Con la firma a Palazzo Chigi, Trento e Bolzano acquisiscono maggiore libertà di manovra finanziaria per gli anni a venire
Dopo mesi di trattativa e la minaccia di mantenere dinanzi alla Corte costituzionale ricorsi contro leggi dello Stato per un valore di circa 6 miliardi di euro che in caso di vittoria molto probabile avrebbero sballato il bilancio pubblico, nelle stanze di Palazzo Chigi a Roma è stato raggiunto l’accordo tra lo Stato e le province autonome di Trento e Bolzano circa il loro assetto finanziario.
Un accordo che non è scevro di sacrifici per le due autonomie, ma le mette al riparo da continue invasioni da parte dello Stato. Soddisfatto il presidente della provincia di Trento, Ugo Rossi, che a Roma ha firmato l’accordo con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri Graziano Del Rio e del presidente della provincia di Bolzano Arno Kompatscher. Per Rossi questo «è un passaggio che apre una nuova stagione dei rapporti fra il Trentino e Roma. Con un quadro finalmente più stabile, sarà possibile accelerare le politiche per lo sviluppo del territorio. Certamente il Governo ci chiede anche di rispettare certe condizioni, e di sostenere da qui al 2017 lo sforzo che sta facendo sul versante dei conti pubblici. Ma le opportunità che si aprono per le Province autonome sono molte. Se dunque su un piatto della bilancia ci sono i sacrifici chiesti per risanare i conti del Paese, sull’altro ci sono le prerogative della nostra Autonomia, con tutto quel che ne consegue in termini di rafforzamento della buona amministrazione e di crescita della competitività. Direi che abbiamo trovato un buon equilibrio».
Alla firma dell’accordo hanno presenziato anche il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan e il ministro degli affari Maria Carmela Lanzetta.
A partire dal 2018 e fino al 2013, l’assetto finanziario delle due province sarà certo: sono state introdotte anche delle nuove possibilità per un utilizzo più flessibile delle risorse, un allentamento e in prospettiva una eliminazione del patto di stabilità che tanto preoccupa la pubblica amministrazione e le imprese sul territorio. «Abbiamo ottenuto – sottoliena Rossi -lea possibilità di introdurre crediti di imposta e detrazioni fiscali per le imprese, agevolandole nella loro attività e attirandone in Trentino di nuove. Abbiamo ora a possibilità di regolare le entrate che derivano dalle accise di gasolio e riscaldamento, che erano contenute nell’Accordo di Milano ma non erano mai state regolate e in più avremo la possibilità di utilizzare la cassa residua, ovvero i fondi che adesso sono inutilizzati, per ridurre il debito dei nostri comuni».
L’accordo prevede che il maggiore importo che le due autonomie pagheranno negli anni 2015, 16 e 17 rispetto a quando pagheremo nel 2018 – precisa Rossi – ci sarà restituito dallo Stato.
Anche il presidente altoatesino Arno Kompatscher ha commentato positivamente l’accordo: «il risultato è forse oltre le aspettative. Inoltre, siamo fuori da future manovre di Roma che si stanno preparando proprio in queste ore». Come contropartita, le due Province si sono impegnate a ritirare i ricorsi pendenti e a contribuire fino al 2017 alla tenuta dei conti dello Stato. Kompatscher ha sottolineato l’importanza di avere finalmente certezza per quanto riguarda le finanze della Provincia. Venerdì – ha annunciato – informerà i gruppi consiliari e martedì la Giunta provinciale. «Ho già parlato al telefono con il ministro degli esteri austriaco Sebastian Kurz e l’ho informato del buon esito delle trattative”. E’ già stato concordato inoltre il testo della lettera che il presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi invierà a Vienna.