Sei concerti per un viaggio nel tempo nel jazz degli anni Cinquanta
La decima edizione de “Il Volo del Jazz” si aprirà con un viaggio nel tempo, dritto dentro un jazz club anni ’50. Sul palco un cantante che nella voce ha Nat King Cole e Mahalia Jackson, Marvin Gaye e Billie Holiday. Sarà Gregory Porter, una delle più belle voci in circolazione, un baritono che unisce la purezza cristallina del jazz e il calore doloroso del blues con la sensualità del soul e dell’R&B, a dare il via, con l’anteprima al Teatro Verdi di Pordenone, all’ormai storica rassegna “Il Volo del Jazz”.
La proposta culturale firmata Circolo Controtempo si sposterà poi a Sacile, dove dall’8 novembre al 14 dicembre proporrà altri cinque imperdibili concerti all’insegna della contaminazione, firmati da indiscussi talenti di caratura internazionale: il groove incisivo dello svedese Lars Danielsson con il progetto “Liberetto”; la voce unica e graffiante della cantante e chitarrista canadese Térez Montcalm; l’impeccabile swing del Chihiro Yamanaka European Trio; la stella californiana della tromba Ambrose Akinmusire e la nuova grande voce dell’Africa, Dobet Gnahoré. Anche quest’anno poi a chiudere la rassegna saranno i giovani talenti della Flight Big Band.
Il viaggio sulle ali del jazz partirà dal concerto-anteprima, in calendario sabato 3 novembre al Teatro Verdi di Pordenone, affidato alla straordinaria voce di Gregory Porter, giovane cantante plurinominato ai Grammy Awards che in pochi anni di carriera ha conquistato il pubblico ed entusiasmato la critica. Definito “il poeta del soul” dalla rivista Downbeat e “la brillante nuova voce del jazz” dall’Huffington Post, Gregory Porter ha uno stile dal carattere fluido e naturale, squisitamente ritmico e narrativo. Nel corso della sua fulminante carriera il cantante si è confrontato con solisti del calibro di Wynton Marsalis, David Murray, Hubert Laws e Dianne Reeves. Dal suo debutto discografico fino alla recente pubblicazione del terzo disco, “Liquid Spirit”, l’attenzione nei suoi confronti si è andata sempre più consolidando, alimentata dalla nomination per i Grammy Awards.
Dopo questa anteprima ci si trasferirà a Sacile per la rassegna vera e propria: a rompere il ghiaccio sul palco del Teatro Zancanaro ci penserà, la sera dell’8 novembre alle 21, lo svedese Lars Danielsson con il suo quartetto, che presenterà il progetto “Liberetto”. Bassista, violoncellista, compositore e arrangiatore, Danielsson è riconosciuto e ammirato in tutto il mondo internazionale del jazz per le sue liriche e il suo groove incisivo. Il musicista svedese ha un modo di suonare caratteristico e particolarmente rotondo come bassista, tanto lirico quanto potente, che lascia senza fiato durante ogni performance. In Liberetto Danielsson rimane fedele al suo linguaggio musicale e al suo stile, con melodie spesso malinconiche e unicamente frammentate, la ricerca di nuovi spazi musicali e un senso inerente di lirismo. Ma si spinge un passo oltre: Liberetto è più intenso e interattivo dei precedenti album di Danielsson, tende leggermente verso il jazz da camera, cosa che ha molto a che vedere con i musicisti con i quali ha registrato l’album: il batterista Magnus Öström, il chitarrista inglese John Parricelli, il pianista Jonas Östholm. Con questa formazione Danielsson dipinge delle immagini bellissime ed emozionanti con una tavolozza completamente nuova. Proprio ciò che aveva in mente quando ha inventato il titolo del nuovo progetto.
La settimana successiva, il 15 novembre alle 21, sarà la volta della cantante e chitarrista canadese Térez Montcalm, con la sua voce unica e graffiante, inconfondibile. Térez Montcalm è nota al pubblico internazionale come la “Janis Joplin del jazz” per la sua grande presenza scenica e il suo eclettismo musicale, che le permette di esibirsi al basso così come alla chitarra. Térez fa della sua performance un momento da condividere, grinta pura, tanto che dice di se stessa: “Sono una cantante jazz con un’attitudine molto rock”. E la sua carriera ne è una chiara dimostrazione: oltre ai brani di sua composizione Térez canta Cole Porter e gli U2, My Baby Just Cares For Me e Charles Aznavour, un classico della canzone d’autore come “E penso a te” di Lucio Battisti e un pezzo new wave come “Sweet Dreams” degli Eurythmics. La cantante, fiera Quebecoise, reinterpreta standards saltando da una sponda all’altra dell’Atlantico e compone canzoni in grado di affrontare un jazz club quanto un locale rock. Con la sua inconfondibile voce roca Térez miscela l’eccellenza delle dive dell’era classica del jazz con il fiero temperamento delle più grandi cantanti del pop. Le sue performance dal vivo sono molto più di un’esperienza musicale per lei e per il pubblico: “Dopo un concerto mi sento come dischiusa – racconta -. Cantare è una terapia.”
