Il primo incontro ufficiale tra i partner coinvolti nel progetto di ricerca per contrastare il commercio illegale di legname finanziato dalla Commissione europea si è tenuto a Godega di Sant’Urbano (TV)
Venti mesi di tempo per rafforzare gli strumenti anti-corruzione europei contro le attività illecite che ogni anno vengono commesse nel settore legno e per indagare le falle nell’attuale normativa comunitaria che possono favorire il traffico illegale di legname.
A offrire l’opportunità di questa collaborazione un progetto di ricerca finanziato dalla DG Affari interni della Commissione europea nell’ambito del Programma ISEC e denominato “TREES” (Timber Regulation Enforcement to protect European wood Sector from criminal infiltration). Obiettivo del progetto, partito ufficialmente il 1 settembre, sarà quello di rinforzare l’attuale regolamento europeo 995/2010 (entrato in vigore il 3 marzo 2013 all’interno di tutti i 27 Paesi europei) per utilizzarlo non solo come mezzo di contrasto al commercio nella Ue di legname raccolto illegalmente ma anche come strumento anti-corruzione nel settore legno. Un’esigenza quanto mai sentita visto che la Ue è tutt’oggi tra le maggiori importatrici di legno la cui origine resta spesso poco chiara: una ricerca finanziata dal Parlamento Europeo quantifica addirittura nel 20% delle importazioni complessive come derivanti da “fonti illegali”.
Conlegno (Consorzio Servizi Legno Sughero) è il “lead partner” del progetto, insieme ai partner PEFC Italia (ente normatore nel settore foresta-legno), RiSSC (Centro Ricerca e Studi su Sicurezza e Criminalità), l’olandese CNVP (Connecting Natural Values & People Foundation) e la bulgara RiskMonitor. I partner aassociati sono INTERPOL, PEFC Slovenia, PEFC United Kingdom, PEFC Council (CH), PEFC Germany, PEFC Slovakia, PEFC Norway, Bulgarian Investigators‘ Chamber.
Il primo incontro tra i partner del progetto si è tenuto il 3 ottobre a Godega di Sant’Urbano (Treviso) durante il tradizionale appuntamento annuale delle associazioni dell’Area Legno di FederlegnoArredo, che quest’anno è stato dedicato al tema “bosco, legno, lavoro: insieme verso il futuro”. Il giorno dopo, i dettagli del progetto sono stati presentati agli operatori del legno italiani durante il Convegno Nazionale del Legno.
Il traffico illegale danneggia in maniera significativa sia il mercato legale del legno, sia il mercato interno, inteso in senso più ampio (evasione fiscale, riciclaggio e mancato rispetto delle regole del mercato del lavoro) e trova il punto di maggior vulnerabilità proprio nella possibilità di corruzione che si verifica in vari punti della catena del commercio (dal taglio illegale alle dogane alla falsificazione dei documenti presentati all’acquirente). Si stima che dal 50 al 90% del legno illegale tratto dalle foreste dei principali paesi produttori tropicali rappresenti dal 15 al 30% del legno illegale a livello globale con un valore che va dai 30 ai 100 miliardi di dollari annui. La difficoltà a stimare le percentuali e il valore economico globale danno un’idea di quanto questo mercato possa essere potenzialmente proficuo per le organizzazioni criminali.
Ogni anno in Europa vengono smerciate tonnellate di legno la cui provenienza non è chiaramente tracciata e lascia spazio ad operazioni di traffico illegale il cui commercio danneggia in modo significativo le imprese che invece operano in maniera legale. Oltre agli operatori del mercato anche i governi vengono danneggiati a livello economico con mancate entrate fiscali (evasione dell’Iva), mancato pagamento dei contributi (oneri fiscali/previdenziali), riciclaggio di denaro.
Il progetto “TREES” si pone l’obiettivo di indagare sugli elementi di maggior vulnerabilità che favoriscono le possibilità di corruzione nei vari passaggi della catena (domanda/offerta) utilizzando uno strumento esistente e “nuovo” quale quello rappresentato dal sistema della “Dovuta Diligenza” (la c.d. “due diligence”), il cui potenziale anti-corruzione e anti-criminalità non è ancora stato esplorato.
L’attività di ricerca prevede la creazione di uno strumento che permetta di favorire e mitigare il rischio di incorrere nell’acquisto di legno contraffatto o illegale (dal taglio allo smercio stesso) passando attraverso attività di “desk research” quali interviste a operatori specializzati (operatori del legno e forze di polizia, Interpol) e attraverso attività di ricerca pura (raccolta e analisi di dati ufficiali forniti da forze di polizia e Governi).
Una volta sviluppati gli strumenti che permettano un reale potenziamento dell’utilizzo del sistema di “Due Diligence”, il progetto partirà con dei seminari online rivolti a tutti gli operatori europei interessati e degli incontri formativi rivolti in maniera più specifica agli operatori dei Balcani (Macedonia, Albania, Kosovo e Bulgaria), area con la quale il progetto intende creare cooperazione e collaborazione per un’ottimale implementazione del Regolamento EUTR e che si spera possa rappresentare una buona pratica per tutti gli altri Paesi che intendono commercializzare con l’Europa.
Al termine dei venti mesi di lavoro, verrà organizzato nella sede di Interpol a Lione nella primavera 2016 un evento europeo di formazione rivolta a tutti i rappresentanti delle forza di polizia di tutti i paesi europei, con l’obiettivo di trasferire agli investigatori le informazioni acquisite durante il progetto e rafforzando la loro capacità di intelligence, ma anche per creare maggiore raccordo tra chi lavora nel commercio legale e chi invece deve controllare che il mercato operi nel modo più legale possibile.