L’impegno dei giovani di Confindustria per “riscrivere l’Italia”
Ripensare, riprogrammare, riscrivere l’Italia. Ripartire. Sono le parole d’ordine che hanno ispirato l’assemblea 2014 dei Giovani Imprenditori di Confindustria Padova e Unindustria Rovigo dal titolo “RE-Italy: Un Paese da riscrivere” – per la prima volta congiunta, svoltasi a Villa Borromeo di Sarmeola di Rubano (Pd), cui è intervenuto il presidente nazionale dei Giovani Imprenditori di Confindustria, Marco Gay.
«Riscrivere il Paese significa in primo luogo rileggere il passato recente e il presente. Da questo – ha sottolineato Cetera – nasce la nostra consapevolezza che l’impresa oggi abbia un ruolo attivo nella vita civile e sia un cuscinetto sociale a tutti gli effetti. Questo cambio di prospettiva nel mettere a fuoco l’identità delle aziende è quello che chiediamo alla società e alla politica. Solo in questo modo possono nascere strategie di lungo respiro sul sistema Italia. Quello che chiediamo, in fondo, è di tornare ad essere imprenditori, tornare a fare impresa e a far sì che l’impresa sia cuscinetto sociale, ma soprattutto motore di crescita, catalizzatore di competenze. Servono però scelte politiche coraggiose, drastiche e anche impopolari facendo ognuno, noi compresi, i sacrifici necessari, ma che raddrizzino il Paese».
Gli ha fatto eco Andrea Pascucci: «l’attuale panorama economico italiano rende ormai improrogabili scelte forti in ambito di politica per le imprese. Ciò che manca è una pianificazione di medio e lungo periodo che sia sistematica e non impulsiva. Gli obiettivi generali sono ormai chiari, condivisibili e condivisi. Ma oggi è fondamentale passare dal “che cosa” al “come”. Per questo chiediamo una strategia concreta e con misure efficaci che impattino direttamente sulla quotidianità delle imprese e delle persone. L’attaccamento al territorio e ai propri collaboratori è sempre stato un potente fattore motivazionale per gli imprenditori, ma oggi sono urgenti misure di valorizzazione del potenziale delle aziende».
Uniti nel segno di una forte condivisione di valori e strategie. Il messaggio è chiaro: in un’economia globalizzata, le risposte devono superare i confini di una provincia o di un distretto. È in questo contesto che l’Assemblea ha fatto il punto sull’attuale panorama economico, visto da chi oggi fa impresa e ha meno di 40 anni. Una fotografia del Veneto e dell’Italia 2014, che dovrà servire per guardare e andare oltre. A partire da un punto fermo: l’etica d’impresa, del dovere e della responsabilità, che sarà al centro delle tesi dei Giovani Imprenditori.
Dopo il saluto dei presidenti senior delle due territoriali, Massimo Pavin e Gian Michele Gambato, le tesi dei Giovani di Confindustria Padova e Unindustria Rovigo sono state presentate dai presidenti, Rodolfo Cetera (Padova) e Andrea Pascucci (Rovigo), cui è seguita la tavola rotonda con Stefano Dolcetta vice presidente Confindustria per le relazioni industriali e il welfare, Andrea Cirino Pomicino amministratore delegato Deriplast e Federico Grom cofondatore Grom. I lavori si sono conclusi con un faccia a faccia tra il sottosegretario all’Ambiente, la padovana Barbara Degani, e Marco Gay presidente Giovani Imprenditori Confindustria.
Dai vari interventi è emerso che le aziende resistono, nonostante tutto, per attaccamento al territorio, responsabilità verso le persone. Negli anni della crisi, si sono assunte l’onere di “cuscinetto sociale”. Ne è prova il dramma di chi non ha retto il peso di scelte senza alternativa. L’equazione è semplice: più lavoro per le imprese, più occupazione; più occupazione, maggiore crescita. Ma oggi questo ruolo di “cuscinetto” rischia di essere compromesso da un Paese ingessato. Come continuare a svolgerlo e offrire un piano inclinato alla ripresa? Primo, rianimare il mercato interno. Secondo, investire in infrastrutture: alta velocità, digitale, edilizia. Terzo, tagliare la spesa pubblica in modo selettivo per ridurre la pretesa fiscale su imprese e famiglie.
I giovani imprenditori guardano al domani puntanto decisamente sull’etica nel mondo degli affari. Stop al malcostume, bandita la furbizia. Parte da un’analisi critica la nuova consapevolezza dei Giovani Imprenditori di Padova e Rovigo. Inchieste e scandali che hanno colpito il Veneto non li hanno lasciati indifferenti. In azienda va quindi alzato il grado di attenzione verso i temi etici. Le proposte sono nette e coinvolgono in prima persona i capitani d’azienda: bilancio sociale obbligatorio e defiscalizzazione per le aziende che lo propongono, ferma contrarietà all’incorporazione dell’economia sommersa nel calcolo del PIL. E dentro il movimento Giovani di Confindustria, autosospensione dagli incarichi per chi è sotto indagine. La presunzione di innocenza è un caposaldo – sostengono i Giovani Imprenditori – ma oggi dare l’esempio di correttezza è il punto di svolta per una nuova cultura della legalità. La centralità dell’etica sarà anche il fulcro dell’education proposta agli studenti di tutte le età. “Ri-scrivere l’Italia”, partendo dai più giovani.