Zaia: «è istituto tumori d’eccellenza diffuso sul territorio. Il meglio è qui non servono viaggi della speranza». Avviata d’intesa con il comune di Padova la definizione del nuovo ospedale
Nonostante gli innegabile successi ottenuti dalla medicina e il capillare lavoro sulla prevenzione e promozione dei corretti stili di vita, ogni anno in Veneto vengono colpite da tumore più di 31.000 persone e si verificano circa 14.000 decessi. In totale ad oggi in Veneto i pazienti malati di tumore, in terapia o in fase di follow up sono oltre 212.000.
A questa galassia di sofferenza, la sanità veneta dedica energie, fondi e professionalità che, partendo dall’Istituto Oncologico Veneto, si ramificano interessando pressoché l’intera galassia ospedaliera regionale tanto che, da circa 6 mesi, come previsto una specifica delibera organizzativa della Giunta regionale, è nata la Rete Oncologica Veneta (ROV).
Questa nuova organizzazione, che garantisce le migliori cure ad ogni cittadino veneto a prescindere da dove risieda e a quale ospedale territoriale faccia riferimento, è stata presentata nella sede dello IOV all’Ospedale Busonera di Padova, alla presenza del presidente della Regione Luca Zaia, del direttore generale della sanità regionale Domenico Mantoan, del coordinatore della Rete oncologica Franco Conte e degli oltre 100 professionisti di Ullss, aziende ospedaliere, università e Iov che già stanno lavorando al progetto.
«In questo modo – ha sottolineato Zaia – garantiamo l’eccellenza delle cure e le stesse possibilità d’accesso ad ogni cittadino veneto che ne abbia bisogno. Offriamo le migliori professionalità, un grande lavoro di ricerca clinica, macchinari e medicinali di ultimissima generazione. Sappiamo di avere una mobilità extraregionale che si indirizza verso il Friuli – ha aggiunto – ma non ha motivo di essere, perché l’oncologia veneta non teme confronti e i viaggi della speranza non servono. Forse – ha detto il Governatore rivolgendosi alla platea di specialisti – siete meno bravi di altri a promuovere all’esterno i vostri successi, ma di certo non siete secondi a nessuno».
Per Zaia «l’obiettivo finale della ROV è creare nel Veneto un Istituto Tumori di eccellenza diffuso sul territorio: qualunque sia la porta d’accesso, anche la più periferica, il paziente dovrà avere la consapevolezza di essere preso in carico da un sistema che garantirà la migliore qualità della cura e, se necessario, l’invio ai centri di eccellenza della rete. E’ quello che abbiamo voluto e stiamo realizzando – ha aggiunto – con le “Breast Unit” per la cura del tumore al seno, strutture nelle cui mani la paziente non ha da preoccuparsi di niente altro che di concentrare tutte le sue forze, nella maggior serenità possibile, sulla guarigione».
Caratteristica pressoché unica in Italia della ROV è il coinvolgimento sin dall’inizio delle principali associazioni del volontariato (sinora ben 8 organizzazioni) che partecipano attivamente ai diversi gruppi di lavoro sulle specifiche tipologie di neoplasia attivati nell’ambito della Rete.
Sul piano scientifico la strada è tracciata: combattere ogni tipo di tumore in maniera “personalizzata”, utilizzando per ogni singolo paziente l’intera gamma delle terapie a disposizione della comunità scientifica sulla base della diversa caratterizzazione molecolare di ogni caso trattato. Non esiste più “il tumore al seno, “il tumore al colon”, “il tumore al polmone”; esiste un tumore diverso in ogni malato e questo va curato in maniera mirata, studiandone approfonditamente le caratteristiche molecolari e individuando per ognuno la terapia più incisiva.
Parallelamente alla presentazione della Rov, Zaia ha portato l’attenzione anche sulla costruzione del nuovo ospedale cittadino di Padova: «la proposta che lanciamo è quella di ridurre da 1.400 a 1.000 i posti letto, lasciare lo Iov qui dove sta, demolire la parte universitaria del vecchio ospedale, recuperare gli stabili messi meglio e realizzare un policlinico universitario con 1.000 posti letto in città». Così, secondo Zaia, a Padova, «dopo 10 anni avremo due ospedali, un policlinico con campus e un hub provinciale. Non mi sembra una brutta proposta; speriamo che con questa si possa uscire presto dall’impasse».
«La scadenza di domani per la decisione del nuovo ospedale di Padova è un atto dovuto. Per noi, venendo meno l’oggetto del contendere, cioè la definizione dell’area, è bene che si chiuda definitivamente la pratica» ha detto Zaia aprendo così sostanziamente alle proposte avanzate dal nuovo sindaco di Padova, Massimo Bitonci: confermiamo che vogliamo realizzare un ospedale a Padova, penso che si debba trovare assolutamente una soluzione. E siamo in attesa che il sindaco produca o presenti nuove soluzioni velocemente».
Da parte sua, Bitonci si dice concorde con la linea adottata dal Governatore del Veneto : «ringrazio il presidente Zaia. I complimenti di un amministratore pragmatico come lui, per il lavoro che sto svolgendo a Padova, valgono doppio. Quanto al nuovo ospedale, la linea che ha tracciato mi vede concorde: Padova non può aspettare e a breve troveremo insieme una sintesi, perché abbiamo un unico obiettivo comune; il bene dei cittadini».