolta differenziata a Trieste è salita al 34%, rispetto al 30% di giugno, momento di partenza della raccolta differenziata del rifiuto organico. L’analisi dei dati compiuta dai tecnici di comune e AcegasApsAmga evidenzia come l’introduzione della nuova raccolta dell’umido abbia dettato una tendenza positiva, anche per quanto riguarda la raccolta stradale differenziata di vetro-lattine, carta e plastica, anch’esse frazioni che registrano percentuali in crescita.
Gli scarti delle attività quotidiane, se ben selezionati, dopo la pattumiera diventano risorse preziose per lo sviluppo sostenibile delle città. Un concetto molto importante, in particolare, per quanto riguarda la frazione più consistente dei rifiuti domestici (circa il 30%), costituita proprio dall’umido. Da una tonnellata di rifiuti di origine vegetale o animale facilmente biodegradabili, se correttamente destinati a riciclo in impianti dedicati (nel nostro di Trieste l’impianto Bioman di Maniago), si ricavano mediamente 400 chili di compost da utilizzare in agricoltura o florovivaismo e 200 kWh di energia pulita e rinnovabile.
L’eventuale presenza di materiali di natura non organica (come plastica, vetro, metalli, ecc.) nei contenitori dedicati alla raccolta dell’umido, incide negativamente sulle operazioni di riciclo, rendendole più complesse e costose, in alcuni casi addirittura impossibili.
Per una raccolta differenziata di qualità, perciò, è importante la collaborazione di tutti nel separare correttamente i rifiuti prima di conferirli, utilizzando preferibilmente sacchetti biodegradabili (normalmente in distribuzione negli esercizi commerciali, in seguito all’introduzione del divieto di commercializzazione dei vecchi sacchetti in plastica stabilito per legge da gennaio 2011) ed evitando conferimenti di rifiuto sfuso.