Altro concerto da non perdere tra quelli in calendario per Il Volo del Jazz 2014, in programma il 21 novembre alle 21 allo Zancanaro, sarà quello del Chihiro Yamanaka European Trio. Sul palco la pianista giapponese Chihiro Yamanaka, che ha da tempo fatto del piano trio il suo veicolo espressivo d’elezione. Tredici dischi all’attivo con la Verve Records, top jazz pianist in Giappone e acclamata negli Stati Uniti, Chihiro Yamanaka si è imposta come una tra le pianiste più importanti della scena jazz contemporanea. Nativa di Tokyo ma residente a New York, negli ultimi anni ha effettuato concerti in piano solo, in trio e con orchestra in jazz festival, teatri e arene tra i più importanti al mondo. Formatasi musicalmente tra Royal Academy of Music di Londra e Berklee College of Music di Boston, è stata vincitrice di numerosi riconoscimenti in Giappone, Europa e America. Swing, ritmo e fender rhodes sono sparsi tra le pieghe dei suoi brani, in una giostra infinita di soluzioni musicali mai scontate, sorprendenti. Il tutto condito da una tecnica pianistica invidiabile e da uno stile impeccabile. Non è un caso che sia una dei giovani musicisti più richiesti dal ghota del jazz internazionale. Recentemente ha firmato per la leggendaria Blue Note Records, il suo ultimo lavoro è “Somethin’Blue”.
Spazio quindi all’innovazione che viene dalla California, con lo straordinario Ambrose Akinmusire Quintet, in calendario il 29 novembre alle 21 allo Zancanaro. Con questo concerto Il Volo del Jazz porterà per la prima volta in regione una delle nuove stelle del jazz, il trombettista californiano Ambrose Akinmusire. Strumentista dall’inconfondibile stile eclettico e raffinato, vanta collaborazioni di grande prestigio come quelle con Jon Henderson, Joshua Redman e Steve Coleman. Il suo album di debutto con la Blue Note Records, When The Heart Emerges Glistening, è per la critica uno dei migliori progetti degli ultimi tempi. Dopo aver frequentato e portato a termine la Berkeley High School, la Manhattan School of Music, l’University of Southern California e il Thelonious Monk Institute of Jazz, in cui è stato allievo anche di Herbie Hancock nel 2007, vince la prestigiosa Thelonious Monk Institute of Jazz Competition. Akinmusire è noto soprattutto per la sua continua ricerca di un nuovo linguaggio musicale, che lo porta a sperimentare, analizzare, concettualizzare tutti i generi e gli stili, da Chopin a Bjork. Per il New Yorker il musicista californiano è un “elettrizzante giovane trombettista e sottile band leader, con un suono dall’ispirazione unica”.
Dalla California si volerà infine in Costa d’Avorio, con la cantante, danzatrice e percussionista Dobet Gnahoré, in concerto il 12 dicembre alle 21. Definita la “nuova grande voce dell’Africa”, Dobet interpreta le proprie composizioni in differenti lingue africane Betè, Fon, Baoulè, Lingala, Wolof, Malinkè, Mina e Bambara, oltre che in francese e in inglese, in una miscela di elementi sonori e ritmici, dalle melodie mandingue alla rumba congolese, dal ziglibiti ivoriano al bikoutsi camerunense, dall’hig-life ghanese ai cori zulu, dai canti betè ai canti pigmei centrafricani. Dispone di una voce calda e possente e di una grande presenza scenica, nutriti da anni di lavoro teatrale e coreografico. Le sue performance catturano l’attenzione fin dal primo istante unendo alla forza espressiva della voce, i movimenti della danza e le sonorità delle percussioni come la calebasse, la sanza, il balafon e altri piccoli strumenti in una suggestiva e vitale tavolozza di colori. Il suo quarto album, “Na Drê”, è uscito nel febbraio 2014.